La Preghiera dell’Arcivescovo al termine della processione in Piazza Duomo.

La Preghiera dell’Arcivescovo al termine della processione in Piazza Duomo.

CORPUS DOMINI… SIGNORE, DOVE

TROVEREMO TUTTO IL PANE?

NESSUNA PAURA. TU CAMMINAVI CON NOI

Signore Gesù,

questa sera ho visto

la bellezza di un popolo in cammino,

che vedeva rischiarati e rasserenati

i suoi passi

per il dono della tua pre­senza

che ha reso meno incerto ed esitante

il suo cammino.

Nessuna paura, nessun timore

perché Tu camminavi con noi,

incuriosito e preoccupato

per il nostro passo

che si è fatto stanco e pesante

a causa delle zone d’om­bra:

la violenza, gli egoismi, le disperazioni,

il futuro e non quello so­gnato,

la mancanza di pane ma­teriale

e di speranza di luce e di novità di attese,

del lavoro cercato e ne­gato,

dell’aumento di richieste

e della povertà di risposte dovute.

 

DATE LORO VOI STESSI DA MANGIARE 

Una domanda sale a Te

con una tale insistenza

da renderla quasi noiosa:

Signore,

dove troveremo il pane neces­sario

per sfamare tanta, troppa gente?

E la Tua riposta da duemila anni

è sempre la stessa:

è quella che hai dato ai tuoi discepoli

davanti alle cinquemila perso­ne affamate,

lì sui declivi che degradano

verso il lago di Galilea:

Date loro voi stessi da man­giare!

 

LE NOSTRE RISERVE SONO AGLI SGOCCIOLI 

Signore, te ne sarai accorto anche tu:

le nostre riserve sono agli sgoccioli!

Sono rimasti solo cinque pani!

Perché anche la ricchezza

di un continente, il nostro

che sperpera e vuole mettere in sicurezza

il molto che ha,

si è impadronita anche dei frammenti:

non ce li fa raccogliere

e ha inventato una strana combinazione

il cui meccanismo è noto

solo a chi ha la possibilità di avere di più

e condizionare in negativo

la povertà che allarga la sua piovra.

 

NULLA ANDRÀ PERDUTO. NEMMENO GLI AVANZI

Signore Gesù,

noi continueremo, come la vedova di Elia,

a condividere il mucchio di farina e il poco olio

che ci è rimasto,

ma tu, pane vivo, disceso dal cielo

che dà la vita al mondo, abbatti i nostri egoismi,

frustra le nostre resistenze,

dacci l’inventiva e la capacità

di raccogliere, quando ce lo permettono,

anche i pochi avanzi

perché nulla vada perduto.

Allora: che i cinque pani spezzati

dalla generosità non egoista

sazino i morsi degli affamati.

 

VERREMO DA TE E TU NON CI METTERAI ALLA PORTA

E quando

non riusciremo a donare

quello che ci viene chiesto

dai molti che bussano alle nostre porte

perché non lo abbiamo,

che non venga meno

l’amore, la solidarietà, l’accoglienza, l’ascolto.

E quando

le porte dei ricchi

saranno sbarrate e rese inaccessibili,

e le istituzioni, come Pilato,

se ne laveranno le mani,

o rimanderanno a mani vuote

i nuovi indigenti:

disoccupati, cassintegrati,

giovani in cerca di occupazione, licenziati,

con la solita filastrocca:

siamo in un momento di crisi,

noi continueremo a venire a Te,

certi di non essere messi alla porta,

e nel gesto dell’adorazione

che ora ci vede in ginocchio davanti a Te,

invocheremo:

Tu che tutto sai e puoi,

che ci nutri sulla terra,

conduci i tuoi fratelli

alla tavola del Cielo

che il tuo amore preparerà per noi

già qui, sulla terra.

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