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Atti del 1969, Eco Idruntina, Scritti su Mons. Riezzo

Saluto del Sindaco di Otranto

4seohunt.com/www/www.mons-nicolariezzo.org. da L’ECO IDRUNTINA Bollettino Ufficiale per gli Atti dell’Arcivescovo e della Curia Anno PUBBLICAZIONE MENSILE  L Giugno-Luglio 1969 Nn. 6-7

NEL NOME DEL SIGNORE

 1° giugno u.s., secondo il programma stabilito, S.E. Mons. Nicola Riezzo ha fatto il suo ingresso solenne nella nostra arcidiocesi. E’ stata una giornata indimenticabile. La comunità diocesana era ampiamente rappresentata, non solo dagli invitati «ufficiali» (associazioni, enti, clero, religiose, personalità politiche, civili, militari, ecc.), ma anche dal popolo, che è convenuto numeroso ad accogliere il suo novello Pastore, con l’entusiasmo e la fede che gli sono caratteristici.

Mons. Arcivescovo è rimasto visibilmente commosso. Ha ascoltato con grande attenzione il discorso del sindaco della città di Otranto, Martire Schito, dinanzi al monumento degli Eroi e Martiri del 1480, cui facevano da cornice l’ampia distesa dell’Adriatico e le torri maestose alle spalle della «Porta Alfonsina». Era uno scenario incantevole.

L’Arcivescovo è passato, poi, benedicente, tra due ali fitte di popolo che lo applaudiva lungo il tratto che dal Lungomare porta nella cattedrale .Nel maestoso tempio, il più grande del Salento, il canonico don Paolo Ricciardi, sindaco del Capitolo Metropolitano, gli ha rivolto l’indirizzo di saluto, a nome del Clero e fedeli dell’arcidiocesi. Quindi, è iniziata la concelebrazione. Al Vangelo, Mons. Riezzo, da maestro, ha tenuto l’omelia sulla festa della SS. Trinità. Alla fine, umilmente, ha fatto una breve «presentazione» di sé.

 

 

Il saluto del Sindaco di Otranto Martire Schito

 

Eccellenza Reverendissima,

nel rivolgere a V.E. il primo saluto, devoto ed affettuoso, della Città, che è sede antichissima della gloriosa Arcidiocesi di Otranto, il mio pensiero corre spontaneamente alla figura di un altro Vostro grande predecessore sulla cattedra ottantina, il Ven. Vincenzo Maria Morelli che da Lecce venne, circa due secoli or sono, in mezzo al nostro popolo, portando il profumo della sua santità e delle sue virtù, di cui resta oggi ancora vivo e commosso ricordo.

Già la persona stessa dell’E.V. si accosta molto da vicino alla figura di Mons. Morelli, del quale la storia sottolinea una profonda dottrina unita ad una grande pietà. E sono sicuro che oggi lo spirito del Ven. Morelli esulta nel sacrario della nostra Cattedrale, dove tra poco V.E. farà il suo ingresso e celebrerà il suo primo Sacrificio Eucaristico.

La Città di Otranto esulta in questo momento di grande importanza storica, anche perché un degnissimo figlio della Terra Salentina siede su questa cattedra Arcivescovile a cento anni dalla scomparsa dell’altro Metropolita, Vincenzo Andrea Grande, di Lecce, che i nostri Padri otrantini chiamavano: «Grande di nome e di fatto». Questi accostamenti storici non sono una retorica trovata unicamente per un saluto ufficiale. A nome della cittadinanza, che qui ho l’onore di rappresentare, Vi debbo dire, Eccellenza, che noi già Vi vogliamo bene e attendevamo questa giornata quale premio delle ansie e delle speranze nutrite in questi mesi, da quando cioè il S.Padre destinava alla sede Primaziale di Salerno l’indimenticabile Vostro predecessore Mons. Gaetano Pollio.

Già conosciamo, Eccellenza, molti aspetti fondamentali della vostra personalità. Conosciamo le multiformi opere di attività pastorale che avete realizzato nella vetusta diocesi di Castellaneta, dove l’antico docente di Teologia dommatica, che ha  educato intere generazioni di Sacerdoti del Clero Pugliese e moltissimi del nostro clero diocesano, ha dimostrato come la profondità della dottrina teologica si è accoppiata ad una intensità di opere per il bene della comunità diocesana.

