il Giubileo occasione per il salto di qualità

il Giubileo occasione per il salto di qualità

articolo ripreso da portalecce

La truppa leccese si è ritrovata ieri mattina presso La scuola “San Paolo” delle Suore Angeliche per la celebrazione eucaristica al termine della quale ha intrapreso il cammino verso Tor Vergata per la veglia con il Santo Padre Leone XIV e per la messa conclusiva di questo tempo di grazia.

 

 

 

 

In questa occasione l’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta ha tenuto l’omelia (IL TESTO INTEGRALE) che, come una bussola, dovrà orientare questo rush finale spirituale.

Il presule ha voluto leggere questi scampoli di Giubileo alla luce di un gesto compiuto ieri: il passaggio della Porta Santa: come varcandola si entra nel fiume di grazia che il Signore concede a chi lo sceglie, così varcando i cancelli della spianata di Tor Vergata si arriverà a gustare e vivere la gioia della fraternità condivisa.

Ecco Panzetta: “Ieri abbiamo vissuto un momento di grazia importante. Siamo passati attraverso la Porta Santa.  E, come abbiamo avuto modo di dire, la Porta è simbolo di Gesù. Entrando in quella Porta ci siamo buttati nella piscina di grazia che è la sua morte e la sua risurrezione. Ci siamo immersi nella salvezza che Gesù ha portato. Però quel passaggio, dicevamo, è anche un momento di responsabilità perché, proprio perché ci siamo tuffati nella salvezza portata da Gesù, abbiamo deciso di camminare dentro di lui, dentro la sua parola, dentro il suo mistero. Abbiamo deciso di essere persone che si lasciano guidare da Gesù, che è il Buon Pastore. Quando le persone entrano nel mistero di Cristo, quando si lasciano guidare da lui, entrano in una condizione nuova, una nuova fraternità e anche sororità. Perché no? Si entra a far parte di un popolo grande, numeroso, che nessuno può contare, di fratelli e sorelle che condividono la stessa

passione per Gesù, la stessa volontà di seguirlo. Quindi quello che vivremo a Tor Vergata sarà in continuità con quello che abbiamo vissuto ieri. Ci tufferemo oggi in questa grande fraternità che è variopinta, bella, diversa, meravigliosa”.

Ed è la Parola di Dio del giorno tratta dal capitolo 25 del Libro del Levitico a conferire tonalità cristiana all’evento giubilare: non solo un tempo di festa ma un momento favorevole, un kairòs durante il quale riappropriarsi della libertà dalle tante catene che impediscono all’uomo di sprintare verso Dio e di decidersi per Lui e di custodire la terra preservandola dai tanti soprusi che vengono compiuti a suo danno.

Provocatorio ma efficace, come sempre, l’arcivescovo di Lecce: “L’esperienza giubilare sarà un’esperienza che ha funzionato nella misura in cui torneremo a casa più liberi, più responsabili, più capaci di gestire questo dono grande della libertà. È il dono che più ci fa simili a Dio. Ma il Giubileo non è solamente un evento umanamente importante, ma anche abbiamo ascoltato come la terra viene custodita e rispettata di più durante il Giubileo. La terra è una creatura di Dio e dunque va rispettata, non sfruttata continuamente, non vilipesa. La terra è un dono di Dio, è creatura anch’essa e noi dobbiamo avere rapporti di fraternità e di sororità tra di noi e con ogni realtà creata da Dio. Il Giubileo, dunque, è la festa della libertà umana, ma è anche la festa del Creato, la gioia di vedere le cose belle che Dio ha creato”.

Per compiere, dunque, questa progettualità di vita cristiana, il presule leccese ha indicato due modelli enucleati dalla liturgia stessa: Giovanni Battista fulgido esempio di chi è disposto a morire per la verità ed Erode, l’uomo che seppur incuriosito dal Signore, tuttavia, non sente il fremito di accogliere la novità che dalla sua sequela promana.

Per Panzetta, infatti, il Giubileo rappresenta una spinta ideale per scegliere con coraggio e franchezza di stare dalla parte di Cristo. Ancora, dunque, l’arcivescovo Panzetta: “Erode era incuriosito di Gesù, quindi, dentro di lui Gesù muoveva qualcosa, però per non cambiare la vita, per rimanere in quel gozzoviglio che era la sua vita, egli sostanzialmente accetta che il Battista venga ucciso piuttosto che lasciarsi mettere in crisi da lui”.

“Erode – ha proseguito – è, in qualche modo, l’emblema di quelle persone che hanno costruito una vita nel male, hanno la possibilità di uscirne e non si danno da fare per cambiare, non fanno il passaggio di libertà che potrebbe rendere bellissima la loro vita. Anche questo dovrebbe farci pensare. Anche noi abbiamo nel Giubileo una grande occasione per fare un salto di verità, un salto di qualità nella nostra vita, non lasciamoci sfuggire per paura, per la fatica di cambiare. Utilizziamo bene questa grande opportunità di grazia che il Signore ci ha dato”.

Gli ingredienti per una fruttuosa esperienza di fede ci sono tutti: ora sarà lo Spirito Santo l’artefice principale di questa due giorni durante i quali, tramite il ministero del successore di Pietro, Papa Leone XIV, il Signore continuerà a parlare alle coscienze di tanti giovani e a chiamarli ad essere strumenti nelle sue mani.

 

 

Photogallery di don Emanuele Tramacere.

 

Share this post