‘Nella fede la sua vittoria più grande’

‘Nella fede la sua vittoria più grande’

articolo ripreso da portalecce

Una giornata dai risvolti della memoria grata quella di ieri martedì 1° giugno, nella quale la Chiesa di Lecce ha ringraziato il Signore per il ministero ventennale del compianto mons. Ruppi, a dieci anni dalla sua nascita al cielo.

 

 

 

Momento apicale di questo giorno, dopo la presentazione a cura del card. Salvatore De Giorgi, di Adriana Poli Bortone e di Giuseppe Goffredo del volume “Il vangelo naturale dell’accoglienza” (ed. Poiesis), l’Eucaristia presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia e trasmessa su Portalecce e Telerama (GUARDA); accanto al presule, mons. Cristoforo Palmieri e una folta rappresentanza del presbiterio diocesano.

Ha assistito alla celebrazione il card. De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo e figlio della Chiesa di Lecce.

Perché tale evento non sia una tra le tante iniziative che vengono svolte nella vita di una comunità diocesana e passano via senza lasciare traccia, Seccia ne ha voluto subito dettare le coordinate affermando: “Perché siamo qui? Certamente non per pensare a chi non c’è più, bensì per ri-cordare, per riportare al cuore, nella gratitudine, tutti i doni che il Signore ha fatto alla sua Chiesa per le mani di don Cosmo (Ruppi ndr)”.

Certamente ogni lettore così come ogni fedele può raccontare tanto della lunga esperienza leccese di mons. Ruppi ma l’arcivescovo ha saputo portare alla luce un aspetto di notevole rilevanza: la capacità del compianto pastore di sapersi radicare nella realtà salentina.

Ha aggiunto: “Fratelli e sorelle, autorità, il nostro caro arcivescovo nel dispiegarsi della sua azione pastorale ha fatto risplendere la bellezza di un Dio che ha a cuore l’uomo. La sua attenzione ai poveri, agli ammalati, ai sacerdoti e a tutto il popolo, indicano la gioia di un ministero vissuto come sponsalitá con la chiesa che il Buon Pastore gli ha consegnato”.

La forza di sapersi fare prossimo per chi è nel bisogno è per un cristiano caratteristica che non si può improvvisare, ma che nasce da una autentica vita di preghiera.

Bello il ricordo di Seccia: “Sovente, nelle riunioni residenziali della conferenza episcopale pugliese o in altri appuntamenti che ci vedevano insieme, mons. Ruppi era solito dare grande rilevanza al colloquio con il Signore, a quel tempo così privilegiato che diventava per lui occasione propizia per chiedere all’Eterno Sacerdote luce e grazia per essere pastore secondo il cuore di Cristo e guidare la Chiesa particolare leccese a scoprire nella fede la propria vittoria più grande”.

Al termine della celebrazione eucaristica, l’orazione vicino al sacello di mons. Ruppi ha sciolto le vele di un giorno che resterà segnato nella storia della comunità diocesana di Lecce che si onora di averlo avuto come guida, maestro e pastore.

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli.

 

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