Conosciamo già, Eccellenza, la vostra profonda pietà, l’intenso amore per le anime, la corrispondenza cioè tra parole e fatti che emerge dal Vostro programma episcopale improntato all ‘invito dell’Apostolo Paolo: «Caritas Christi urget nos».

Sono questi i pastori di anime che oggi il popolo esige: vicini alle ansie, alle sofferenze, alla vita quotidiana, fatta di lavoro e sacrifici, che il nostro popolo vive, sentendo nella Fede la più valida ancora di salvezza nelle vicende della quotidiana esistenza.

Sappiamo già, Eccellenza, che amate vivere in mezzo al popolo, che amate conversare con gli umili, che entrate nelle loro officine, che avete piacere di andare a trovarli perfino nei loro centri rurali.

Il nostro popolo, Ecc., vuole essere vicino al suo Vescovo, perché, oltre tutto, vede in Lui il Padre, il pastore, la guida e in molte circostanze anche il consolatore, quando gli interventi degli uomini riescono vani e menzogneri.

Sappiamo che amate i giovani, che seguite le loro vicende, che Vi interessate dei loro problemi, la cui soluzione non si può cercare in tante moderne deviazioni dello spirito, ma alla luce della Fede, negli ideali più nobili di ogni civile e cristiana convivenza.

La Vostra preoccupazione per le opere di attività sociale, di cui abbiamo avuto concreta notizia, non è motivata da fini puramente contingenti, ma è radicata in quell’amore di Cristo che guarda a tutte le anime indistintamente come a membri di un’unica famiglia.

La Città di Otranto, e, mi sia concesso di interpretare i sentimenti degli altri, anche le popolazioni dei numerosissimi Comuni della nostra Archidiocesi, si soffermano con molto interesse e con viva speranza a quest’ampia visione dell’Ecc. Vostra per le esigenze più urgenti della società contemporanea, che anche nel nostro Salento guarda ancora alla Chiesa come alla guida spirituale e sociale, visto che la spinta al benessere economico, giustamente reclamato dalla nostra gente, deve andare di pari passo con la vita cristiana.

E noi di Otranto non vogliamo smentire questi nostri sentimenti cristiani e civili che ci sono stati trasmessi come la più preziosa eredità dai nostri Padri e dai Nostri Martiri ed Eroi.

Otranto, come Vostra Ecc.za sa, è piccola agli occhi degli uomini ma è grande agli occhi della storia e principalmente a quelli di Dio, che si servì di 800 nostri fratelli perché il Salento, in un’epoca tormentata della vita della Chiesa, dimostrasse quanto siano validi in tutti i tempi i valori morali e spirituali dell’uomo.

A questa esultanza per la Vostra venuta, permettete, Ecc.za, che pure io, oltre che come Sindaco di questa Città, come semplice figlio di questa Archidiocesi, rivolga in questo momento il mio devoto pensiero al Santo Padre, che anche in questa scelta così preziosa dell’Ecc. Vostra ha mostrato una particolare predilezione per Otranto e per l’intera Arcidiocesi dei Martiri.

La data del 1° giugno 1969 entra, così, nella storia, satura di vicende plurimillenarie di questa città, che saluta in Voi il 71° Arcivescovo di Otranto e il continuatore di quella grande tradizione di Fede che ha sempre caratterizzato questa città, nota nella Chiesa e nel Mondo per l’esempio fulgido dei nostri Padri.

Noi continueremo, Eccellenza, su questa scia e siamo sicuri che da oggi un’era nuova si aprirà per la città di Otranto e per tutta l’Arcidiocesi, a cui Vi preghiamo di impartire la Vostra prima benedizione pastorale.

 

Otranto, 1 giugno 1969

 

MARTIRE SCHITO

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- Articolo su Il PAESE NUOVO che informa dell'avanzamento del processo di Canonizzazione -DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 17 aprile 2008, n. 311  pubblicato sul Bollettino Regionale  Anno XXXIX BARI, 30 APRILE 2008 N. 69 per  l'Autorizzazione alla  tumulazione privilegiata di Mons. Nicola Riezzo.
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