Venne un uomo mandato da Dio: Giovanni Paolo II

Sono alcune espressioni di un antico testo ebraico che descrive la morte di Mosè riportate sul ‘mattutino’ di Ravasi in Avvenire di ieri. E’ bello immaginare così la serena morte di Giovanni Paolo II. “Quel Signore che egli aveva tanto amato e testimoniato è sceso e si è accostato al suo capezzale e con un bacio gli ha preso la vita e l’anima per condurre a sé questa grande guida della sua Chiesa” (Ravasi).

Siamo a condividere la sofferenza per la perdita del Pastore della Chiesa universale che ci ha amati e che abbiamo amato. Siamo a domandare al Signore il premio per il suo servo buono e fedele, siamo a rinnovare al Datore di ogni bene la gratitudine per avercelo donato, siamo a rimotivare quella intensità di amore e completezza di donazione alla Chiesa che egli ci ha insegnato con la testimonianza della sua vita offerta ad immagine del Cristo Crocifisso che egli ha mostrato come emblema di speranza per i suoi discepoli e segno di confusione per i sapienti di questo mondo anche nella debolezza e sfinitezza del suo corpo segnato e sfigurato.
E’ indubbio che la morte di Giovanni Paolo II apre un vuoto; abbiamo perduto un sicuro e confortante compagno nel viaggio della vita. Non c’è più la presenza fisica di colui che ci ha insegnato a non avere paura ad aprire le porte a Cristo Redentore. Avvertiremo la mancanza del padre che ci ha aiutati a varcare la soglia della speranza e ci ha insegnato ad amare il vangelo della vita che ha predicato con coraggio e vissuto con coerente fedeltà.
Questo nostro Papa è riuscito ad entrare nella vita di tutti noi. Ci ha fatto sentire nella sua calda umanità la tenerezza della carezza misericordiosa di Dio Padre. Non ha allontanato nessuno. E’ andato incontro all’uomo senza sosta, percorrendo tutte le strade del mondo parlando, ascoltando, rincuorando, abbracciando…