Mons. Angelo Raffaele Panzetta

 

Biografia

Nato a Pulsano (TA), arcidiocesi di Taranto, il 26 agosto 1966; 

ordinato presbitero il 14 aprile 1993;

eletto alla sede arcivescovile di Crotone – Santa Severina il 7 novembre 2019;

ordinato VESCOVO il 27 dicembre 2019;

trasferito come COADIUTORE a Lecce il 28 agosto 2024.
 
Attuali incarichi
Membro della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università
 
Formazione e ministero sacerdotale
Dopo la maturità classica, conseguita nel liceo di Manduria, e dopo aver frequentato il seminario minore, inizia a frequentare il Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI” in Molfetta, dove conclude gli studi con il baccalaureato in teologia.

Il 14 aprile 1993 è ordinato presbitero dall’arcivescovo Benigno Luigi Papa per l’arcidiocesi di Taranto.

Nel 1993 è vicario parrocchiale di Pulsano. Dal 1993 al 1998 è segretario personale dell’arcivescovo di Taranto ed assistente ecclesiastico dei medici cattolici e dell’istituto secolare delle missionarie della regalità di Cristo. Nel 1994 riceve la nomina a direttore dell’ufficio diocesano, poi di quello regionale, per la pastorale familiare. Nel 1994 consegue la licenza in teologia morale e nel 2000 il dottorato nella stessa disciplina presso l’Accademia alfonsiana con una tesi intitolata La legge naturale e la legge della grazia nel secolo XVIII. La riflessione di Pasquale Magli. Insegna teologia morale all’istituto di scienze religiose di Taranto, dal 1994 al 1998, e all’istituto teologico Santa Fara in Bari, dal 1996 al 2019.

È padre spirituale del seminario interdiocesano di Poggio Galeso, dal 2000 al 2002, e poi del Seminario regionale di Molfetta, dal 2008 al 2011; negli stessi anni è insegnante di teologia morale nell’istituto teologico Regina Apuliae di Molfetta e vicepreside dello stesso. Dal 2006 al 2019 ricopre l’incarico di collaboratore pastorale in alcune parrocchie site in Martina Franca, Montemesola, Taranto e Carosino ed è assistente spirituale diocesano della comunità “Gesù ama” del Rinnovamento carismatico cattolico. Nel 2011 è nominato preside dell’istituto teologico pugliese.

 

Ministero episcopale
Arcivescovo di Crotone-Santa Severina

Il 7 novembre 2019 papa Francesco lo nomina arcivescovo di Crotone-Santa Severina; succede a Domenico Graziani, dimessosi per raggiunti limiti di età. Il 27 dicembre seguente riceve l’ordinazione episcopale, nel palazzetto dello sport “Karol Wojtyła” a Martina Franca, da Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto, co-consacranti Benigno Luigi Papa, arcivescovo emerito di Taranto e Domenico Graziani, suo predecessore. Il 5 gennaio 2020 prende possesso dell’arcidiocesi.

Nel luglio 2020 istituisce il fondo diocesano Talità Kum, che, grazie al contributo dei sacerdoti, servirà a sostenere le nuove start-up lavorative dei giovani tra i 18 e i 35 anni residenti nel territorio dell’arcidiocesi, tentando dunque di rispondere alla fame di lavoro delle nuove generazioni. Insieme a questo fondo viene presentato anche il bando per il progetto Policoro, che ha come fine quello di educare i giovani al lavoro dignitoso e accompagnarli.

Il 15 settembre 2021 è nominato amministratore apostolico di Catanzaro-Squillace, dopo le dimissioni dell’arcivescovo Vincenzo Bertolone. Ricopre tale ufficio fino al 9 gennaio 2022, giorno dell’ingresso del nuovo arcivescovo Claudio Maniago.

Il 1º novembre 2021 consacra la chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, intitolata a Gesù e Maria, del quartiere Fondo Gesù di Crotone, dopo quasi 11 anni dalla benedizione allora impartita dall’arcivescovo Domenico Graziani.

