in questo luogo celebrate la liturgia del bene comune

in questo luogo celebrate la liturgia del bene comune

articolo ripreso da portalecce

Un incontro cordiale e caloroso che alla fine – nel rispetto di tutte le sensibilità presenti – ha avuto, a richiesta, il giusto coronamento: la benedizione del Signore sul cammino di fecondo dialogo e di collaborazione reciproca appena intrapreso.

 

 

Ieri pomeriggio, a Palazzo Carafa, nell’aula del consiglio comunale riunito nella sua quasi totalità, la celebrazione di un gesto di lodevole cortesia e di benvenuto da parte del sindaco Adriana Poli Bortone e dell’intera amministrazione comunale di Lecce (GUARDA), all’indomani del primo incontro dell’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta con tutte le autorità civili e militari della città e della diocesi avvenuto lo scorso 11 luglio in Piazza Sant’Oronzo (GUARDA).

Ieri, però, il primo cittadino ha voluto ritagliarsi un momento più ristretto e più familiare con il nuovo pastore: “Siamo certi, eccellenza – così ha esordito il sindaco -, che questo momento di incontro segni un capitolo estremamente significativo nei rapporti tra la diocesi e il comune. Due realtà che oggi, come in passato, devono continuare a dialogare, ad interagire, a collaborare per quello scopo primario che è il bene della nostra comunità”. 

“Guidare politicamente e spiritualmente una comunità – ha aggiunto – comporta responsabilità, grande attenzione ed un ascolto costante dei bisogni, ma richiede anche condivisione e confronto fra chi ha l’onere e l’onore di accompagnare i cittadini e i fedeli verso quella dimensione di stabilità e di benessere sociale che è un diritto inalienabile sancito anche dalla nostra Carta Costituzionale. Lavorare per la difesa di questi principi, operare per la tutela di chi è più fragile, anche in coerenza con il credo cristiano, è nostro dovere comune e, come tale, richiede unità di intenti ed obiettività nelle scelte”. 

“Mi piace ricordare come la stessa diocesi di Lecce – ha proseguito il primo cittadino -, per intuizione di chi l’ha preceduta in questo ministero, abbia inteso avviare esperienze di successo nel valorizzare anche turisticamente il patrimonio artistico e monumentale della Chiesa, come anche di offrire strumenti finanziari e sostegno ai giovani che hanno dimostrato di avere la voglia e le idee per intraprendere iniziative imprenditoriali”. 

“Tutto ciò – ha sottolineato Poli Bortone – accanto all’assiduo lavoro di assistenza e supporto alle famiglie, ai più deboli, agli immigrati che la diocesi svolge attraverso la Caritas, le sue strutture e i suoi numerosi volontari”. 

L’ultimo pensiero il sindaco lo ha rivolto ai giovani: “Parlavamo poco fa con lei in maniera confidenziale della funzione degli oratori che andrebbero veramente potenziati perché hanno sempre svolto una importantissima funzione pedagogica e sociale. E allora in questa occasione, eccellenza, voglio ribadirle il valore irrinunciabile di un’alleanza nella quale credo profondamente, rinnovandole l’invito a continuare a muoverci l’uno verso l’altro, ciascuno nelle sue prerogative, naturalmente, per rafforzare ogni azione e risultato possibili che garantiscano sviluppo, armonia e dignità sociale all’intera comunità”. 

“Credo – ha concluso – di interpretare il pensiero della giunta e dell’intero consiglio comunale di rivolgere anche a mons. Seccia, un saluto grato per quello che ha fatto per la nostra città e l’augurio che possa serenamente vivere questo suo nuovo stato. E a lei, eccellenza, il più caloroso saluto e l’augurio di buon lavoro da parte dell’amministrazione comunale e di tutta la città. Cosa le devo dire ancora? Semplicemente benvenuto”.

L’intervento del sindaco è stato preceduto dal saluto del presidente del consiglio comunale, Bernardo Monticelli Cuggiò, il quale in breve ha voluto illustrare all’arcivescovo le criticità più evidenti della città, temi poi ripresi dal primo cittadino. Dopo Adriana Poli Bortone, dello stesso tono gli interventi di Carlo Salvemini e di Gianmaria Greco

È giunto, infine il momento dell’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta. Un intervento a braccio (IL TESTO INTEGRALE), peraltro non previsto nella scaletta originaria, ma carico di spunti di riflessione, ricco d’indicazioni nel solco di un cammino già tracciato e fondato sul reciproco rispetto dei ruoli e nella comune vocazione delle due istituzioni: il benessere sociale e spirituale di tutti i membri della comunità cittadina. Specie dei più fragili.

