scorgiamo la mano di Dio nel tempo che scorre

scorgiamo la mano di Dio nel tempo che scorre

articolo ripreso da portalecce

Un 31 dicembre quasi insolito, costellato dalle restrizioni in atto a causa della pandemia da covid-19, ma certamente non meno importante, perché giorno di conclusioni.

 

 

Non un tempo di effimeri bilanci, ma momento favorevole per guardare questo segmento di tempo che è stato il 2020 e per rendere lode al Signore che nelle pieghe di questi mesi forse complicati più del solito, ha saputo imprimere la sua presenza essenziale e confortante.

A farsi voce di questo stato d’animo l’arcivescovo Michele Seccia, durante la celebrazione eucaristica presieduta nella chiesa cattedrale e trasmessa in diretta da Portalecce (CLICCA QUI) e da Telerama.

Il tempo, nella esistenza di un cristiano, non è solo il segno della vita che scorre, dei giorni che fugaci dettano il passo alle umane giornate, quanto lo spazio necessario che rende visibile la narrazione che Dio fa di sé all’uomo.

Ne è consapevole, a tal proposito Seccia che afferma: “Quello che stasera, ultimo  giorno dell’anno, stiamo compiendo non è  un esercizio banale e di semplice pietà quanto, il voler andare indietro nel tempo non soltanto per valutare ciò  che non è  andato bene ma soprattutto per scorgere la mano del Signore che con la sua grazia ci ha accompagnato e ha guidato i nostri passi”.

Ecco che, entrare in questa progettualità di vita vuol dire, per tutti i battezzati, avere la forza di guardare a Maria, colei che del proprio tempo ha fatto un dono al Signore, lasciando che egli incrociasse la sua storia umana; non è forse questa la meta di ogni discepolo del Signore?

Continua ancora il vescovo: “La Madonna non soltanto deve suscitare pietà  alla nostra vita ma deve darci la sana incoscienza  che tutto quanto accaduto in lei, si realizza in noi nella misura in cui ascoltiamo  e meditiamo la Parola di Dio: diverremo incarnatori dell’Eterno nella storia”.

Da qui il bisogno di rendere grazie, di valutare il mondo e gli avvenimenti circostanti non più in chiave autoreferenziale quanto in ottica provvidenziale, come evidenziato dal presule salentino: “Cari fratelli e sorelle, siamo consapevoli che la storia è  scandita da Dio? Tutto ciò  che accade  ha bisogno d’esser posto dinanzi a lui per valutare cosa mi vuol dire, quale è  il  senso del suo agire in me,quale posto egli occupa nei miei giorni”.

E allora giunga pure il 2021, nuovo segmento  di tempo, dono dell’Eterno alle vite umane, con l’auspicio che possa essere spazio di dono, di condivisione,  di amore.

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