Sant’Oronzo 2023. Il nuovo medaglione realizzato da Oronzo Urso su modello di Marco Epicochi

Sant’Oronzo 2023. Il nuovo medaglione realizzato da Oronzo Urso su modello di Marco Epicochi

articolo ripreso da portalecce
e scritto da Andrea Pino

Un oggetto antico dallo stile contemporaneo. È il medaglione con l’immagine di Sant’Oronzo presentato in occasione della festa patronale 2023, su iniziativa di Oronzo Urso, un provetto artigiano. L’opera è stata realizzata sul modello creato dal maestro scultore e cartapestaio Marco Epicochi, che ha bottega a Lecce in Piazza Duomo.

 

 

Oronzo Urso si definisce “artigiano per passione”: formazione scientifica, impegnato nel mondo della scuola, si è avvicinato all’arte della ceramica grazie alla sua storica amicizia con una famiglia di ceramisti grottagliesi. “Tra gli amici più cari – racconta Urso – frequento da anni la loro casa e la loro bottega. Stando a loro stretto contatto ho avuto modo di assistere a tante fasi della lavorazione della ceramica e, inconsapevolmente, ho immagazzinato, rielaborato e fatto mie tante informazioni, nozioni, tecniche, modi di fare, errori da evitare. Poi tutto è esploso improvvisamente nelle mie mani: è accaduto la prima volta che mi sono seduto al tornio, scoprendo di essere anche io capace di “creare”.

Il medaglione trae ispirazione dalle forme e immagini in bassorilievo che impreziosiscono le chiese, decori delle porte di tabernacoli o dettagli di opere più grandi. I medaglioni sono di solito presenti in alcune confraternite a completamento del proprio abito di rito, da indossare o cuciti sulle diverse mozzette colorate, da notare soprattutto durante le processioni.

“Sono autentiche piccole opere d’arte realizzate in metallo, spesso alluminio e rame, più raramente ottone, bronzo e argento. L’idea è stata quella di innovare e diffondere proprio quegli oggetti che sono diventati quasi “invisibili”, malgrado raccontino la devozione di un fedele, di un gruppo di persone o di un’intera comunità, trasformandoli in un elemento d’arredo contemporaneo da tenere nelle nostre case – spiega Urso -. Proprio la ceramica mi ha permesso di compiere due magie: il colore e la moltiplicazione. Gli oggetti in ceramica possono essere duplicati e colorati facilmente. A differenza di quelli in metallo, questi oggetti sono accessibili a tutti e il colore li rende un elemento d’arredo pop adatto a tutte le nostre case.  Qualcuno li ha scherzosamente definiti “santi wow”: anche questa è una sintesi efficace tra antico e moderno. Nella mia collezione, formata da riproduzioni di antichi medaglioni confraternali, mancava proprio la figura di Sant’Oronzo – conclude Urso -. Una gravissima assenza da risolvere, soprattutto per me che porto fieramente il nome del santo!”

L’incontro con il maestro Marco Epicochi è stato determinante. “Una mattina di domenica, mentre non sapevo ancora a chi rivolgermi, l’ho notato al lavoro, affacciandomi dall’alto del campanile. Ho deciso così di avvicinarmi e di esprimergli il mio desiderio-bisogno. Marco mi ha risposto immediatamente con uno straordinario sorriso tra i suoi baffi, mentre gli brillavano gli occhi. Ho scoperto dopo che Marco è innamoratissimo di Sant’Oronzo e, aggiungo, che è difficilissimo non volere bene a Marco e non restare incantati davanti alla sua arte” – conclude Oronzo Urso -.

Questi medaglioni sono quindi riprodotti su modello dell’opera in terracotta realizzata dal maestro Marco Epicochi che, tra l’altro, è autore della statua in cartapesta che è nel santuario diocesano di Sant’Oronzo fuori le mura, sul luogo dove secondo la tradizione il primo vescovo di Lecce fu martirizzato, salendo alla gloria del Cielo.

L’artista Marco Epicochi ha scelto di riprodurre il mezzobusto di Sant’Oronzo benedicente, con i paramenti liturgici di primo vescovo di

Lecce, quindi con la mitria in testa, il pastorale nella mano sinistra, il camice, la stola e la cappamagna. È un’immagine classica che ricorre in molte opere in argento e cartapesta. Così è il mezzobusto custodito nel Museo diocesano d’arte sacra o nella chiesa di Campi Salentina o la statua che viene trasportata sul carro trionfale di Turi in provincia di Bari.

È un’immagine ben diversa da quella a figura intera che invece vediamo nella bella tela che è nella cattedrale di Lecce o nella statua che il 24 agosto viene portata in processione, o quella che il 26 agosto muove con la Cavalcata di Ostuni. Il medaglione è incorniciato in un motivo “bugnato”, cioè formato con tanti piccoli quadrati a rilievo che ricordano la decorazione della facciata del palazzo dell’antico seminario che impreziosisce Piazza Duomo o del palazzo dei Celestini affianco alla basilica di Santa Croce.

I colori non sono casuali: rosso come il sangue dei martiri ma anche colore dello Spirito Santo che guida e illumina i vescovi, giallo come il sole e il grano, arancio che è il colore del battito del cuore, viola quale simbolo dell’attesa e dell’uva, due tonalità di blu come il cielo e il mare, verde che è colore della speranza e della terra erbosa.

Per realizzare ogni medaglione occorrono almeno due settimane e due passaggi dal forno a temperature elevatissime, sino a 980 gradi, correndo sempre il rischio che l’oggetto si rompa in ognuna di queste delicatissime fasi o emergano dei difetti che lo rovinino. Soltanto così i medaglioni possono risultare belli e brillanti: la prova dell’aria per l’essiccazione e del fuoco per la lucentezza li rende preziosi e delicati.

Il medaglione è disponibile esclusivamente presso il bookshop di ArtWork nel palazzo dell’antico seminario in Piazza Duomo ed è stato presentato lo scorso 24 agosto durante la diretta della processione con le immagini dei santi patroni.

 

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