“In nome di Cristo: Lasciatevi riconciliare con Dio”

“In nome di Cristo: Lasciatevi riconciliare con Dio”
 


A tutti voi che costituite l’Assemblea che si raduna in questo giorno santo per celebrare il memoriale della Risurrezione, il mio saluto e il mio augurio biblico e francescano: “ Il Signore vi benedica e vi custodisca. Vi mostri la sua faccia ed abbia misericordia di voi. Volga a voi il suo sguardo e vi doni pace”.
Questa parola è rassicurante e degna di fede. Dio non manca di adempire le sue promesse, è fedele, ama i figli suoi.
Oggi in qualche modo ci viene data e offerta una ulteriore garanzia per essere certi di avere accesso al trono della sua misericordia. In questo giorno di festa per la grande famiglia dei suoi devoti e figli spirituali, per noi che qui viviamo e operiamo tentando di non tradire troppe le consegne che ci ha affidato, si fa intercessore colui che del dono del Dio amore e misericordioso si è fatto interprete presso gli uomini e ambasciatore sicuro presso il trono dell’Altissimo: San Pio da Pietrelcina.
Anche quest’anno siamo moltitudine immensa: ci raduna e motiva la presenza delle tracce e delle impronte del rappresentante stampato delle stigmate di Cristo Crocifisso, il riverbero dell’azione pacificante di chi ha saputo essere manifestazione visibile della riconciliazione tra gli uomini e Dio, di colui che volgendo lo sguardo e il cuore sulle piaghe dell’umanità dolorante e sfigurata nel corpo dalle devastazioni della malattia e del dolore, ha innalzato un monumento di carità operosa elevandolo a tempio di preghiera e di scienza.
A tutti voi, fratelli e sorelle, che avete intrapreso il santo viaggio il mio saluto e il mio grazie. Non cessa lo stupore e la meraviglia per la puntuale e corale presenza. Per i lettori e cultori di statistiche e diagrammi puntualmente rimessi in discussione, vogliamo dare una nostra lettura che ci viene offerta da San Pio da Pietrelcina che ripeteva: farò più chiasso da morto che da vivo.
Alle autorità tutte di ogni ordine e grado una gratitudine viva e sincera per la loro presenza e per l’impegno e il servizio al bene e alla crescita delle nostre comunità.
A quanti, e sono tanti, che si sono prodigati per questi giorni di festa per preparare, organizzare, accogliere, garantire sicurezza e assistenza, l’assicurazione che per tutti c’è la gratitudine e la riconoscenza di noi che usufruiamo della vostra disponibilità, ma di sicuro la ricompensa del Datore di ogni bene al quale non sfugge nulla di quanto è fatto e donato in nome del servizio e dell’amore ai fratelli.
Ai confratelli tutti di Padre Pio e in particolare ai Frati Minori Cappuccini della religiosa provincia di Sant’Angelo e Padre Pio la mia ammirazione e la mia sincera, affettuosa e fraterna amicizia per la mole dell’impegno che vi vede protagonisti nell’accogliere e accompagnare i moderni cercatori del Dio misericordioso che affollano questi luoghi e questo Santuario. Il modello vi è davanti: il vostro/nostro Padre Pio. C’è da crescere nella imitazione della sua vita Santa e nella riproposizione del Dio amore che perdona e risana.

2. Ora, guidati dalla Parola che ci è stata proclamata, rileggiamo il mistero della epifania di Dio nella vita santa di Padre Pio.
Il brano del Vangelo di Marco ci narra del dialogo tra un anonimo, altrove qualificato come giovane, che domanda a Gesù l’occorrente per la vita eterna. La condizione decisiva è la scelta della povertà: Va’, vendi quello che hai, dallo ai poveri, avrai un tesoro.
Quale stupore per quella sottolineatura dell’evangelista: Gesù, fissatolo, lo amo’.
Quando Gesù ha fissato cioè è entrato dentro Padre Pio per dargli la certezza di sentirsi amato? Fin dall’infanzia ci narra lo stesso Padre Pio. Ma, a mio giudizio, c’è un momento unico e irripetibile nella vita del nostro Santo in cui in un dialogo misterioso e ineffabile cioè indicibile Gesù domanda amore e dona amore con un segno che rende Padre Pio immagine stampata del Dio Crocifisso.
E’ la mattina del 20 settembre 1918. Il dialogo è nella intimità della preghiera. Nelle parole di Padre Pio si avverte il misterioso passaggio di Dio nella sua vita, come ‘il mormorio di un vento leggero che segna il passaggio di Dio nell’episodio del Profeta Elia. Ce lo dicono le parole della lettera a P. Benedetto:”Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell’animo si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu un totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina: Tutto questo avvenne in un baleno (Epistolario 1, p.1094)
E in quella quiete indescrivibile c’è il dialogo: Piuccio mi ami tu? E alla rinnovata, generosa risposta: Gesù, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene, il Signore Crocifisso risponde on un misterioso personaggio: E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi dinanzi un misterioso personaggio… che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue…….La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue ( Epistolario 1, p.1094 )
E’ il sigillo dell’amore che farà di Padre Pio il segno leggibile per tanti e per noi di un amore che non ha paura di stamparsi anche nella vita degli uomini perché a tutti sia data la possibilità di incontrare l’amore che perché crocifisso è amore immensamente donato e garanzia di salvezza sicura e totale.