“Ringrazio il sindaco, il presidente del consiglio e tutti voi consiglieri – le prime parole di Panzetta -, per questa stupenda opportunità che mi è data intanto di incontrarvi e di conoscervi direttamente. È chiaro che in questi mesi con molti ho avuto già la possibilità di intessere relazioni e dialoghi, però questo momento lo ritengo particolarmente prezioso”. 

“Nei mesi scorsi – ha raccontato -, quando non ero vescovo titolare, ma coadiutore, ricorderete che è venuto a Lecce, come ospite, il card. Stanisław Dziwisz per commemorare i trent’anni della visita di Giovanni Paolo II, lui che era stato segretario particolare del santo papa polacco. Prima di andare via, il giorno in cui è partito, mi ha preso in disparte e – tra l’italiano e il polacco – mi ha detto: ‘Sei un vescovo fortunato. Ti sarà consegnata una Chiesa molto bella’. Ma poi ha aggiunto: ‘Sei un uomo fortunato’. Devo dirvi che è vero, lo avverto. Sono fortunato prima di tutto di abitare in questa comunità, in questo luogo così bello per una bellezza scolpita nelle pietre, ma ancor più nelle persone e nelle comunità”.

Poi è entrato nel significato più profondo della sua presenza a palazzo di città: “Sono qui per dirvi che ora sono un vostro concittadino del quale (sorride, ndr), voi amministratori, vi dovete prendere cura. Ma sono qui anche per manifestarvi la disponibilità dell’istituzione che rappresento a continuare la bella tradizione di dialogo, di confronto e di crescita comune, ma anche la disponibilità ad immaginare percorsi nuovi, perché penso che un luogo come questo dovrebbe essere un laboratorio di speranza. Vi accorgerete, nei mesi che verranno, che io ho una passione per la categoria della speranza. C’è una grande fame di speranza, c’è una forte voglia di futuro che chiede una risposta a tutti i livelli. E per quanto la comunità cristiana possa essere utile, noi siamo a completa disposizione”.

Ha poi elencato una serie di emergenze e di campi di intervento nei quali la Chiesa locale continuerà a fare la sua parte: i bambini con le famiglie, i ragazzi e i giovani, gli anziani e i poveri. Come intervenire per tentare di arginare tutte le urgenze sociali? Ecco la risposta dell’arcivescovo Panzetta: “Rispetto a tutti i temi che ho menzionato, mi rendo conto di quanto sia indispensabile la crescita della ‘cultura del fare rete’ tra le istituzioni. Per cui, senza nessuna pretesa, ma con spirito di umiltà e di disponibilità, la Chiesa di Lecce è pronta a fare rete per promuovere il bene comune, specie laddove il bene comune richieda interventi significativi”. 

Infine, parole di incoraggiamento per tutti gli amministratori: “Non vi nascondo che io ho sempre riservato una preghiera particolare per coloro che gestiscono il bene comune. Perché mi rendo conto che oggi questo ministero, questa diaconia richiedono impegno, passione e anche sacrificio. Nel Magistero sociale della Chiesa cattolica si parla di carità politica. Si parla della politica come una modalità esigente di vivere il precetto dell’amore. Ma credenti o non credenti a all’interno di questo luogo celebrano la liturgia del bene comune del quale abbiamo estremamente bisogno”. 

“Noi – mette in guardia il presule -, tutti noi – istituzione ecclesiale, istituzione comunale, istituzioni cittadine, partiti -, abbiamo di fronte un pericoloso virus, una ‘pandemia’ da combattere che è la cultura dell’individualismo. Il vero tarlo che erode le comunità che erode ogni forma di comunità, una cultura che non è in grado di rendere conto adeguatamente della dimensione relazionale delle persone e quindi del bene comune. Noi che, invece, abbiamo questa passione per il bene comune, per la per la vita della città, per la polis, dobbiamo fare rete mettendo a disposizione tutte le energie che abbiamo per diffondere una cultura della responsabilità, una cultura nella quale la città ci sta a cuore, le comunità, le piazze ci stanno a cuore perché è qui che si gioca la vicenda umana”. 

“Chiudo – così ha concluso il suo intervento – ringraziandovi per l’ascolto ma, ancor prima, vi ringrazio per questo invito. Io mi impegno, ripeto, insieme con la comunità a mettere tutte le energie che abbiamo a disposizione per questa collaborazione istituzionale che rende bello il nostro territorio, ma personalmente mi impegno ogni giorno a pregare per voi, per le vostre famiglie, ma soprattutto per il discernimento che si compie ogni giorno in questo luogo. Grazie ancora”. 

 

 

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