Tutti alla stessa tavola nella stessa famiglia. I poveri al centro di un sogno di speranza

Tutti alla stessa tavola nella stessa famiglia. I poveri al centro di un sogno di speranza

articolo ripreso da portalecce

Per la “III giornata mondiale dei Poveri” a Lecce le associazioni di volontariato caritativo in collaborazione e sinergia hanno offerto, dopo la messa domenicale, un momento di festa in famiglia al ristorante Zenit. 

“Non è facile essere testimoni di speranza cristiana, nel contesto di una cultura consumistica e dello scarto, sempre tesa ad accrescere un benessere superficiale ed effimero”: la III giornata mondiale dei poveri, voluta da Papa Francesco, che si è svolta ieri, 17 novembre, a Lecce, ha raccolto con successo la sfida delle parole del pontefice.

Il disporre la tavola nella logica della carità accogliente, una realtà declinata giornalmente con impegno dai volontari, ha infatti assunto un aspetto e un significato nuovi, coniugandosi in una formula che simbolicamente ha inteso non solo nutrire il corpo, ma dare calore al cuore, alleggerire la mente.

“I poveri sono stati al centro di una famiglia, di una festa con gli amici meno fortunati”- commenta Simona Abate, responsabile della Casa della Carità: tutti insieme, poveri e volontari a condividere il “pranzo sospeso” al ristorante “Angels” dell’hotel Zenit.

Una formula che ha visto riunite in sinergia le varie realtà caritative del territorio, Famiglia francescana, Famiglia vincenziana, Fondazione “Casa della Carità”, Fondazione Migrantes, Padri Comboniani, coordinate dalla Caritas Diocesana, diretta da don Nicola Macculi.

Collaborazione e sinergie che consentono un uso razionale, efficace ed efficiente delle risorse.

Una festa iniziata alle 11 con la messa celebrata nella chiesa di Santa Rosa da mons. Cristoforo Palmieri, vincenziano, vescovo emerito di Rreshen in Albania, in rappresentanza dell’arcivescovo Michele Seccia, pellegrino in Terra Santa.

Nell’omelia mons Palmieri ha avuto parole incisive contro “l’arroganza dei potenti (…) che condanna gli esseri umani a nuove schiavitù”; parole di speranza perché “Dio non dimentica un cuore spezzato”, la fiducia  nel sorgere dei “raggi benefici del sole della giustizia, e il ripetuto invito ai cristiani  a ‘seminare segni tangibili di speranza’ affinché nessuno si senta privo della vicinanza e della solidarietà ”.

Alle 13.15 nella luminosa accogliente sala dell’hotel Zenit è iniziato il “pranzo della domenica”: 270 coperti serviti, trionfo di piatti belli a vedersi, prelibati nel gusto, scelti con cura per tutti i palati e le tradizioni, serviti da inappuntabili camerieri. Musica, applausi, estrazioni, distribuzione di doni, chiacchiere, sorrisi di uomini, donne, bambini, un clima “normale” di gioiosa amicizia che ha contagiato tutti, anche il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, giunto in visita e che ha invitato a non vivere la povertà come una colpa, a non nascondersi. 

Un evento che è stato esperienza di vita, di riflessione, un momento per sconfiggere l’indifferenza e portare alla scoperta nell’altro del volto di Gesù, perché la speranza dei poveri non vada mai delusa.

                                                                                                                                   

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