GIORNATA DIOCESANA PENITENZIALE DI DIGIUNO E DI PREGHIERA

GIORNATA DIOCESANA PENITENZIALE DI DIGIUNO E DI PREGHIERA

 Al Presbiterio
e ai figli della Chiesa di Lecce

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31 Marzo 2020

Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazioni
perseveranti nella preghiera,
solleciti per le necessità dei fratelli,
premurosi nell’ospitalità” (Rm 12, 12-13)

 

Carissimi fratelli e sorelle dell’amata Chiesa di Lecce,

mentre sta per concludersi il cammino penitenziale di questa Quaresima “tormentata” dall’emergenza sanitaria che continua a contare vittime e a registrare ancora molti contagi, vengo da padre e da fratello maggiore a visitarvi per sostenere le vostre mani alzate verso il Signore.

Il tempo della prova è ancora in mezzo a noi e, mentre viviamo sulla nostra pelle l’esperienza della privazione e della rinuncia al nostro vivere in fraternità, affidando le nostre relazioni esclusivamente alla preghiera e ai mezzi della tecnologia, chiedervi un ulteriore sacrificio può sembrare forse esagerato.

Anch’io, dalla mia casa, percepisco il disagio e lo smarrimento di tanti di voi. Da ogni comunità della diocesi mi giungono messaggi e telefonate che manifestano, senza giri di parole, un senso di paura che, più del virus, contagia inesorabilmente. E poi, sento il grido di tante famiglie sull’orlo della disperazione a causa della grande povertà.

Oltre alla preghiera incessante al nostro Salvatore, noi credenti abbiano anche “il virus” della speranza. Che è una virtù teologale: insieme alla fede e alla carità fonda la nostra vita di battezzati.

C’è la speranza in noi, fratelli e sorelle miei? Chiediamola in ginocchio, nel silenzio della nostra casa e da essa lasciamoci contagiare per infonderla alle persone che vivono con noi.

Chiediamo al Padre il dono e la capacità di guardare avanticon fiducia: è proprio questo il momento di sperimentarla, la speranza. Proprio adesso che ci sentiamo deboli, fragili e 

incapaci di vedere la luce. Alla scuola della speranza impareremo a fidarci di Dio, della sua volontà, del suo amore infinito. San Paolo ce lo ripete a chiare lettere: “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Rm 12,12-13).

Per questo, in segno di penitenza quaresimale, vi chiedo uno sforzo ulteriore.

Vi invito, il prossimo 3 aprile, ad una

GIORNATA DIOCESANA PENITENZIALE DI DIGIUNO E DI PREGHIERA

Nel venerdì di passione, giorno in cui anche a Lecce da antica tradizione si fa memoria di Maria SS.ma Addolorata, Donna e Madre coraggiosa ai piedi della croce che è anche compatrona della città, in quel giorno noi aggiungeremo un digiuno corporale ai numerosi digiuni sacramentali di queste settimane: virtuose rinunce spirituali che ancor di più ci fanno amare i Misteri della nostra fede e ancor di più rendono ardente il desiderio di incontrare Gesù nell’Eucarestia e nel sacramento della  Misericordia.

Offriremo i nostri sacrifici in suffragio delle troppe vittime del Coronavirus e pregheremo insieme -nonostante la lontananza fisica -per quanti sono contagiati qui tra noi, in Italia e nel mondo. Innalzeremo la nostra preghiera anche per tutti quei fratelli e quelle sorelle che negli ospedali “offrono” la loro vita e il loro lavoro per strappare alla morte ogni ammalato.

Rinunciando almeno ad un pasto avremo cura anche di pensare a chi non ha il necessario per vivere. Possiamo farlo nella forma a ognuno più congeniale: in forma privata oppure affidando la nostra elemosina ai tanti organismi di volontariato, la Caritas diocesana in primis, che in queste settimane di emergenza sanitaria e sociale compiono quotidianamente a nome di tutti il miracolo della carità.

Vi stringo forte e ringrazio fin d’ora tutti coloro che vorranno diventare anelli insostituibili di questa catena di preghiera e carità che ci fa sentire tutti membra di una sola grande famiglia, preziosa agli occhi del Signore.

Vi benedico.

+Michele Seccia

Arcivescovo Metropolita di Lecce

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