Sulle nostre strade
 


Ci hai radunati, Padre buono,
in festosa e pellegrinante assemblea
per celebrare il Sacramento pasquale del tuo Figlio.

Hai voluto mettere a dura prova
la nostra pur sempre
debole e fragile fede
nel nostro pane e nel nostro vino
che la parola del tuo Figlio Gesù
ancora una volta ha trasformato nel suo Corpo e nel suo Sangue.

E’ questo Pane vivo
che nel vespro di questo giorno santo
ha attraversato le strade
di questa nostra città,
strade che ci appartengono
perché su di esse ferve la vita e l’operosità
dei nostri giorni,
strade che diventano luogo d’incontro e di scontro,
strade a volte riempite
dalla serenità di un cammino condiviso,
talvolta dalle solitudini imposte dall’arbitrio di pochi
o scelte per speranze infrante e depresse.

Sono le strade, le nostre, che molto spesso
raccontano o gridano la povertà di molti,
l’emarginazione di alcuni,
le disturbanti richieste dei nuovi arrivati tra noi
che incrociano i nostri passi
e stazionano all’ingresso delle nostre chiese.

Le nostre strade sono i luoghi nei quali
in molti gridano anche la loro rabbia
per un lavoro che non c’è,
per un precariato che aumenta,
per attese tradite negate.

(Penso ai tanti che in questi giorni anche nella nostra città
si vedono condannati alla cassa integrazione preludio al licenziamento e a un giusto lavoro remunerato.
Proprio ieri, visitando una realtà lavorativa sicura e attenta che celebrava il buon andamento della produzione e dei rapporti umani, mi ha colpito un cartello che in una industria vicina dava il numero dei prossimi condannati – 168 – a un futuro incerto).

Signore Gesù,
ti abbiamo portato nelle nostre strade
non per ricordare a te ma a noi
che tu non ci lasci mai soli.
Dobbiamo chiederti perdono
se una fede incerta e dubbiosa
ti rende evanescente se non assente. ai nostri occhi.
Ma tu, sconosciuto e nascosto,
rinvigorisci le nostre speranze esauste
e fai ardere il nostro cuore con la tua parola.

Rimani con noi, Signore,
apri i nostri occhi,
riscalda il nostro cuore.

Il viaggio della vita,
è esperienza di tutti,
talvolta ingenera la convinzione
che tutto è perduto.
Forse abbiamo vissuto l’esperienza
che tu, o Cristo eri morto in noi.
Per qualcuno anche tra noi,
non esisteva più nessun Gesù sulla terra.

“Seguivamo una strada
E qualcuno ci veniva a lato.
Eravamo soli e non soli.
Era la sera “ (F. Mauriac).

Ed ecco una porta aperta e siamo entrati e dentro
con meraviglia e stupore abbiamo contemplato:
“ O pane spezzato (il tuo)
o porzione del pane conSacrato
malgrado tanta miseria” (F. Mauriac),
– la miseria del nostro peccato.

Rimani con noi.
E’ sempre in agguato la sera della vita
con le sue ombre, le sue paure, le sue sconfitte.
Resta con noi, Signore:
non saremo soli,
non avremo paura.

 


13/06/2007 Preghiera al termine della processione del Corpus Domini – 10 giugno 2007

Pubblicazione TESTI E DISCORSI DI MONS. DOMENICO D’AMBROSIO