Mons. Fernando Filograna Vescovo di Nardò-Gallipoli Un dono del presbiterio leccese

Mons. Fernando Filograna Vescovo di Nardò-Gallipoli Un dono del presbiterio leccese

La notizia della nomina di don Fernando Filograna a vescovo della diocesi di Nardò-Gallipoli è stata data contestualmente da Mons. Domenico D’Ambrosio a Lecce e da Mons. Luigi Ruperto, Amministratore diocesano, a Nardò.

Un presbitero elevato alla dignità episcopale non è mai un evento collegato con il singolo individuo ma con la realtà comunitaria da cui egli proviene. Don Fernando è davvero l’espressione più genuina del clero leccese, della sua storia, della sua fedeltà al vescovo, del suo slancio pastorale caratterizzato  da quell’equilibrio fra tradizione e rinnovamento. Egli è stato sempre nel cuore del presbiterio e ne ha assorbito le istanze più nobili nella semplicità e quotidianità del ministero, attraverso i diversi incarichi ricoperti: rettore del seminario arcivescovile, arciprete parroco a Trepuzzi, vicario episcopale, parroco a S. Giovanni Maria Vianney , infine, negli ultimi quattro anni, vicario generale. Nel gergo comune la nomina di un Sacerdote a vescovo si chiama ”promozione”, nel linguaggio ecclesiale si chiama “pienezza del Sacerdozio” e soprattutto “pienezza del servizio pastorale”, nel linguaggio evangelico si chiama semplicemente “servizio”. Si diventa pastori solo e unicamente per servire, per servire di più. Nel corso degli anni, don Fernando, ha sempre interpretato e vissuto il suo ministero presbiterale all’insegna del servizio. Anzi, man mano che gli incarichi si rivelavano più importanti per l’assunzione di maggiore responsabilità, la dimensione del servizio si è manifestata ancor di più in tutta la sua totalità e genuinità.Per tanti anni ha anche insegnato teologia fondamentale presso l’ISSR di Lecce con puntualità, con competenza, travasando nel cuore degli alunni l’amore per gli studi teologici e per una solida formazione spirituale. Un ministero molto denso e molto attivo eppure contrassegnato da un permanente spirito contemplativo che ha permeato il suo carattere rendendolo incline all’affabilità, all’ascolto, al non avere mai fretta con le persone, alla direzione spirituale quale attività quotidiana. Da vicario generale e primo collaboratore del vescovo, si è sempre prodigato per la fraternità Sacerdotale e per una feconda collaborazione tra presbiteri e laici, il tutto nella discrezione e non mettendo mai avanti la propria persona o il proprio pensiero. L’amicizia nei suoi confronti spingerebbe a tirar fuori tanti altri tratti interessanti del suo profilo Sacerdotale ma  proprio lo stile sobrio e discreto di don Fernando  impone di fare silenzio e trasformare la gioia di questo magnifico evento in lode e ringraziamento al Signore. E noi presbiteri di Lecce siamo contenti che un confratello come don Fernando sia stato scelto a rendere presente in un’altra diocesi la figura di Gesù buon pastore. Il pontificato di Papa Francesco, anche se da pochi mesi, è tutto strutturato sull’amore e la misericordia del buon Pastore che si prende cura di tutte le pecore in particolare delle più deboli ed esposte ai pericoli. Don Fernando certamente ha la formazione e la predisposizione per impersonare il buon Pastore. Una profonda dimensione spirituale strettamente unita a una visione concreta della realtà, una vasta esperienza pastorale che sa attingere ad una solida cultura teologica, sono supporti non trascurabili sui quali la grazia di Dio potrà agire con grande frutto. Le comunità cristiane, ma anche i non credenti, esprimono, con diverse modalità, il bisogno di “vedere”, “toccare” l’amore di Dio. Il vescovo che cos’è, che cosa è chiamato ad essere se non l’immagine più immediata e più nitida di questo Amore? Nel pensiero dei Padri della Chiesa, il vescovo è l’amore comunitario personificato, è il centro di unione così necessario che senza di lui non si può pensare all’unione della comunità. Al caro don Fernando dedico questo testo con il quale Origene descrive la figura del vescovo: “Verso di lui tutti devono levare gli occhi, e chi contempla la sua vita deve accendersi tutto di entusiasmo per Gesù Cristo. Le sue parole sono un torrente di vita interiore, le sue azioni manifestano le ricchezze inesauribili della grazia divina” (Commento alla Lett. ai Romani 9,2, PG 14, 1209A).

Luigi Manca

Direttore ISSR – Lecce

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