siamo cristiani grazie a una tavola

siamo cristiani grazie a una tavola

articolo ripreso da portalecce

L’altra sera si è svolta presso l’oratorio della parrocchia Sacra Famiglia di Trepuzzi l’assemblea diocesana della consulta delle aggregazioni laicali. Padrone di casa don Alessandro Scevola che, per l’occasione, ha organizzato un momento di preghiera comune al cui interno ha inserito le beatitudini della famiglia.

Scelta azzeccata visto che, fra le tante iniziative della consulta vi è quella della realizzazione del progetto Gec (Generare figli Educare persone Costruire futuro) ma soprattutto il piano pastorale diocesano che quest’anno punta tutto sulla famiglia: “Insieme a tavola. Dalla mensa eucaristica alla mensa domestica”.

Fondamentale presenza dell’assemblea è stata quella del vicario generale mons. Luigi Manca che, nel suo intervento, ha sottolineato quanto sia importante “unire gli sforzi per portare avanti quella che si può definire un’intuizione geniale del vescovo, cioè unire le due tavole, quella eucaristica e quella domestica. Nelle sue omelie infatti spesso mons. Seccia chiede ai fedeli se facciano la preghiera a tavola; può apparire solo una pura raccomandazione, ma come ben delineato nella sua lettera pastorale ‘Ascolta popolo mio’, è necessario ascoltare la solidità e la genuinità della vita cristiana. In questo gesto molto semplice c’è tutta la tradizione cristiana; noi siamo cristiani per una tavola attorno alla quale Gesù ha riunito i suoi. La tavola rappresenta la tensione escatologica della vita cristiana, vale a dire un banchetto richiama l’altro. L’altro banchetto è la vita del Regno di Dio. Compito del laicato che collabora più da vicino con il vescovo è quello di tradurre in cultura, atteggiamenti, preghiera, itinerario pedagogico, questa raccomandazione. Spetta a noi impiantare un vero e proprio progetto pastorale; l’ascolto richiamato nel titolo della lettera significa dare esistenza a tutta una realtà che ci viene donata, non che scegliamo. Attraverso le due mense ci viene donata l’essenza del cristianesimo che è destinato a rimanere sempre vivo perché è esso stesso una tensione escatologica. La tavola richiama la famiglia, il nutrimento, la sopravvivenza quotidiana, il lavoro, il creato. Noi ci siamo mondanizzati, dobbiamo riappropriarci quindi della nostra cultura cristiana; con il termine cultura non si indica qualcosa di accademico, ma si intende la vita cristiana”.

L’incontro si è concluso con l’idea di creare una programmazione organica che possa essere attuata anche attraverso l’uso dei nuovi media, attraverso pochi ma efficaci incontri e con l’auspicio che Portalecce, utile strumento la cui validità comunicativa è attestata dalle visite raggiunte dal sito, possa aiutare nella pubblicizzazione di tutto ciò che le associazioni singolarmente e la consulta unitariamente riescano a organizzare.

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