L’intervento dell’Arcivescovo alla III Assemblea Diocesana

L’intervento dell’Arcivescovo alla III Assemblea Diocesana

2.      Nella prima assemblea del settembre 2009 a distanza di due mesi dal mio pieno inserimento in questa Chiesa, ho provato a darvi una prima sommaria, iniziale lettura della nostra Chiesa, delle sue ricchezze, della eredità sinodale, delle mie prime desiderate attese.

Nello scorso mese di marzo la II assemblea diocesana, in preparazione al Convegno regionale sul laicato, dopo il lavoro di riflessione e approfondimento sulla traccia proposta dal comitato preparatorio nelle singole vicarie, ci ha visti insieme a riflettere sui “Laici nella Chiesa e nella società oggi”.

3. Questa III Assemblea ci vede insieme per accogliere il dono della mia prima lettera pastorale,  n ella qual e, e ne sono orgoglioso, ho dato voce a tutti voi in quella ricca proposizione di suggerimenti e indicazioni emersi nel lavoro dei gruppi di studio e negli interventi in assemblea. Ho faticato molto a dare un voce unitaria alla tante proposte ma sono contento di sapere che le vostre voci sono presenti tra le righe della lettera pastorale, in particolare nei capp. 3-5.

Dunque, accanto alle mie riflessioni e all’organizzazione completa della stessa, c’è la ricchezza di una Chiesa che partendo dal grande appuntamento della Visita Pastorale è in piena comunione col cammino della Chiesa Italiana che ha voluto porre la sua concreta riflessione e specifica attenzione al problema educativo offrendoci negli Orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo, una proposta capace di far fronte alla grande ‘emergenza educativa’, che è “confermata, come ci ricorda Benedetto XVI, dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita”.

La Visita Pastorale con le sue tappe, i suoi impegni, il suo calendario, non fermerà il progetto pastorale che la citata lettera propone, privilegiando due scelte prioritarie:

–                                 la famiglia che resta la prima e indispensabile comunità educante

–                                 i giovani : ad essi la nostra Chiesa vuole dedicare un’attenzione particolare. “Molti di loro – scrive il documento citato – manifestano un profondo disagio di fonte a una vita priva di valori e di ideali” (n.32). Questo causa in essi “sofferenza interiore, solitudine, chiusura narcisistica oppure omologazione al gruppo, paura del futuro e può condurre a un esercizio sfrenato della libertà” (ivi).

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