Adorazione vocazionale Novembre 2019

Adorazione vocazionale Novembre 2019

 Ufficio per la Pastorale Vocazionale Novembre 2019 

MONASTERO INVISIBILE 

DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI 

 

UNA VITA IN ASCOLTO

Introduzione

La vita consacrata è fondata, come quella di ogni battezzato, sull’ascolto della Parola e sull’ascolto dei fratelli. Essa sboccia e fiorisce nella Chiesa; se si isola, appassisce. Essa matura quando i giovani e gli anziani camminano insieme, quando i giovani ritrovano le radici e gli anziani accolgono i frutti. Invece ristagna quando si cammina da soli, quando si resta fissati al passato o ci si butta in avanti per cercare di sopravvivere. Oggi, chiediamo la grazia di riscoprire il Signore vivo in noi e in tutto il popolocredente.

  1. La tua Parola o Signore sussiste in eterno
T. parla Signore, perché il tuo servo ti ascolta.
  1. La tua Parola Signore è fiaccola ai miei passi e luce sul mio sentiero.
T. parla Signore, perché il tuo servo ti ascolta.
  1. G. La tua Parola Signore ha dato gioia e letizia al mio cuore.
T. parla Signore, perché il tuo servo ti ascolta.

Canto di esposizione

La condizione perché la nostra vita porti frutto è che rimanga aperta all’ascolto della Parola di Dio. Questa beatitudine è proclamata da una donna, certamente anche lei madre, che conosce quanta felicità ci sia nel vedere che il proprio grembo si allarga per accogliere e partorire la vita. Ma prima che fisica questa accoglienza è spirituale.

Dal Vangelo di Luca (Lc 11,27-28)

Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Dal salmo 35 (a due cori)

Signore, il tuo amore è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi,

la tua giustizia è come le più alte montagne, il tuo giudizio come l’abisso profondo:

uomini e bestie tu salvi, Signore.

Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio!

Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali, si saziano dell’abbondanza della tua casa:

tu li disseti al torrente delle tue delizie.

È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.

Riversa il tuo amore su chi ti riconosce, la tua giustizia sui retti di cuore.

 Riflessione

Non conosciamo abbastanza quello che Dio vuole dal nostro cuore, non abbiamo sufficientemente capito da Gesù nel Vangelo

che Dio «non respinge il cuore che ha creato», che Dio vuole e può convertire il nostro cuore, che Dio vuole che noi lo  amiamo con «tutto il cuore», che la carità deborda e supera il nostro cuore, ma che proprio nel nostro cuore «si incarna» in noi. Gesù non è venuto per strapparci il nostro cuore cattivo e far di noi degli uomini senza cuore, ma per darci un cuore nuovo capace di diventare uguale al suo. Il vangelo dal principio alla fine, ci insegna, ci mostra, ci propone, la conversione del cuore. (…) Per vivere bisogna amare. Il Sacro Cuore, il cuore del Cristo, ci mostra come si è fatti quando si è risuscitati dal peccato e si vive la vita eterna. Questo cuore che dobbiamo ricopiare, riprodurre, continuare nel vivo, non è soltanto un cuore di giusto. Per assomigliargli, non basta riportare il nostro proprio cuore nel buon senso, verificarlo, rettificarlo, fare insomma un esame di coscienza o degli esercizi di perfezione. Per essere il cuore dell’uomo nuovo, bisogna che sia un cuore di figlio di Dio, un cuore che accetti di essere invaso, dinamicizzato, posseduto dall’amore di Dio, da Dio che è Amore. E questo cuore nuovo, questo cuore innestato con una vita nuova, deve accettare in modo filiale, ossia libero, che l’amore di Dio diventi in lui passione per l’uomo: la passione di dare a Dio, per il mondo senza sosta, e tutta intera, la vita che ad ogni istante egli stesso ci dona. (M.Delbrêl)

Silenzio di adorazione

Canto

Nello sguardo di Gesù ritroviamo lo sguardo di Elisabetta, che aveva riconosciuto in Maria non la beatitudine di una maternità, ma la beatitudine di un ascolto. Maria è feconda perché si è lasciata fecondare dalla Parola di Dio, che ha ascoltato e alla quale ha creduto nell’obbedienza alla fede.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le hadetto».

 

Rit. Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum.

Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.

  1. Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell’intimo del cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra
  2. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Non entra in casa per metterci le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.
  3. Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno
  4. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze, ci nascondiamo come Adamo nell’Eden, ogni volta che sentiamo i suoi passi.
  5. Facci comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace.
  6. E una volta che l’avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce.

Canto

Maria è l’amica sempre attenta perché non venga a mancare il vino nella nostra vita. Il vino della festa che dà gusto alle cose di sempre e il vino della novità che sa accendere nei nostri cuori il coraggio di passi nuovi.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,1-10)

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe   assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto,  quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buonofinora».

Riflessione

Per comprendere meglio questa chiamata che vediamo oggi nei primi giorni di vita di Gesù, al tempio, possiamo andare ai primi giorni del suo ministero pubblico, a Cana, dove trasforma l’acqua in vino. Anche lì c’è una chiamata all’obbedienza, con Maria che dice: «Qualsiasi cosa [Gesù] vi dica, fatela» (Gv 2,5). Qualsiasi cosa. E Gesù chiede una cosa particolare; non fa subito una cosa nuova, non procura dal nulla il vino che manca – avrebbe potuto farlo -, ma chiede una cosa concreta e impegnativa. Chiede di riempire sei grandi anfore di pietra per la purificazione rituale, che richiamano la Legge. Voleva dire travasare circa seicento litri d’acqua dal pozzo: tempo e fatica, che parevano inutili, perché ciò che mancava non era l’acqua,ma il vino! Eppure, proprio da quelle anfore riempite bene, «fino all’orlo» (v. 7), Gesù trae il vino nuovo. Così è per noi: Dio ci chiama a incontrarlo attraverso la fedeltà a cose concrete – Dio si incontra sempre nella concretezza -: la preghiera quotidiana, la Messa, la Confessione, una carità vera, la Parola di Dio ogni giorno, la prossimità, soprattutto ai più bisognosi,spiritualmente o corporalmente. L’acqua della quotidianità si trasforma allora nel vino della novità e la vita, che sembra più vincolata, diventa in realtà più libera. (PapaFrancesco)

Silenzio di adorazione

Preghiera a Maria, donna dell’ascolto

Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà. Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita. Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta”  verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen. (Papa Francesco)

 

Reposizione e canto finale

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