in preghiera verso l’Anno Santo
articolo ripreso da portalecce
La Chiesa di Lecce, vivrà oggi, 28 novembre, il secondo momento in preparazione all’apertura del Giubileo 2025. Come si ricorderà, il primo evento si è svolto lo scorso 5 ottobre: un approfondimento biblico sulla speranza condotto dalla biblista Rosalba Manes (LEGGI).
Stasera, invece, alle 19:30, nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia in Lecce, tutta la comunità diocesana si radunerà attorno all’arcivescovo Michele Seccia e all’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta, per la solenne Veglia (SCARICA IL SUSSIDIO) di preparazione alla grande celebrazione del 29 dicembre con la quale, in Cattedrale, si aprirà il grande Giubileo a livello diocesano (il Papa lo aprirà a livello universale nella basilica di San Pietro, la notte del 24 dicembre, nella Veglia di Natale).
La Veglia è posta ad un mese dall’apertura diocesana e ad un anno dal pellegrinaggio diocesano giubilare, che si svolgerà il 14 e 15 novembre 2025 a Roma. “Sperare è vivere”, è il tema dell’incontro di preghiera, dove la Parola e l’Eucarestia saranno le colonne portanti, insieme ad alcuni scritti del Papa, che aiuteranno l’assemblea a riflettere sul grande dono della speranza, fondamentale per il cammino della vita, non solo del cristiano, ma di ogni uomo e donna.
La freschezza e la bravura dei giovani della diocesi, aiuteranno i fedeli a pregare, a sostare, a riflettere, a sognare, a sperare, così come Papa Francesco ha voluto orientare l’Anno Santo Giubilare: un cammino da pellegrini di speranza, è il cammino verso la Pasqua, il cammino di coloro che vivono in funzione della resurrezione.
Si può dire che questa Veglia diocesana, sia proprio un evento pasquale, o che faccia pregustare la Pasqua, un tempo pensato per stare bene, insieme, come Chiesa, famiglia del Signore, famiglia della Chiesa di Lecce, che sosta in adorazione, che si raduna in un palpito solo, dinanzi ad un pezzo di Pane che raduna e smuove tutta la chiesa diocesana, affamata di speranza, dinanzi a quell’Ostia Santa così definita e cantata da mons. Marco Frisina:
O Ostia Santa, in cui è il testamento
della divina tua grande misericordia,
in cui è il Corpo e il Sangue del Signore,
segno d’amore per noi peccatori.
O Ostia santa, in cui è la sorgente
dell’acqua viva per noi peccatori,
in te è il fuoco purissimo d’amore,
la tua divina misericordia.
O Ostia santa, in te la medicina
che dà sollievo alla nostra debolezza,
vincolo santo fra Dio ed ogni uomo
che confida nel tuo amore.
O Ostia santa, sei l’unica speranza
fra le tempeste e le tenebre del mondo,
nelle fatiche e nelle sofferenze,
ora e nell’ora della nostra morte
Confido in te, o Ostia santa
Confido in te, o Ostia santa.