Avrebbe festeggiato oggi 43 anni di sacerdozio. Don Marco De Carolis: un ricordo fraterno

Avrebbe festeggiato oggi 43 anni di sacerdozio. Don Marco De Carolis: un ricordo fraterno

articolo ripreso da portalecce

Primo aprile 1978: don Marco De Carolis viene ordinato sacerdote nella Chiesa di Lecce. L’ordinazione si svolge nella parrocchia Santi Angeli Custodi in San Pietro Vernotico.

 

 

 

È un anno speciale per la comunità ecclesiale di San Pietro Vernotico perché, dopo due ordinazioni avute a distanza di 10 anni l’una dall’altra (nel 1956 don Angelo Renna e nel 1966 Padre Lucio Renna, carmelitano), il popolo di Dio godeva di ben tre nuovi presbìteri: il primo ad essere ordinato fu don Marco (seguiranno Padre Emilio Blasi, camilliano, il 16 luglio e il sottoscritto il 21 settembre).

Con don Marco ho camminato insieme fin dagli anni del seminario di Molfetta; anche se in corsi distinti (lui era un anno avanti insieme con don Antonello Castoro), ci siamo sempre “guardati” e “seguiti” con stima e amicizia e con la complicità sincera di due compaesani. Pur non trascurando mai gli impegni che il seminario richiedeva, era desideroso di conoscere i luoghi vicini e di curare le relazioni con le persone; rapporti avuti e mai dimenticati che ritornavano sempre nella sua memoria e non tentennava a farsi risentire, a prendere l’iniziativa di farsi vivo: una sua caratteristica che lo ha sempre contraddistinto.

Riportare oggi alla memoria il caro don Marco, a poco più di 4 mesi da quando ha “preferito” andare ad occupare la dimora celeste preparata per lui dal Signore Risorto, è un bisogno dell’anima sia perché il Giovedì Santo è giornata sacerdotale per eccellenza, sia perché in questo giorno del calendario avrebbe celebrato 43 anni di ministero presbiterale.

La sua figura fu già tratteggiata dal nostro arcivescovo nell’omelia della celebrazione esequiale. Ma a me piace ricordare la mitezza del suo sguardo, che donava serenità e gioia a chi lo incontrava, e l’umiltà di chi non ambiva a ruoli importanti o di prestigio, ma che era paga della verità e della coerenza della propria vita autenticamente vissuta. La sofferenza, poi, in diversi modi e in diversi tempi manifestatasi, ha affinato la sua anima buona già di natura, e la grazia di Dio l’ha perfezionata plasmandola ad immagina del Santo che lo aveva chiamato, quel giorno ormai lontano.

Grazie al Signore per il tuo sacerdozio, per il servizio e l’offerta d’amore vissuti nella fedeltà dello scorrere di quel tempo prezioso che è stata la tua vita sulla terra.  

*vicario episcopale per l’economia della diocesi di Lecce

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