Dalla grotta di Betlemme al Monte Calvario. Un unico grande mistero di grazia e d’amore. Non è stato facile nella confusione generata dalla compresenza di migliaia di fedeli che, anche se parte di diverse confessioni cristiane, sono accomunate e generate dall’ unico grande mistero.
La Pasqua di Gesù. E come la risurrezione ha avuto la necessità di un tempo di attesa, così anche noi per “vedere e credere” e baciare il sepolcro vuoto abbiamo vissuto una attesa durata circa tre ore. Ma dopo… solo cuori pieni di gioia e occhi che hanno pianto le stesse lacrime di Maria Maddalena.
Nel primo pomeriggio la Pasqua diventa esperienza di Chiesa che qui, a Gerusalemme, annuncia e testimonia i frutti della Pasqua: l’incontro con il Nunzio apostolico in Israele e a Cipro e Delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina rappresentante del Santo Padre in questa terra che accoglie la presenza di quei “molti” per i quali Cristo è morto ed è risorto.
E nell’ ultima parte del pomeriggio il cammino della “Via Dolorosa” per essere noi, qui, presenza viva del Figlio di Dio che nel suo mistero di dolore abbraccia e sana il dolore di ogni uomo.
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