3. Parte ancor più da questo incontro misterioso e luminoso la missione di San Pio. Ha accettato nella sua carne i segni e il linguaggio della Croce, per rendere più forte e costante la fedeltà al ministero che il Signore gli aveva affidato rendendolo partecipe fin dal 10 agosto 1910 dell’unico ed eterno Sacerdozio di Cristo Gesù affidandogli, come ci ha ricordato l’apostolo Paolo, ‘il ministero della riconciliazione’. Lo vivrà, è storia a tutti noi nota, non come fedele esecutore di un mandato che la Chiesa gli ha affidato, ma offrendosi e facendosi vittima perché a nessuno di quanti accorrevano a lui venisse preclusa la possibilità dell’incontro con la misericordia divina che ricrea e dona vita nuova a chi crede nell’Amore. Così scrive a P. Benedetto il 29 novembre 1910: Da parecchio tempo sento in me un bisogno, cioè di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori…..Questo desiderio è andato crescendo sempre più nel mio cuore tanto che ora è divenuto, sarei per dire, una forte passione. L’ho fatta, è vero, più volte questa offerta al Signore, scongiurandolo a voler versare sopra di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori….purché converta e salvi i peccatori….ma ora vorrei fargliela al Signore questa offerta colla sua ubbidienza. A me pare che lo voglia proprio Gesù ( Epistolario 1, 206 ). (3).
Padre Pio è stato e continua ad essere il grande ambasciatore per Cristo. Continua a dirci: vi supplico in nome di Cristo, figli miei e devoti, lasciatevi riconciliare con Dio.
Questo nostro mondo, questa nostra storia così violentata e maltrattata, divisa e disorientata, egoista e bisognosa di amore, non può continuare a percorrere la china rovinosa che conduce al baratro della incomunicabilità , dell’odio assassino, della violenza irrazionale e crudele, ha bisogno di ritrovare i sentieri dell’amore che sa perdonare, rifiutando i percorsi della vendetta che dilania e allunga a dismisura faide e associazioni di vita cattiva o come meglio si comprende, malavitosa, scelte di pretesa giustizia col metodo del fai da te, operando per una presenza nella società e al suo servizio che annulli i particolarismi e favoritismi che se premiano gli amici, continuano a mettere all’angolo della miseria e del rifiuto i tanti che bussano a porte che non sanno e non vogliono aprirsi perché sono riserve a cui hanno accesso i soliti noti.

4. O San Pio, siamo ancora lontani dall’accogliere e vivere il mistero della Croce che tu hai annunziato e manifestato come mistero di riconciliazione e di pace. Prega per tutti noi, che non ritardi ulteriormente il mistero della nostra conversione, del nostro ritorno pieno all’amore del Padre.
Aiutaci ad essere operatori di bene e di pace, di amore verso i nostri fratelli ma anche di amore e di rispetto alle ricchezze che la Provvidenza ci ha donato.
Dal Paradiso ti sarai rattristato anche tu, quando hai visto che il fumo che saliva al cielo non era quello dell’incenso profumato delle nostre Chiese, ma era il fumo che ha distrutto e devastato questo nostro Gargano che tu in vita amavi definire Cattedrale del creato.
Anche questo bel tempio è stata scempiato e devastato per cattiveria, superficialità, imperizia? In tanti abbiamo pianto. Vorrai tu dal cielo, dal trono di Dio dove sei nostro ambasciatore per ottenere misericordia, conversione, riconciliazione, pace, domandare per noi quel segnale di speranza che rinsaldi la decisone dei figli di Dio, degli onesti e degli uomini di buona volontà, di lottare perché i segni dell’amore crocifisso continuino a fecondare vita nuova si che questo nostro vecchio mondo ritrovi la bellezza e la giovinezza dell’amore che continua a dar vita, come anticipo sicuro di quei nuovi cieli e di quella nuova terra che vogliamo abitare perché in essa finalmente avranno stabile dimora la giustizia e la pace?
Vergine Santa di Fatima, a nome di questa moltitudine di popolo santo di Dio, ripeto a te quello che San Pio di ha chiesto nell’altra tua visita : te ne vai e ci lasci senza darci la promessa che domanderai e otterrai che la nostra acqua inquinata si trasformi nel vino nuovo della speranza e della gioia?
Amen.

 


29/09/2007 Omelia per la solennità di San Pio da Pietrelcina – 23 settembre 2007

Pubblicazione TESTI E DISCORSI DI MONS. DOMENICO D’AMBROSIO