I preti con l’arcivescovo in assemblea prenatalizia. Gioia e comunione per dirsi auguri

I preti con l’arcivescovo in assemblea prenatalizia. Gioia e comunione per dirsi auguri

articolo ripreso da portalecce

Un momento di intimità spirituale e pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia con i suoi sacerdoti qualche giorno prima di Natale non solo per il tradizionale scambio di auguri ma soprattutto per rinsaldare i vincoli forti che scaturiscono dalla grazia sacramentale dell’Ordine e dell’Eucaristia.

Al centro dell’incontro, dopo il canto dell’Ora terza, il forte richiamo alla comunione presbiterale, modello ed esempio della comunione per tutta la Chiesa locale.

Due saranno le prossime occasioni in cui testimoniare quel legame che ha radici bibliche e teologiche: il prossimo 30 dicembre insieme in cattedrale per l’arrivo a Lecce e l’inumazione delle spoglie mortali dell’arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi e poi il 3 gennaio per stringersi intorno all’arcivescovo emerito Domenico Umberto D’Ambrosio che torna dopo due anni in duomo per celebrare con la comunità diocesana il suo trentesimo anniversario di episcopato.

Due momenti di gioia per consolidare il sensus ecclesiae che ha nei pastori che si susseguono alla guida e al governo di una comunità diocesana la sua ragione più profonda.

Poi è arrivato il momento degli auguri. Con una novità: non il vicario a nome di tutti ma tre sacerdoti, così ha voluto don Gigi Manca quest’anno.

Don Cosimo Marullo in rappresentanza dei preti giovani, don Adolfo Putignano per i sacerdoti più maturi e per dare voce a quelli anziani e ammalati don Franco Lupo, simbolicamente affacciatosi in video – potenza della tecnologia – (ne riferiamo oggi in altro servizio) nella Sala del Trono dell’episcopio come da una finestra per salutare la sua “famiglia” e augurare all’arcivescovo e ai confratelli un Santo Natale di gioia e di unità ecclesiale.

Grande la commozione in sala dove al termine del video uno scrosciante applauso è partito spontaneo e affettuoso per un sacerdote amato da tutti che dall’altare della sofferenza continua a impartire lezioni di vita cristiana.

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