Portate a tutti la gioia del Risorto
“Dalla Pasqua l’impegno a raccogliere e a passare il testimone”.
DAL MESSAGGIO PASQUALE DEL 2010
Oggi più che in ogni altro giorno possiamo cantare col Salmo 117: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!”. La Pasqua di Cristo Gesù è la Pasqua dei suoi discepoli, di quanti in lui sono redenti, salvati, scelti, chiamati, inviati per cooperare all’avvento dei cieli nuovi e della terra nuova. Il giorno della Risurrezione segna l’inizio di una nuova particolare categoria di discepoli: i testimoni. Sono quelli che con la vita e con le opere fanno della testimonianza un annunzio: Gesù di Nazaret “ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio” (At 10,42). Una testimonianza che è vissuta nel dinamismo dell’attesa: “Se siete risorti con Cristo… rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3.1.2). Una testimonianza che per non essere risucchiata nella sua autenticità dalla ordinarietà della storia è alimentata e nutrita dalla fede.
È quanto ci viene insegnato dalla pagina evangelica. Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro il mattino di Pasqua: “Entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette” (Gv 20,8). Vedere con gli occhi della fede e del cuore e credere è la quotidiana esperienza del credente che sperimenta lo spazio di una presenza che rinsalda, dà forza, impegna ad un annunzio della vita nuova che si genera in lui e gli fa dono di orizzonti di fiducia e di speranza. Questa esperienza non può essere un tesoro geloso da custodire, non è una ricchezza da accumulare. È un dono da condividere, è una testimonianza da portare, forti di quel mandato che scioglie il nostro convenire in unum nel giorno del Signore: andate e portate a tutti la gioia del Signore Risorto. Alleluja!
“L’esperienza della Domenica di Resurrezione non è un tesoro geloso da custodire ma un dono da condividere e da testimoniare”.
DAL MESSAGGIO PASQUALE DEL 2011
La nostra storia, il nostro mondo cercano la vittoria sulla morte. Abbiamo sperimentato molte volte la debolezza e l’impotenza di fronte a questo nemico. Siamo invitati a guardare oltre la nostra fragilità e i nostri dubbi. Risuona per noi la voce del Risorto: Non abbiate paura, io ho vinto la morte! Abbiamo da imitare gli Apostoli ai quali appare Gesù in persona la sera del primo giorno della settimana. Ad essi mostra le mani e il fianco. All’assente Tommaso gli Apostoli comunicano la grande notizia: abbiamo visto il Signore! Conosciamo la sua reazione: voglio vedere, voglio toccare! Sono in molti oggi quelli che vogliono vedere e toccare. Non si fidano delle nostre parole. Hanno bisogno di toccare con mano nella vita della Chiesa, nella vita dei credenti che Cristo è vivo. La qualifica che ci spetta e il compito che ci attende è quello che Gesù dice ai suoi amici: “Di me sarete testimoni … fino ai confini della terra” (At 1,8).
Capitello, Particolare, Cripta della Cattedrale di Lecce
Su questi confini oggi siamo posizionati noi. Nelle mani c’è il testimone che non può essere fermato nella sua corsa e nella sua consegna dalle nostre paure. La staffetta della corsa incontro alla vita che è il Risorto, parte il mattino di Pasqua. I primi che raccolgono il testimone sono Pietro e Giovanni. Ora siamo noi a garantirne la continuità e il passaggio a quanti attendono l’annunzio e la certezza della vita. Oggi in questa Pasqua, più che mai l’impegno a raccogliere e a passare il testimone ci obbliga a chiedere al Signore di farci risorgere facendo passare la nostra vita dall’attesa inerte alla corsa per conquistare la speranza, dalla paura al coraggio della fede che testimonia, dalla tristezza per le nostre sconfitte, alla gioia per il dono che ogni giorno ci fa gustare la bellezza del dono della vita.