non solo pandemia. Più difficile la missione di don Cesare e don Massimiliano

non solo pandemia. Più difficile la missione di don Cesare e don Massimiliano

articolo ripreso da portalecce

Permane difficile la situazione in Moldavia, non solo a causa della pandemia, ma anche per una crisi politica ancora in atto, nonostante il prossimo insediamento della neo eletta presidente della repubblica.

 

 

Il paese è sottoposto ad una difficile crisi economica, che si accentua con il dilagare del contagio e gli oltre cinquanta per cento di positivi fra i test che vengono effettuati ogni giorno. Una cifra che preoccupa la popolazione, le autorità locali ed anche le nazioni prossime alla Moldavia, le quali sempre più impongono chiusure e limitazioni.

In questo contesto operano don Cesare Lodeserto e don Massimiliano Mazzotta, i due missionari della Chiesa leccese, impegnati sia nella diocesi di Chisinau, che comprende la Moldavia ed il territorio separatista della Transnistria, sia nelle opere di carità della Fondazione Regina Pacis: dagli anziani della mensa “Papa Francesco”, ai minori accolti nella casa-famiglia, oltre alla casa famiglia per ragazze maggiorenni, i giovani detenuti ed i ragazzi dei villaggi. Sono questi i destinatari del loro costante e generoso impegno.

Il contagio non ha risparmiato i collaboratori dei nostri due missionari, oltre ad alcuni sacerdoti della diocesi di Chisinau. Infatti la mensa “Papa Francesco” ha visto tutto il personale contagiato, per cui don Massimiliano si è messo ai fornelli per assicurare i pasti ai ragazzi. Mentre don Cesare è impegnato alle cure mediche, assicurando medicinali e seguendo le condizioni di chi è malato. Non è stato certamente facile assicurare i posti negli ospedali, i medicinali e tante altre forme di assistenza. In poche settimane sono stati fatti giungere dall’Italia oltre cento chilogrammi di medicinali, una quantità elevata di mascherine per dotare tutti gli assistiti, oltre agli igienizzanti.

“E’ un tempo che richiede sacrificio e disponibilità – ha detto don Cesare Lodeserto – per non lasciare solo nessuno e dare chi chiede anche un pur minimo segno di speranza”.

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