Verso l’imposizione del pallio all’arcivescovo Panzetta. Come si svolge il rito in San Pietro?

Verso l’imposizione del pallio all’arcivescovo Panzetta. Come si svolge il rito in San Pietro?

articolo ripreso da portalecce

La Chiesa di Lecce si prepara con la preghiera a vivere, anche se a distanza, la celebrazione presieduta da Leone XIV nella basilica vaticana durante la quale all’arcivescovo di Lecce, mons. Angelo Raffaele Panzetta, e ad altri suoi confratelli provenienti dall’Italia e dal mondo, il Santo Padre imporrà il pallio dei metropoliti.

 

 

 

 

Una delegazione di sacerdoti leccesi sarà presente in San Pietro in rappresentanza dell’intera comunità diocesana in modo da far sentire all’arcivescovo ancor più forte la vicinanza orante del popolo di Dio che gli è stato affidato. Ma anche Portalecce, sulla propria pagina Fb, per gentile concessione di Tv2000, trasmetterà in diretta la concelebrazione eucaristica della solennità dei Santi Pietro e Paolo, presieduta dal Sommo Pontefice.

Sulla storia e sul significato del pallio. Portalecce ha già scritto in più occasioni (LEGGI), come anche sulle funzioni giuridiche e pastorali dell’arcivescovo metropolita (LEGGI): ma come si svolge il rito dell’imposizione presieduto dal Santo Padre?

In realtà, con la cerimonia di domenica prossima si farà un salto indietro di dieci anni: era il 2015, infatti, quando Papa Francesco volle modificare le modalità di conferimento della sacra insegna. Stabilì che il pallio non sarebbe più stato imposto direttamente dal Santo Padre ma solo ricevuto dalle sue mani in forma privata al termine della concelebrazione ogni 29 giugno nella basilica di San Pietro a Roma, nella quale i palli venivano benedetti. Francesco aveva poi dato mandato a tutti i nunzi apostolici di imporre il pallio “nomine Summi Pontificis” ai singoli metropoliti nelle loro rispettive arcidiocesi, per favorire la partecipazione nella cerimonia liturgica dei vescovi suffraganei e del popolo di Dio, e così aiutare alla comprensione e alla valorizzazione dell’insegna stessa.

Con Leone XIV si torna invece alla tradizione, a com’era fino al pontificato di Benedetto XVI, rafforzando, con l’imposizione diretta del pallio, ancor di più il particolare legame del metropolita con il Papa e la potestà che il medesimo acquista nella propria giurisdizione, sempre in comunione con la Chiesa di Roma.

Ma veniamo al rito. Dopo l’omelia, i diaconi portano davanti al Santo Padre i palli prelevati dalla Confessione di San Pietro. A questo punto, il cardinale protodiacono, Dominique Mamberti, – lo stesso che ha annunciato l’elezione pontificia di Papa Leone – presenta al Santo Padre i metropoliti che ricevono il pallio, con queste parole:

Beatissimo Padre, i reverendissimi padri arcivescovi qui presenti: (li chiama per nome uno per uno), con ossequio fedele e obbediente verso la Santità Vostra e la Sede Apostolica, chiedono umilmente che Vostra Santità conceda loro il pallio, preso dalla Confessione del beato Pietro, quale segno dell’autorità di cui il metropolita, in comunione con la Chiesa Romana, viene legittimamente investito nella propria circoscrizione”.

 

 

Dopo la presentazione, gli arcivescovi candidati all’imposizione del pallio, recitano l’espressione del giuramento:

Io (nome e cognome), arcivescovo di (diocesi), sarò sempre fedele e obbediente al beato Pietro apostolo, alla Santa, Apostolica Chiesa di Roma, a te, Sommo Pontefice, e ai tuoi legittimi Successori. Così mi aiuti Dio onnipotente”.

 

 

Dopo aver ascoltato il giuramento degli arcivescovi, il Papa benedice i palli con questa formula:

O Dio, Pastore eterno delle anime, da te chiamate, per mezzo del tuo Figlio Gesù Cristo, con l’appellativo di pecore del gregge, e il cui governo hai voluto affidare, sotto l’immagine del buon Pastore, al beato Pietro apostolo e ai suoi Successori, effondi, per il nostro ministero, la grazia della tua benedizione sopra questi Palli, scelti a simboleggiare la realtà della cura pastorale.

Accogli benigno le preghiere che umilmente ti rivolgiamo e concedi, per i meriti e l’intercessione degli Apostoli, a coloro che, per tuo dono, indosseranno questi Palli, di riconoscersi come Pastori del tuo gregge e di tra- durre nella vita la realtà significata nel nome.

Prendano su di sé il giogo evangelico imposto sulle loro spalle, e sia per loro così lieve e soave da poter precedere gli altri nella via dei tuoi comandamenti con l’esempio di una perseverante fedeltà, fino a meritare di essere introdotti nei pascoli eterni del tuo regno.

Per Cristo nostro Signore”.

 

 

Giunge, dunque il momento dell’imposizione del pallio. Il Santo Padre così si esprime:

A gloria di Dio onnipotente e a lode della beata sempre Vergine Maria e dei beati apostoli Pietro e Paolo, a decoro delle Sedi a voi affidate, in segno della potestà di metropolita, vi consegniamo il pallio preso dalla Confessione del beato Pietro, perché ne usiate entro i confini della vostra provincia ecclesiastica.

Questo Pallio sia per voi simbolo di unità e segno di comunione con la Sede Apostolica; sia vincolo di carità e stimolo di fortezza, affinché nel giorno della venuta e della rivelazione del grande Dio e del principe dei pastori Gesù Cristo, possiate ottenere, con il gregge a voi affidato, la veste dell’immortalità e della gloria. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.

 

 

Quindi il Papa impone il pallio sulle spalle di ciascun metropolita e scambia con lui un segno di pace dicendo:

La pace sia con te”.

E con il tuo spirito”, risponderà ciascun metropolita.

 

 

Terminato il rito dell’imposizione, la celebrazione proseguirà con la professione di fede.

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