Con Maria, cum festinatione

Con Maria, cum festinatione, per annunciare il Risorto sulle strade del Gargano
 


Con Maria

1. Siate benedetti da Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, tutti voi fratelli e sorelle che con la vostra presenza orante, affollate questa Basilica di S. Maria Maggiore di Siponto per invocare dal Risorto , per intercessione della sua e nostra Madre, l’abbondanza anzi la pienezza del dono dello Spirito di cui abbiamo bisogno, per dare avvio con fiducia e speranza all’Anno Mariano/Missionario e alla Visita Pastorale.
Sulle strade della storia che percorriamo con tutti gli uomini di buona volontà, a noi discepoli del Risorto è stato affidato il mandato di predicare il vangelo, paghi non della competenza dei maestri di questo mondo che insegnano dottrine ma non vivono di esse, ma con l’impegno nell’ essere testimoni che vivono di quello che annunziano con la forza della speranza che il mistero della risurrezione genera nella nostra vita.
Ho visto nel cinquantesimo anniversario dell’incoronazione della venerata icona della Vergine di Siponto per le mani dell’allora Card. Angelo Roncalli, oggi Beato Giovanni XXIII, non solo un evento significativo per la storia della nostra Chiesa, ma qualcosa di più come un kairos, un tempo favorevole , come un anno di grazia del Signore che per mezzo di Maria viene a visitare il suo popolo e ci chiede, come ci ricorda il tempo santo di Avvento, di essere vigilanti nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità.
L’usura del tempo, la monotonia dei gesti, lo scontato della fede, appannano la vigilanza, la gioia, il servizio al Vangelo. Siamo allora chiamati a riprendere la novità perenne dell’impegno per l’annunzio del vangelo. Non possiamo rimanere fermi nelle nostre case, attendisti nelle nostre comunità: dobbiamo prendere il largo per guadagnare i confini del mondo, non quello che si raggiunge con lo sguardo sulle carte geografiche né quello che i media ogni giorno ci obbligano a guardare con l’immensità delle sue sofferenze e delle sue tragedie. I confini del mondo ora per noi sono i confini delle nostre terre, quelli delimitati dallo spazio dell’impegno e del servizio alla nostra Chiesa che vive e opera per donare Cristo, speranza e salvezza, una Chiesa nella quale tanti nostri fratelli attendono chi doni loro la certezza di una salvezza cui hanno diritto.
Molto spesso la paura di camminare da soli, ci fa
smarrire l’entusiasmo per l’annunzio, frena indebitamente i passi dei messaggeri di liete notizie, presi come siamo dalla smania di calcolare, verificare, tirare le somme anzitempo.
Ma per noi la paura della solitudine è vinta da una certezza; in questo guadagnare i confini della nostra Chiesa per portare Cristo Gesù, speranza del mondo, ci precede e ci accompagna Maria. Non sarà facile arrivare ai tanti nostri Ain-Karim. C’ è però la Madre che traccia sentieri e itinerari sicuri e diventa in qualche modo immagine e figura della Madre/Chiesa che reca nel suo grembo il Salvatore. Maria è l’arca che porta la presenza salvifica del Signore in mezzo al suo popolo
Maria non soltanto indica e traccia i percorsi sicuri. E’ modello esemplare di ascolto e di servizio alla Parola: “ Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc1,38). Dobbiamo, sul suo esempio, riscoprire la gratuità generosa e la fedeltà senza riserve e senza pretese, quella del servo, per comprendere la forza unica della Parola di Dio che dobbiamo portare e annunziare.

