“Pietra viva, scelta e preziosa davanti a Dio”

“Pietra viva, scelta e preziosa davanti a Dio”
Omelia per la Dedicazione della nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina


“La grazia del divino Spirito regni sempre come sovrano nel vostro spirito e vi guidi sempre a maggior perfezione. (…) Vorrei pregarvi nel Signore di deporre, per quanto è possibile, ogni timore ed avere sempre confidenza, fede, amore “.

1. Con queste parole di San Pio da Pietrelcina vi accolgo e vi saluto nell’amore del Signore, fratelli e sorelle, giunti da ogni parte della terra, per partecipare al solenne rito della dedicazione di questo nuovo tempio alla santa e divina Trinità, esaltata e fattasi epifania per noi nell’umile e santa vita del nostro Padre Pio.
Sorpresi, stupiti, meravigliati, colmi di gioia grande e grata, ci scopriamo segno vivo ed eloquente di “quella moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap7,9), per stringerci a Cristo, “pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio per venire “impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale” (1 Pt2,5).

Il mio saluto, la mia gratitudine è per ciascuno di voi, in particolare per le autorità di ogni ordine e grado che con la loro presenza sottolineano l’importanza e l’eccezionalità dell’evento che stiamo celebrando, per gli eccellentissimi confratelli vescovi che ricordano l’ecclesialità della celebrazione, per il rappresentante del Santo Padre Giovanni Paolo II, il nunzio apostolico in Italia l’Ecc.mo Mons. Paolo Romeo. Egli è qui per ricordare a tutti noi l’amore e la devozione del Successore di Pietro per Padre Pio, dono per tutta l’umanità. Non possiamo non innalzare la nostra preghiera al Signore per colui che presiede la carità della Chiesa universale: Dominus conservet eum et vivificet eum. Il Signore lo custodisca, lo protegga perché con la debolezza delle forze umane resa vittoriosa dalla potenza del Cristo, guidi la Chiesa sui sentieri della speranza.

2. C’è un grazie che tutti noi dobbiamo alla grande famiglia religiosa dei Frati Cappuccini, al Ministro Generale fra John Corriveau, al Ministro Provinciale fra Paolo Cuvino e alla grande schiera dei loro confratelli, in particolare quelli della Provincia religiosa di Sant’Angelo e San Pio da Pietrelcina che “dando prova di zelo apostolico, hanno raccolto l’eredità spirituale di Padre Pio e l’hanno custodita fino ai nostri giorni, contribuendo a diffonderla nel mondo” (Giovanni Paolo II) e oggi donano alla Chiesa e al mondo questo nuovo Tempio di San Pio da Pietrelcina perché, secondo le parole del Santo Padre, alle numerosissime persone che qui saranno accolte, venga annunciata la Parola consolatrice e illuminante di Dio, e “a ciascuno sia dato di attingere con abbondanza alle fonti della grazia mediante la fervorosa partecipazione ai Sacramenti ed in modo particolare all’Eucaristia e alla Penitenza” , i due poli attorno ai quali Padre Pio ha fatto riscoprire il valore della Croce di Cristo come centro ispiratore di un’autentica vita cristiana.

3. Entrando in questo Tempio, a chi familiarizza quotidianamente con il cibo della Parola di Dio, viene immediata l’immagine della Gerusalemme celeste del libro dell’Apocalisse:
“Vidi… la nuova Gerusalemme….
pronta come una sposa adorna per il suo sposo…
Ecco la dimora di Dio con gli uomini.
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il Dio con loro” (Ap21,2.3).

Ora aspersi con l’acqua, segno del lavacro battesimale che ci fa in Cristo nuova creatura e tempio vivo dello Spirito, aperto il Libro che rivela e proclama il mistero di Cristo, ci disponiamo ad accogliere, pieni di gioia il Signore che oggi porta a questa casa e a coloro che in essa entreranno, la salvezza.
Questo tempio santo è stato costruito ed edificato con la pietra del nostro Gargano, la pietra scavata, levigata, incastonata e impreziosita dall’arte del sapiente architetto che, prestando ascolto alle voci esterne ma soprattutto a quella di dentro che lo invitava ad accingersi a quest’opera grande, ha dato volto, figura, novità e suono alla pietra nuda, silente e inerte della nostra terra, sostenuto e accompagnato dall’interprete e mistagogo delle cose di Dio che nella liturgia e nei suoi segni diventano fiumi di grazia certa. Questa pietra ora, per la potenza dello Spirito, diventa roccia salda e santa, immagine e segno della “pietra angolare, scelta, preziosa”(1Pt2,4), Cristo Signore. E’ pietra di salvezza non d’inciampo perché noi crediamo alla Parola.
D’ora in avanti la pietra dell’altare e del tempio unti con il crisma diventano per tutti gli ‘auditores et factores Verbi’, ascoltatori e operosi realizzatori della Parola, che in questo luogo saranno costituiti in assemblea santa, “segno visibile del mistero di Cristo e della Chiesa”( cf.Rito della dedicazione-altare).
Qui la pietra ribaltata del sepolcro canterà la vittoria del Risorto sulla nemica morte e con gli occhi intensi, penetranti e gioiosi di Maria di Magdala, col volto partecipe e solidale di Nicodemo/Padre Pio, con la corsa ansimante ma ricca di speranza di Pietro e Giovanni, saremo in ascolto della Parola e del canto gioioso della risurrezione.

