Verso la Giornata della vita. Custodirla significa amare l’umanità intera e lodare Dio

Verso la Giornata della vita. Custodirla significa amare l’umanità intera e lodare Dio

articolo ripreso da portalecce

Da diversi anni la Chiesa italiana, nella prima domenica di febbraio, celebra la “Giornata per la vita”. Quest’anno, la 44^ domenica prossima 6 febbraio, ha per tema “Custodire ogni vita – Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15).

 

 

 

 Il messaggio che il Consiglio episcopale permanente della Cei ha diffuso per l’occasione esorta tutti i cristiani a custodire e accompagnare le vite più fragili, da quelle nascenti a quelle terminali. “Quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato”. Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male del corpo e dell’anima, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione.

Il Movimento per la Vita ha fatto sua tale esortazione d’amore e con il proprio impegno si prodiga nella ricerca di dialogo, nel testimoniare questa visione positiva e nell’accogliere la vita stessa in tutte le sue forme, con particolare attenzione all’universo femminile attraverso l’azione dei Centri di aiuto alla vita (Cav).

Il Movimento, per bocca del suo presidente, condivide appieno le parole dei vescovi quando ribadiscono che “Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione”. Un monito, quello dei Vescovi, a cui i volontari del Movimento e dei Cav fanno eco con tante testimonianze di mamme e famiglie aiutate ad accogliere e custodire la vita in un momento di difficoltà o di crisi, ribadendo che “la mamma e il bambino che porta in grembo sono due vite da amare”.

I volontari dei Cav sono, da sempre, al servizio della vita accogliendo il figlio insieme alla sua mamma, riconoscendo il concepito come un bambino, uno di noi, una persona meritevole di accoglienza e di amore non solo da parte dei suoi genitori ma dell’intera società.

Il fratello più piccolo, “il bambino non nato” è oggi tra le vittime della “cultura dello scarto”: lo scarto del dono che non vogliamo accettare, ricevere.

Papa Francesco parla nei suoi tanti interventi di una “Chiesa dei poveri”, “Chiesa in uscita”, “Chiesa ospedale da campo” perché la fede vera e autentica non è mai comoda e individualista ma “si sporca le mani”, si impegna per custodire e coltivare il mondo, per lasciarlo migliore a chi verrà dopo.

Per mons. Ravasi l’homo faber è il lavoratore che trasforma e tutela la natura con la quale ha una relazione di “alleanza”. Infatti, i due verbi “coltivare e custodire” nell’originale ebraico del testo della Genesi (‘abad e shamar) hanno anche il significato di “servire e osservare”. Essi sono gli stessi termini usati per puntualizzare l’impegno nei confronti dell’”alleanza” con Dio: da un lato il “servizio” dall’altro l’adesione alla legge divina “osservandola” nella vita quotidiana.

La vita va rispettata ogni giorno, nostro dovere è stare vicini alle situazioni ed alle donne perché non si arrivi alla soluzione estrema, alla disperazione. Ogni bambino non nato, dice ancora Papa Francesco, ma condannato ad essere abortito, ha il volto di Gesù.

È con questo spirito che i volontari del Cav di Lecce, fin dal 1991 anno della sua costituzione, profondono impegno e dedizione in questo servizio e si adoperano per salvaguardare la vita nascente, fin dal suo concepimento, riconoscendone diritti e dignità.

Presso il nostro Centro accogliamo e ci prendiamo cura delle donne che per tante ragioni e difficoltà, non ultime quelle economiche, sono tentate di interrompere la loro gravidanza. Qui trovano la disponibilità ed il conforto necessari ad affrontare le difficoltà che hanno di fronte, ascolto e sostegno.

A questo proposito il “Progetto gemma”, sostenuto da Fondazione Vita Nova, offre per 18 mesi “una carezza economica” di 160 euro alle gestanti che sono in difficoltà e che, anche grazie a questo aiuto, rinunziano ad abortire la creatura donata loro dal Signore della vita.   

La nostra associazione provvede altresì a fornire alle mamme latte, vestiario e tutto quello che riusciamo a recuperare utile alla crescita dei bimbi. Nell’anno appena trascorso, nonostante le tante difficoltà legate alla pandemia, abbiamo accolto e ci siamo presi cura di 49 mamme e delle loro creature.

Ringraziamo la diocesi di Lecce ed i suoi pastori alla cui intuizione si deve la presenza trentennale del Cav e che con il loro abbraccio hanno garantito e continuano a sostenere il nostro impegno per la vita.

Custodire ogni vita significa amare, custodire con il cuore è una festa, è un conforto, è un canto di lode a Dio. Festeggiamo la Giornata della vita! 

                                                                      

                                                             *presidente del Cav di Lecce

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