Cum festinatione

2. Il versetto 30 del cap. 1 di Luca così è reso nella traduzione italiana: “ In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda”. A me sembra che l’originale greco dica molto di più. C’è il termine anastasa, che ci rimanda alla parola risurrezione. La parola che raggiunge Maria, profeticamente la pone nel dinamismo della risurrezione, della vita nuova che essa porta in grembo. La parola di Dio quando viene a noi, ci interpella, domanda, attende risposte, smuove il nostro torpore, cancella le nostre pigrizie e ci impegna ad entrare nella novità che essa contiene come parola viva ed efficace. In fondo opera in noi qualcosa del dinamismo della risurrezione, muove e chiarisce il mandato che viene consegnato ai suoi destinatari. Mandato che non deve fare i conti con i nostri progetti e i nostri tempi.
La parola ricevuta, cum festinatione, in fretta, deve essere portata ed annunciata.
Maria comprende e agisce. Il Vangelo ci dice che, alzatasi, risorta, in fretta compie il viaggio. L’adesione alla volontà di Dio, l’obbedienza alla sua voce, non devono compiersi con rimandi e tentativi di interpretazioni umane, ma con gioia e decisione. Chi segue la sua voce ed è ripieno del suo spirito cammina con cuore gioioso e con animo aperto anche per strade faticose e impervie come le nostre. Questo viaggio di Maria non è una cosa ordinaria e comune. Che una giovane vergine intraprenda da sola un viaggio lungo e pieno di difficoltà e poi resti per mesi lontana da casa era per gli Israeliti di allora qualcosa di sorprendente se non di scandaloso. Ma Maria è serva della Parola, norma unica e progetto sicuro per la sua vita. Non i suoi calcoli, non usanze e abitudini del suo popolo possono guidarla. La Parola ha preso possesso pieno della sua vita.
Forse noi, pur raggiunti dalla Parola, abbiamo atteso troppo. Ci siamo lasciati prendere eccessivamente dalle nostre analisi e dai nostri programmi pastorali, non riflettendo a sufficienza che non dobbiamo frapporre indugi al Vangelo da annunziare e portare con coraggio e passione. Siamo chiamati, in questo anno mariano missionario a ritrovare l’entusiasmo e la gioia dell’andare.
A voi laici in particolare, in forza del battesimo ricevuto che vi fa partecipi dell’ufficio profetico, Sacerdotale e regale di Cristo Signore, soprattutto per l’animazione cristiana delle realtà temporali , compete questo annunzio. Sento in questo momento di dire il mio grazie a quanti si sono resi disponibili per questo annunzio e, ricevendo da me il mandato, saranno i missionari che porteranno Cristo Gesù nelle comunità di questa nostra Chiesa.

Per annunciare il Risorto

3. Quale il motivo che ci spinge a raggiungere, in fretta, con Maria le nostre Chiese, le strade, le case, i luoghi della sofferenza e dell’abbandono, le scuole, le officine, le realtà preposte alla vita delle comunità?
Rispondo con le parole dell’Apostolo Paolo: per far “conoscere lui ( il Cristo ) e la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze” (Fil3,10).
Far conoscere il Cristo per poterlo amare e fare di lui, come lo è per noi, la novità dell’ esistenza e il centro irradiante e lievitante per quanti saranno raggiunti dal nostro annunzio e presteranno ascolto alla Parola che dà vita.

Vi ripropongo alcune sottolineature che ci venivano indicate dal Card. De Giorgi nella celebrazione anniversaria del 50° delle incoronazione della nostra Icona,, lo scorso 28 agosto e che dovremo, soprattutto quanti tra noi saranno chiamati all’annunzio missionario, tenere presenti:

“ Agente principale della missione è lo Spirito Santo che apre la bocca di chi parla e il cuore di chi ascolta. Maria è stata ricolma di Spirito Santo ed è stata la più perfetta discepola e la prima missionaria del Figlio suo. Lasciamoci anche noi guidare da lui.

– Sorgente della missione è la santità, la nostra conformazione a Cristo e non al mondo (……). Maria è la sua copia più conforme.

– Condizione per la credibilità e la fecondità della missione è la comunione ecclesiale. Ha realizzato nel grado più alto l’intima unione con Dio e con gli uomini in Cristo, fino a diventare nel Cenacolo il segno dell’unità e della concordia, che devono caratterizzare la Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo, come casa e scuola di comunione”.

– “Forza della missione è la preghiera che ha il suo vertice nell’Eucaristia. Maria è maestra di preghiera, offrì se stessa col Figlio ai piedi della Croce. Vera donna eucaristica con tutta la sua vita, ci esorta a fare dell’Eucaristia il cuore della nostra vita”

– “Anima della missione è la carità al servizio di tutti, soprattutto degli ultimi. Maria è la serva del Signore che si fece serva dell’uomo per portare a tutti l’aiuto, il conforto, la gioia”.

Siamo tutti ben consapevoli che non siamo i tecnici della comunicazione e dell’annunzio. Dunque non andremo alla ricerca di quei mezzi con i quali i persuasori occulti sanno far cadere ogni resistenza e far passare ogni loro messaggio, convinti come siamo, che “la parola di Dio è viva, efficace, e più tagliente di ogni spada a doppio taglio” ( Eb 4,12 ) .