4. Qui c’è il segno della pietra dell’altare conficcata in un grido di dolore con la terra martoriata dell’uomo, ma che per il mistero/memoriale che su di esso si compie, riapre le porte della speranza certa.
“L’altare è il segno permanente di Cristo Sacerdote e vittima”.
“L’altare – scrive Simeone di Tessalonica – è conSacrato per ricevere i Sacrifici spirituali…le tovaglie che lo coprono, come sudario di Nicodemo, servono ad avvolgere il corpo e il sangue del Figlio di Dio”. Ma dall’altare è Cristo presente che, con l’immensità del suo amore che accoglie, risana e vivifica, avvolge tutto il corpo della sua Chiesa .

L’altare è anche la mensa a cui i discepoli sederanno nel regno di Dio. “ La mensa significa Gesù pietra della vita e pietra angolare…La santa mensa rappresenta il luogo della sepoltura dove fu posto Cristo”. (Simeone di Tessalonica)
È la tavola dell’Eucaristia.
E’ la mensa che Cristo Signore imbandisce e prepara per tutti noi. A questo banchetto tutti sono invitati. Non c’è nessun Lazzaro costretto a raccattare o a difendere le briciole che cadono dalla mensa. A nessun povero – e sono sempre più numerose le nostre povertà – è impedito di entrare. Tutti sono invitati perché questo è il banchetto che purifica e dà gioia e la nostra festa è vera e piena quando è condivisa da tutti.

5. La parola che ci è stata proclamata , deve essere da tutti noi accolta, vissuta. Siamo, ci ha ricordato l’Apostolo Pietro, “impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale” ( 1Pt 2,5).
Ora ascoltiamo una parola di San Bernardo: “Cerchiamo la casa di Dio, cerchiamo il tempio, la città, la sposa. Difatti, non l’ho dimenticato, ma lo dico con timore e rispetto: noi siamo tutto questo. Siamo noi ma nel cuore di Dio; siamo noi, ma per sua degnazione, non
perché ne siamo degni. L’uomo non usurpi ciò che è di Dio e non ardisca glorificare se stesso (…) A questa casa si addice la santità…quella che prima era casa, in seguito diventa anche tempio di Dio” ( Disc . V per la Dedicazione).
“ A questa casa si addice la santità”. Siamo ben convinti che la santità non risiede nelle pietre dell’edificio materiale. Se questa chiesa di pietra è chiamata Tempio, edificio Sacro, è perché in essa deve riflettersi la santità di coloro che qui si radunano.
Il vero tempio siamo noi, ripete San Bernardo. “E’ in te che Dio cerca la santità, per la sua gloria. Bada che nel tuo cuore non ci siano mura cadenti e recinti che crollano; come in certe antiche chiese in abbandono”. ( Mons. Magrassi).
Uno sguardo disincantato e preoccupato alla realtà che siamo chiamati a costruire, evidenzia il crollo dei valori in questa nostra società, crollo che rende ansimante e fortemente turbato il nostro cammino.
Guardo i grandi archi di pietra che sostengono e rendono saldo e sicuro questo tempio e penso a quel monaco medievale che davanti all’incendio di una cattedrale alla gente che si affollava e affannava inutilmente per spegnerlo, gridava: ‘salvate le arcate principali…Si siamo chiamati a salvare i fondamenti, gli archi portanti della nostra convivenza, della condivisione pensosa e preoccupata per il bene dell’uomo, immagine e gloria di Dio.

6. Questo tempio racconterà alle moltitudini di pellegrini il mistero dell’unica santità che è di Dio, stampata e ripresentata nella vita di Padre Pio che, chiamato, ha seguito il Signore Gesù “nella totale immersione nel mistero della Croce” (Giovanni Paolo II), in lui stampata e resa anche visibilmente eloquente.
Noi, discepoli del Cristo, devoti di Padre Pio, siamo gli eredi della sfaccettatura di santità che in lui il Signore ha voluto presentarci. Non posso non ricordare quanto il Santo Padre mi ha detto e scritto, impegnandomi ad essere ‘il custode dell’eredità di Padre Pio’.
E l’eredità è la santità. Questa è la profezia da raccogliere, è l’eredità da condividere, è la rinnovata novità che i cristiani sanno portare a un mondo preda di inutili, ripetuti modelli che non conquistano perché non mutuano dal Crocifisso Risorto, quella proposta che trova il suo fascino e dunque crea risposte generose nel luogo santo, sull’altare, come per Padre Pio il quale affermava: “ Io me ne vado al torchio della chiesa, al santo altare, dove continuamente stilla il Sacro vino del sangue di quell’uva deliziosa e singolare, che solo a pochi fortunati è permesso inebriarsene” (Epistolario/III,pg.588).

7. O alta, beata Santa Trinità.
A te il nostro canto di lode e di benedizione
per il dono della tua presenza
in questo santo tempio
dove i giusti saranno dissetati
alle sorgenti della gioia;
dove nulla manca a coloro
che sanno vedere Dio
che in questo luogo
ha stabilito la sua dimora;
dove il Signore si cingerà
e passerà a servire i suoi eletti;
dove risuonerà il canto perenne
della risurrezione
che darà vita, forza, speranza;
dove i peccatori troveranno
l’abbondanza dell’amore e del perdono;
dove gli sfiduciati e gli smarriti di cuore
incontreranno il compagno di viaggio
che riscalda, rincuora e riapre alla speranza;
dove le moltitudini di pellegrini
contempleranno il mistero della croce
fattasi oggi epifania per noi
nella vita santa e crocifissa
di San Pio da Pietrelcina.
Siano rese grazie a Te,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
Amen

 


01/07/2004 1 luglio 2004, Dedicazione del nuovo Santuario di San Pio