istruzione e cultura nell’episcopato del card. Semeraro

istruzione e cultura nell’episcopato del card. Semeraro

articolo ripreso da portalecce

In spiritu seminare (Gal 6,8), il motto che ne ha accompagnato l’episcopato, rispecchia bene il ruolo che il card. Semeraro svolge da sempre nel suo ministero.

 

 

 

Seminare: un gesto che presuppone esperienza, cura e pazienza, sintetizza le doti fondamentali per un docente che, come lui, ha fatto della trasmissione della cultura uno dei punti focali del suo servizio pastorale. Dalla formazione dei seminaristi pugliesi, a quella degli studenti di teologia ed ecclesiologia, a ogni intervento offerto alle diocesi di cui è stato pastore, il vescovo Marcello Semeraro ha pienamente incarnato in ogni occasione il munus docendi proprio del vescovo, sollecitando a progredire sempre nella conoscenza, oltre che nella fede.

Nell’intenso e fecondo percorso vissuto nella diocesi di Albano, Semeraro ha dato prova di una ecclesiologia vissuta e trasmessa con generosità, secondo il gesto – a lui caro -, tipico del seminatore che sparge il seme con larghezza e prodigalità, sapendo cogliere ogni occasione per trasformarla in opportunità di ascolto e dialogo fecondo, trasmissione di idee, confronto stimolante.

Ed è proprio nell’ambito della cultura che egli ci regalato il meglio di sé, spezzando con noi e per noi la ricchezza del suo sapere, maturata nell’alveo dell’insegnamento e affinata dall’esperienza, nell’intento continuo di coniugare pensiero e concretezza, teoria e vita, spiritualità e corporeità, fede e opere. Ne sono prova le numerose lettere pastorali, che costituiscono un prezioso tesoro magisteriale per la nostra diocesi, perfettamente in linea con le sue necessità pastorali, le fragilità e le resistenze, ma anche i sogni, le speranze e i desideri. Lettere che non sono mai rimaste solo a disposizione dei sacerdoti, ma che hanno costituito, anno dopo anno, materiale di studio, stimolo di riflessione e ricerca per tutti gli operatori della pastorale diocesana. Nello spirito di sinodalità, che da sempre contraddistingue il ministero del card. Semeraro, ogni documento ha costituito lo spunto per numerose iniziative, declinate nei vari ambiti pastorali, non ultimo quello dell’educazione, della scuola e della cultura. Al punto che si è rivelato via via sempre più naturale declinare le tematiche e gli obiettivi diocesani in altrettanti progetti e percorsi educativi proposti agli istituti scolastici della diocesi e variamente veicolati dagli insegnanti di religione cattolica (Idr) agli alunni e alunne dei singoli ordini e gradi di scuola. È germogliata e fiorita così anche quella che oggi amiamo definire la famiglia degli Idr la cui formazione si è irrobustita e corroborata nel tempo grazie al nutrimento ricco e sostanzioso del vescovo Marcello.

Dalla figura dell’adulto a quella, particolarmente delicata, dell’adulto che accompagna, con discernimento e creatività, solo per citare alcuni dei temi fondamentali che hanno guidato e accompagnato i passi degli Idr in questi anni. Il rapporto del cardinale con il mondo della scuola e della cultura in senso ampio si è rivelato profondo e solido fin dall’inizio del suo ministero ad Albano, fin da quando accolse con semplicità e fiducia la richiesta di costituire una Consulta di insegnanti che cooperasse più da vicino con la direttrice e l’Ufficio diocesano Irc; scelta che negli anni si è rivelata vincente, sia in termini di crescita relazionale nella famiglia degli Idr, sia nella realizzazione delle varie attività progettuali, per giungere all’ultima creatura, in ordine di tempo, generata dalla felice intuizione del vescovo: il Centro universitario Giovanni Riva, affidato a don Nicola Riva e ai giovani della pastorale universitaria, in una diocesi che non vanta alcuna sede universitaria sul suo territorio, ma che nel suo pastore ha saputo vedere, ascoltare e accogliere i bisogni profondi della sua gente.

La semina è tempo di desiderio e di speranza, nella fiducia che qualcosa germoglierà. Per la Chiesa di Albano forse è già tempo di raccolta perché i frutti di diciassette anni di episcopato sono già turgidi e pieni di vita. Accade così quando una Chiesa ha la fortuna di essere generata dalla passione di un pastore infaticabile e generoso, continuamente proiettata in avanti dal suo sguardo profetico, incoraggiata e sostenuta dal suo atteggiamento di cura.

         

*direttrice Ufficio Irc diocesi di Albano

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