la guerra è più vicina e gli aiuti sono sempre meno

la guerra è più vicina e gli aiuti sono sempre meno

articolo ripreso da portalecce

Non conoscono sosta le attività della Fondazione Regina Pacis in Moldavia di accoglienza ed assistenza dei rifugiati ucraini.

 

 

 

Infatti, sono ancora attive tre strutture di accoglienza, ma il lavoro più impegnativo rimane quello della “Mensa Papa Francesco”, nel cuore della capitale, la quale ogni giorno eroga pacchi di viveri e materiale igienico per ben 250 nuclei familiari. Ogni famiglia può accedere al servizio di assistenza una sola volta per settimana.

Altra attività impegnativa è l’assistenza alle donne in stato di gravidanza, con l’erogazione di somme di denaro al fine di poter sostenere con la nascita la famiglia.

“La Moldavia è testimone diretta della guerra – commenta don Cesare, presidente della Fondazione – soprattutto perché le azioni belliche avvengono in gran parte nel sud dell’Ucraina ed in prossimità dei confini. Purtroppo, se ne parla sempre meno di questa guerra, nel mentre gli attacchi sono sempre più intensi e distruttivi”.

In Moldavia sono presenti attualmente oltre ottantatremila rifugiati, in proporzione molti di più di quelli che accoglie l’Italia. Ormai c’è stanchezza e sempre maggiore preoccupazione per il futuro, oltre alle frequenti notizie dei propri cari che vengono uccisi nel corso del conflitto.

“Tutto diventa più difficile – conclude il missionario leccese – perché i timori della espansione del conflitto aumentano. Nello stesso tempo gli aiuti sono molto diminuiti, per cui si andrà avanti per quello che si potrà”.

Nei giorni scorsi, intanto, alla “Mensa Papa Francesco” ha fatto visita il nunzio apostolico per la Romania e Moldavia, l’arcivescovo Miguel Maury Buendía, il quale ha voluto personalmente rendersi conto di come procede l’accoglienza e l’assistenza dei rifugiati ucraini, per poi riferire alla Santa Sede. Ha constatato con stupore l’intenso lavoro che viene svolto dalla Fondazione Regina Pacis con generosità e spirito di sacrificio, nella speranza che la provvidenza non faccia mancare quanto necessario”.

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