L’arcivescovo in cattedrale per l’Immacolata. Dopo la messa il canto dell’Inno Akathistos

L’arcivescovo in cattedrale per l’Immacolata. Dopo la messa il canto dell’Inno Akathistos

articolo ripreso da portalecce

Sarà l’arcivescovo Michele Seccia a chiudere stasera alle 18 in cattedrale la solennità dell’Immacolata Concezione con la celebrazione eucaristica.

 

 

 

Al termine della messa il canto dell’Akathistos, l’inno mariano per eccellenza che sarà eseguito sulle musiche di Luigi Lasagna, dal coro polifonico della cattedrale di Lecce: la voce narrante sarà quella del parroco, don Vito Caputo. Soprani: Francesca Mazzeo e Stefania Patavia; all’organo il direttore del coro, Tonio Calabrese.

“L’inno Akathistos – come spiega il libretto (SCARICA) che sarà distribuito stasera ai fedeli presenti in duomo – è uno degli inni liturgici orientali più famosi dedicato alla Madre di Dio, risalente al V secolo. Il titolo a-kathistos in greco significa non-seduti perché va ascoltato stando in piedi in segno di riverente ossequio.

È formato da ventiquattro stanze che intrecciano tra loro due piani congiunti e sovrapposti – quello della storia e quello della fede – nei quali viene inserito il contributo di Maria all’opera universale di salvezza.

La prima parte dell’inno è incentrata sui misteri dell’Incarnazione e canta gli eventi dei Vangeli dell’infanzia; la seconda illustra il ruolo di Maria nel mistero del Figlio Salvatore.

Nella sua interezza l’Inno abbraccia tutto il progetto di Dio e ci guida alle soglie del mistero del Verbo incarnato per elevare la mente e lo spirito verso la conoscenza di Cristo.

Non ci sono dati certi riguardo l’autore che la tradizione considera anonimo mentre oggi la critica scientifica ne attribuisce la composizione ad uno dei Padri di Calcedonia; un testo, quindi, degno di unire tutte le chiese in un unico intento”.

Un modo bello e orante per concludere una delle giornate tra le più importanti dedicate dalla liturgia cattolica alla Vergine Maria sotto il titolo di Immacolata Concezione come stabilito dal dogma proclamato da Pio IX nel 1854.

 

 

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