Per saperne di più sui Patroni di Lecce
SANT’ARONTIUS ANCHE A TARANTO
È del 1082 la notizia di una donazione del Duca Roberto Guiscardo e della moglie Sichelgaita della Chiesa di Sant’Oronzo esistente in Taranto al Monastero di San Lorenzo in Aversa.
Lequile, Chiesa di S. Basilio a Dragoni
Un documento del 1181 fa riferimento ad una località fuori dalla città di Lecce denominata “Sant’Arontius”. Un diploma di Re Tancredi della fine del XII sec. attesta l’esistenza di una chiesa dedicata a Sant’ Oronzo.
FUORI LECCE, LA CHIESA E LA FIERA
Il Re Ladislao di Napoli, in un diploma del 9 Maggio 1407, conferma alcuni privilegi per una “fiera di Sant’Oronzo” che si teneva l’ultima domenica di Agosto nei pressi di Porta Rudiæ, fiera che durò fino alla metà del XVII secolo.
Lecce, Cattedrale, facciata laterale
Un documento notarile del 13 Aprile 1554 ci riferisce di una “chiesa fuori le mura” dedicata a Sant’Oronzo. La stessa chiesa la troviamo menzionata nella visita pastorale di Mons. Braccio Martello fatta nel 1555.
ANTICHE NOTIZIE SUI PATRONI
Nella “Paradossica Apologia” compilata nel 1571 da Giacomo Antonio Ferrari, noi troviamo le prime notizie stioico-agiografiche di Sant’Oronzo.
Novoli, Chiesa S. Oronzo, cartapesta G. Manzo
Nel 1606 Padre Antonio Beatillo gesuita, scrivendo la storia della vita della Santa Martire Irene, Patrona della Città di Lecce, accenna al culto che i leccesi prestano a Sant’Oronzo.
VENERATO ANCHE FUORI DALLA PUGLIA
Da ricerche recentissime condotte negli Archivi Diocesani di Puglia (c’è traccia della presenza del culto anche a Salerno, in Campania, in Terra di Bari, Acquaviva) e negli Archivi di Stato (ci sono culti a Sant’ Oronzio attestati anche a Manfredonia e Bovino per arrivare, per ora, persino negli Abbruzzi e all’Aquila in affreschi di Sant’ Aurontius affiorati dopo il terremoto) e in modo particolare nella Curia Vescovile di Ostuni tra i documenti si percepisce una diffusione agiografica molto più estesa di quanto si pensi.
LE PRIME BIOGRAFIE DEI PATRONI
Nel 1634 Giulio Cesare Infantino, primo parroco di Santa Maria della Luce in San Matteo, pubblicava “Lecce Sacra”: una vera miniera di notizie circa le chiese, i monasteri e il culto dei santi.
In essa è la prima volta che viene indicato Sant’Oronzo come primo Vescovo di Lecce e San Giusto come discepolo di Paolo. Nel 1652 Mons. Paolo Regio, Vescovo di Vico Equense pubblica il libro “Vite de’ SS. Giusto et Orontio MM.” dà notizie della festa dei Santi Martiri celebrata con solennità.
SALVI DAL FLAGELLO DELLA PESTE
Fu nell’anno 1656 – secondo quanto Giuseppe Cino scrisse nelle sue “Memorie” – che la Città di Lecce e tutto il Salento furono risparmiati dal terribile flagello della peste che imperversava crudele in tutto il Regno di Napoli, mietendo numerose vittime.
Tale miracolo fu attribuito dal popolo e dalle Autorità cittadine alla potente intercessione di Sant’Oronzo del quale se ne era perduta la memoria.