Durante il suo episcopato conferisce l’ordinazione episcopale a Fortunato Morrone, arcivescovo eletto di Reggio Calabria-Bova, il 5 giugno 2021, e a Serafino Parisi, vescovo eletto di Lamezia Terme, il 2 luglio 2022.

Presso la Conferenza Episcopale Italiana è membro della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, mentre in seno alla Conferenza episcopale calabra è delegato per la famiglia e la vita e moderatore dell’Istituto teologico calabro “San Pio X” di Catanzaro.

Arcivescovo coadiutore di Lecce.

Il 28 agosto 2024 papa Francesco lo nomina arcivescovo coadiutore di Lecce, dove collaborerà alla guida dell’arcidiocesi con l’arcivescovo Michele Seccia. Il 26 settembre seguente prende possesso dell’incarico. Il 22 Ottobre viene nominato Vicario Generale della Arcidiocesi in obbedienza alla normativa canonica che, al canone 406 così recita: “Il vescovo coadiutore […] sia costituito dal vescovo diocesano vicario generale; inoltre il vescovo diocesano affidi a lui a preferenza di altri tutto ciò che richiede, a norma del diritto, un mandato speciale”.

 

 Il motto episcopale e lo stemma dell’arcivescovo Panzetta

“Testificari evangelium gratiae” (At 20,24): questo il motto che campeggia sullo stemma episcopale che mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo coadiutore di Lecce, volle in calce allo stemma dopo la sua elezione ad arcivescovo di Crotone-Santa Severina.

“Un motto – è spiegato in una nota pubblicata dalla diocesi calabrese alla vigilia del suo ingresso solenne nel gennaio 2020 – che è ispirato alle parole che l’apostolo Paolo rivolge agli anziani di Efeso dopo averli fatti giungere da lui a Mileto e ricorda la sintesi reale del compito affidatogli da Gesù, che è quello di ‘rendere testimonianza al vangelo della grazia di Dio’ (testificari evangelium gratiae Dei). Motto che è anche l’obiettivo ultimo individuato dall’arcivescovo per il suo ministero episcopale, anche per quello leccese appena iniziato: essere un testimone della grazia di Dio, ossia un segno credibile della bontà salvifica del Padre che si è manifestata definitivamente in Cristo».

Riguardo allo stemma dell’arcivescovo Panzetta, si tratta di uno scudo inquartato d’argento e d’azzurro: nel primo quadrante una fiamma di colore rosso; nel secondo quadrante la stella mariana; nel terzo quadrante sono presenti due burelle ondate, sostenenti una barca con vela d’oro; nel quarto quadrante il castello torricellato di tre pezzi al naturale, aperto e finestrato del campo.

L’ornamento esterno allo scudo, caratterizzante lo stemma di un arcivescovo, oltre ai venti fiocchi verdi, è la croce astile arcivescovile. Tale croce, detta anche “patriarcale”, a due bracci traversi, identifica appunto la dignità arcivescovile: infatti, nel XV secolo, essa fu adottata dai Patriarchi e, poco dopo, dagli arcivescovi.

Il castello, che campeggia nel quarto quadrante, vuole richiamare sia l’origine di don Angelo, Pulsano nel tarantino, nel cui centro sorge il Castello De Falconibus, sia i luoghi di prima destinazione, le terre crotonesi, ricche anch’esse di castelli medievali.

Sul quadrante superiore appare la stella, classico simbolo dell’iconografia mariana che ricorda il santuario di Pulsano dedicato alla Madonna di Lourdes ma costituisce anche richiamo alla Stella Maris uno dei tanti titoli assegnati a Maria, la nostra Madre Celeste.

La fiamma, posta nel primo quadrante, simboleggia la grazia pentecostale dello Spirito Santo che dovrà illuminare il vescovo Angelo, chiamato a guidare questa porzione del popolo di Dio affidato alle sue cure pastorali, una porzione della Chiesa qui raffigurata dalla barca di Pietro, spinta dal vento dello stesso soffio divino.

I colori dello scudo sono l’argento e l’azzurro: il primo è il colore della trasparenza, quindi della verità e della giustizia, doti che devono corredare quotidianamente lo zelo pastorale del vescovo; l’azzurro è adottato come colore della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio.