Verso la festa dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato. Dopo 30 anni in duomo torna il tosello

Verso la festa dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato. Dopo 30 anni in duomo torna il tosello

articolo ripreso da portalecce

Dopo poco più di trent’anni, in occasione dei festeggiamenti in onore dei patroni della città e della Chiesa di Lecce, i Santi Oronzo, Giusto e Fortunato, torna in cattedrale l’artistico tosello, il trono che nei prossimi giorni accoglierà i tre preziosi e antichi simulacri.

 

 

Una proposta venuta dal parroco don Vito Caputo e “sposata” dall’arcivescovo Michele Seccia e compiuta soprattutto per ridare all’altare privilegiato, posto nel transetto destro della chiesa cattedrale e alla tela del Coppola, la giusta importanza anche nei giorni della festa: fino allo scorso anno esso veniva ricoperto da drappi proprio per posizionare e dare risalto alle statue.

“Una forma di rispetto – tiene a precisare don Vito – anche nei confronti dei fedeli e soprattutto dei turisti che altrimenti non avrebbero potuto ammirare nella sua sontuosa originalità la cappella dedicata al patrono”, opera in marmo di Giovanni Andrea Larducci da Salò e di Giuseppe Zimbalo, donata al duomo dalla municipalità di Lecce (sindaco Gioacchino Faccolli) e terminata dai due artisti nel 1674.

Ma che cos’è il tosello? Il tosello, ma più correttamente “dosello”, mutua il suo termine da “dosel” nei secoli del vice-regno spagnolo e consiste nell’esporre un quadro o una statua addobbati a festa; è un baldacchino riccamente decorato con drappi e stoffe pregiate che ricorda il baldacchino che accoglieva, appunto, il trono reale. Al sud Italia l’uso del baldacchino è una tradizione ancora fortemente radicata anche per via delle tradizioni ereditate dalla lunga dominazione borbonica del meridione.

Il tosello della cattedrale, quest’anno, è stato progettato e realizzato dalla ditta di Mauro Piergiovanni da Molfetta, un’azienda giovane che negli ultimi anni ha trovato diversi estimatori anche nel Salento e, a Lecce, in particolare.

Ma perché non veniva più costruito il tosello in duomo? Fu all’arrivo dell’arcivescovo Ruppi a Lecce che il tosello venne mandato in soffitta decidendo di esporre le statue dei santi sull’altare privilegiato. Non fu una scelta immotivata, anzi. “Si fece questa scelta – racconta Claudio Selleri, priore dell’arciconfraternita leccese dell’Addolorata, del Buon Consiglio e del Carmine – perché essendo il tosello posizionato con una notevole sporgenza all’inizio della navata centrale (vedi foto di destra) impediva la visibilità della cattedra lignea posta sullo stesso lato dell’altare maggiore. Esso, donato dal comitato festa nel 1948, era sovrastato da una corona in legno dorato (che ora si può ammirare nel chiostro dell’antico seminario), e realizzato con drappi rossi cremisi, decorati anche con lo stemma della città di Lecce”. Una decisione presa all’epoca per riconsiderare il valore liturgico e teologico della cattedra in una chiesa cattedrale, segno visibile della funzione (munus) magisteriale del vescovo.

Nell’accettare la proposta del parroco, l’arcivescovo Seccia, si è assicurato che, tornando alla tradizione del tosello, non venisse compromessa la visibilità della cattedra. E così è stato: il tosello, infatti, sobrio ed elegante, è stato posizionato sotto il primo arco di sinistra della navata centrale senza alcuna sporgenza sulla navata.

“La cattedrale – ricorda ancora Selleri – era tutta addobbata con drappi dello stesso colore del tosello e, fino al giorno dell’Assunta, l’addobbo includeva anche la grande tela dell’abside con due grandi calate intorno al quadro. Il simulacro di Sant’Oronzo veniva arricchito con una croce pettorale con zaffiri blu e con l’anello episcopale al dito. Tutte le mattine, durante l’undena di Sant’Oronzo, l’organo suonava a festa in onore del patrono. Non c’erano orari: il duomo apriva all’alba e l’organo suonava fino a mezzogiorno. L’altare di Sant’Oronzo veniva poi addobbato con fiori e con tutti i reliquari custoditi nel tesoro della cattedrale. Ai piedi dell’altare veniva esposto anche il paliotto argenteo. L’altare come tutta la cattedrale, compreso il colonnato, venivano ‘parati’ dalla ditta di Oronzo De Filippi ed eredi”.

“Quest’anno – conclude il priore – la bella iniziativa dell’arcivescovo e del parroco della cattedrale ha ripristinato, come in tutte le chiese, il trono per il santo patrono e un decoro liturgico come vuole una festa molto sentita dalla cittadinanza”.

Intanto il tosello è già pronto. E nei prossimi giorni la diocesi renderà noto il programma dei festeggiamenti religiosi che avranno inizio il 15 agosto, primo giorno dell’undena di preparazione alla festa.

 

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