ATTI ANNO 1975 III: IL RITUALE DEL SACRAMENTO DELL’UNZIONE DEGLI INFERMI (PUNTI DI MEDITAZIONE)
Per ricevere l’Unzione si richiede nel soggetto quanto segue:
1) ESSERE IN VITA.
“Se il sacerdote iene chiamato quando l’infermo è già morto, raccomandi il defunto al Signore, perché gli conceda il perdono dei peccati e lo accolga nel suo regno; ma non gli dia l’Unzione” (R. n.15).
2) AVER RICEVUTO IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO, perché è la porta dei sacramenti.
3) AVERE UN’INFERMITA’ GRAVE: perché “l’uomo gravemente infermo ha bisogno, nello stato di ansia e di pena in cui si trova, di una grazia speciale di Dio per non lasciarsi abbattere, con il pericolo che la tentazione faccia vacillare la sua fede”. (R. n.8).
L’infermità grave si può avere:
- per una malattia fisica o psichica;
- per l’indebolimento accentuato delle forze, nei vecchi; (R. n.11)
- per un male pericoloso che è motivo di un’operazione chirurgica (R. n.10).
4) “Il sacramento dell’Unzione si può ripetere non solo quando il malato guarisca dalla malattia nella quale ha ricevuto l’Unzione, ma anche quando nel corso della medesima malattia subisca un aggravamento” (R. n.9). Questo è richiesto dal fine dell’Unzione.
5) NEI BAMBINI, AVERE L’USO DELLA RAGIONE sufficiente a far loro sentire il conforto del sacramento dell’Unzione.
6) AVERE LA FEDE, particolarmente nel sacramento dell’Unzione:
“Nel sacramento dell’Unzione, esplicitamente legato alla preghiera della fede (Gc. 5,15), la fede stessa si esprime e si manifesta prima di ogni altro sia dal ministro che conferisce il sacramento, sia soprattutto dal malato che lo riceve” (R. n.7). Nel malato la fede (congiunta con le virtù della speranza, della carità, della penitenza ecc.) è disposizione, in proporzione della quale riceve dal Signore i frutti del sacramento dell’Unzione.
7) AVERE L’INTENZIONE O VOLONTA’ DI RICEVERE IL SACRAMENTO DELL’UNZIONE: Il Signore vuole la libera collaborazione dell’uomo alla sua opera di salvezza. “Nella catechesi sia pubblica che familiare si abbia cura di educare i fedeli a chiedere essi stessi l’Unzione e, appena ne varrà il momento, a riceverla con fede e devozione grande, senza indulgere alla pessima abitudine di rinviare la ricezione di questo sacramento” (R. n.13). Si noti però che la volontà di ricevere il sacramento dell’Unzione è sufficiente che sia volontà abituale (cioè: c’è stata e non è stata ritrattata) nel caso seguente:
“Quando ai malati che abbiano eventualmente perduto l’uso di ragione o si trovino in stato di incoscienza, se c’è motivo di ritenere che nel possesso delle loro facoltà essi stessi, come credenti, hanno chiesto l’Unzione, si può senza difficoltà conferire loro il sacramento”, e “nel dubbio che il malato sia veramente morto gli si può dare il sacramento sotto condizione: se vivi” (R.14; 15; 206).
La volontà di ricevere l’Unzione si manifesta non solo con le parole ma anche con la vita cristiana: chi vive cristianamente, implicitamente manifesta di voler morire cristianamente.
8) ESSERE IN STATO DI GRAZIA, perché al battezzato che è in peccato mortale è necessario il sacramento della riconciliazione.
Qualora poi non fosse possibile al malato gravissimo ricevere prima il sacramento della riconciliazione, l’Unzione può anche ottenere il perdono dei peccati e portare a termine il cammino penitenziale del cristiano, a condizione che vi sia stata in lui l’attrizione dei peccati (R. n.6; documento pastorale della C.E.I. n.147).
In questo caso però vi è un altro mezzo per cancellare i peccati: suggerire all’infermo l’atto di contrizione perfetta, che cancella i peccati anche senza il sacramento dell’Unzione. E questo lo possono fare anche i laici.
+ NICOLA RIEZZO Arcivescovo
(Da L’Eco Idruntina n.3 – marzo 1975)
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