Vogliamo essere soltanto i testimoni che rendono credibile il messaggio che trasmettono con la coerenza della loro vita, che implorano nella preghiera incessante la luce dello Spirito che riscalda e converte, che affidano alla forza dell’amore che li unisce a Cristo, il grande compito che questa nostra Chiesa ci affida in questo anno di grazia del Signore.

Sulle strade del Gargano

4. Prendo in prestito da uno dei martiri del secolo scorso Martin Luther King una espressione che faccio mia: I have a dream. Ho sognato molto in questi ultimi mesi al pensiero di questa grande avventura di grazia che il Signore per mezzo di Maria dà da correre alla nostra Chiesa

Ho sognato anzitutto che veramente questo tempo sarà per tutti noi, come ho detto poc’anzi, kairos, tempo opportuno, il tempo del passaggio di Dio che non si affiderà al chiasso roboante di messaggi o di iniziative eclatanti. In fondo Dio, ne sono convinto, anche questa volta attraverserà la nostra vita, come per il profeta Elia sull’Oreb, con “il mormorio di un vento leggero” (1Re,19,12). Parlerà in modo nuovo al nostro cuore. Dovremo pertanto essere pronti, attenti, vigilanti, non distratti né sfiduciati o delusi.

Un secondo sogno è quello di veder crescere tra tutti noi l’amore e la conoscenza di questa nostra Chiesa, di certo con i suoi limiti e le sue attese, ma soprattutto con la ricchezza di amore con cui la ridonda il Signore. Da questa conoscenza e da questo amore mi aspetto una disponibilità a farci carico in più persone dei suoi reali bisogni, mettendo da parte personali interpretazioni e vedute, o mascherate forme di giudizi negativi e Saccenti o di classificazione in categorie di serie diverse. Rendendoci pronti al servizio e alla scambio reciproco. Deve aumentare il numero di coloro che sanno che questa Chiesa con i suoi problemi, le sue urgenze non può essere fardello pesante e opprimente di pochi ( vescovo, presbiteri).

Penso a un presbiterio entusiasta, disponibile, pronto a mettere in atto energie e dedicazione somma a vantaggio di questa comunità, capace di correre laddove le attese dei fratelli e le urgenze del Regno domandano.

Sogno un laicato adulto che entra a pieno titolo nella vita della comunità con le sue risorse, con le sue capacità, con la sua piena partecipazione

E’ responsabilità di ogni membro di questa grande famiglia che ha i suoi figli, uguali nella dignità e nelle premure per la crescita della loro vita di fede, a Manfredonia, a Vieste, a San Giovanni Rotondo, a Monte Sant’Angelo, a Zapponeta, a Borgo Mezzanone, alla Frazione Montagna, a Macchia, a Mattinata, a Peschici, a Vico del Gargano, a S.Menaio, a Rodi Garganico, a Ischitella, a Carpino, a Cagnano, alle Isole Tremiti, una responsabilità che deve vedere tutti attenti e premurosi perché maturi la novità del Vangelo e si superino forme ingiustificate di rassegnazione e di rifiuto di un cammino pastorale che, al di là delle distanze e dei faticosi percorsi del nostro Gargano, chiede alla nostra Chiesa un salto di qualità e per l’entusiasmo con cui viviamo l’appartenenza a Cristo Signore e per la vivacità di contenuti con cui riusciamo a trasmettere il messaggio cristiano.

Conclusione

5. A te, Vergine Santa, Madre e Regina di Siponto la nostra preghiera: la tua intercessione e la tua presenza accompagnino i passi del cammino missionario di questa Chiesa
Rendici attenti alla Parola del tuo Figlio, pronti a portarla con fedeltà allo Spirito e con amore generoso ai fratelli.
Non farci smarrire nelle nostre paure o nelle stanchezze dei nostri propositi.
Resta con noi, come con gli Apostoli nel Cenacolo per insegnarci a pregare, per aprirci all’attesa del dono dello Spirito, per farci gioire della forza della comunione.
A te, Arcangelo Michele, che in questo luogo apparisti al Santo Vescovo Lorenzo Maiorano, la nostra invocazione perché tu difenda la nostra Chiesa dagli assalti del maligno e la renda sempre pronta ad accogliere il suo Signore.
Santi nostri Patroni siate per tutti noi presenza costante presso il trono dell’Agnello.
Amen

 


30/11/2005 Omelia per l’inizio della Peregrinatio, 29 novembre 2005

Documenti allegati: Con Maria – Inizio pereregrinatio.pdf
Pubblicazione TESTI E DISCORSI DI MONS. DOMENICO D’AMBROSIO