incancellabili memorie di un amico speciale

incancellabili memorie di un amico speciale

articolo ripreso da portalecce

Esprimere fervidi voti augurali, con grande gioia ed affetto, per il suo novantesimo compleanno al card. Salvatore De Giorgi, ma semplicemente don Salvatore, per tutti noi che lo conosciamo e gli vogliamo bene, rende doveroso da parte mia anche ricordare sia pure molto succintamente almeno qualche tratto essenziale della sua immensa biografia.

 

 

Da sacerdote ha ricoperto a lungo l’incarico di parroco, nello specifico, il 12 ottobre 1958 diviene il primo parroco della parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Santa Rosa di Lecce. E il 12 ottobre 1958 fa il suo ingresso nella parrocchia di San Lazzaro anche il mio indimenticabile parroco, mons. Donato Rizzo, uno la mattina, l’altro la sera, suo grande amico e compagno di studi. E ricordo sempre con gioia, tutte quelle volte che, dopo che nel 1959 partirono i lavori per la costruzione della chiesa, don Donato del quale sono stato amico e collaboratore fino al 2 agosto 1986, quando è tornato tra le braccia del Signore, mi invitava a salire sulla sua 600 per andare a far visita a don Salvatore, il quale ci illustrava il progredire dei lavori della chiesa di Santa Rosa.

Bellissimo, quando ci portava sul campanile ancora al rustico. Ebbe così inizio, al tempo ero un giovanissimo, timido aspirante di Azione cattolica, la mia amicizia e frequentazione con don Salvatore, che si incrementarono nel 1964, quando egli mi designò, allora avevo 17 anni, d’intesa col vescovo Minerva e col direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, mons. Michele Pinto, a tenere, in rappresentanza dei vincitori del “Concorso nazionale di religione Veritas”, in presenza del vescovo, un discorso nel Teatro Ariston di Lecce gremito da 1.200 persone, soprattutto giovani e poi conducendomi con loro in udienza privata da Papa Paolo VI. Ed è questo uno dei tanti motivi di gratitudine che mi legano al card. De Giorgi.

La mancanza di strutture favorì l’edificazione insieme ai parrocchiani di una chiesa viva e spirituale. E, grazie all’instancabile azione del vescovo Minerva, nella seconda domenica di settembre del 1960, fu consacrata la chiesa ampia e funzionale. Mons. De Giorgi visse con intensità il Concilio Vaticano II, vera nuova primavera della Chiesa, e recepì il rinnovamento pastorale che trasfuse nella sua parrocchia, facendola crescere come comunità e famiglia di Dio in tensione missionaria.

Nella diocesi di Lecce ha ricoperto diversi importanti incarichi pastorali. Nel 1973, in occasione del 25° anniversario di ordinazione episcopale di mons. Francesco Minerva, il Santo Padre Paolo VI volle fare un dono alla diocesi di Lecce per quel fausto evento, nominando mons. Salvatore De Giorgi, vescovo ausiliare di Oria. Ricordo che la nomina fu comunicata personalmente dal vescovo Minerva il 21 novembre, festa della presentazione di Maria al Tempio, a tutta la comunità parrocchiale che gremì la chiesa. Ero presente anch’io, in un’atmosfera di inenarrabile gioia, emozione e riconoscenza, interpretando come un dono prezioso ricevuto quella nomina. In realtà, don Salvatore ripete sempre che è stata quella comunità parrocchiale di periferia a formarlo vescovo, come lo è stata anche per don Vito De Grisantis. L’ordinazione episcopale fu celebrata nella Cattedrale di Lecce il 27 dicembre 1973, festa di San Giovanni Evangelista, presieduta da mons. Minerva. E fu un altro momento indimenticabile per la Chiesa leccese, al quale ebbi la fortuna di partecipare.  Mons. De Giorgi entrò in Oria il 5 gennaio 1974.

Nel 1981 è promosso arcivescovo di Foggia. Nel 1987 viene trasferito a Taranto, nel 1990, è nominato assistente ecclesiale generale dell’Azione cattolica. Diventato arcivescovo metropolita di Palermo e primate di Sicilia il 4 aprile 1996, è creato cardinale da Papa Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 febbraio 1998. Nel 2005 partecipa al conclave che elegge Papa Benedetto XVI. Nel 2003 riceve la Laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia presso l’università di Palermo, in riconoscimento del suo impegno per gli ammalati e i sofferenti. Dal 19 dicembre 2006 è arcivescovo emerito di Palermo, per raggiunti limiti di età. Il 25 maggio 2013 ha presieduto il rito di beatificazione di don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993.

Don Salvatore è sempre stato annunciatore del Vangelo, ministro della misericordia. Padre dei poveri, difensore degli oppressi, donatore della speranza e della gioia. Il suo programma e il suo agire sempre in piena filiale comunione con la Chiesa.

Cosa, in particolare, mi ha sempre colpito di lui? Egli è uomo di fede, una vera roccia per la Chiesa e oggi abbiamo tanto bisogno di simili figure. Egli è uomo di preghiera, pone alla base di ogni attività il primato della vita interiore. Egli è uomo di azione, dotato di straordinaria concretezza. Voglia il Signore che tutti noi che lo conosciamo, lo amiamo e che oggi gli facciamo festa possiamo continuare ad accogliere i suoi messaggi e i suoi insegnamenti per tanti, tanti, tanti anni ancora.

 

 

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