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articolo ripreso da portalecce
Una celebrazione attesa, sentita, partecipata. Erano davvero in tanti ieri sera a Lecce in cattedrale, sacerdoti e laici, per celebrare la Messa del Crisma presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia.
Una concelebrazione solenne e ricca di segni e significati al centro della Settimana Santa e alla vigilia del Triduo pasquale durante la quale è stato consacrato il Crisma e sono stati benedetti l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi, necessari per la celebrazione dei sacramenti. La Messa del Crisma (tra i concelebranti anche mons. Oronzo De Simone che proprio ieri compiva 93 anni) è stata trasmessa in diretta social da Portalecce Tv (GUARDA).
Insieme con il Crisma che, alla fine della celebrazione, è stato simbolicamente consegnato ai quattro vicari foranei (mons. Piero Quarta per la vicaria di Lecce, don Vincenzo Martella per la vicaria di Squinzano, don Giuseppe Spedicato per la vicaria di Monteroni e don Luca Nestola per la vicaria di Vernole) per poi essere consegnato a tutti i parroci, quattro ragazzi della parrocchia leccese di San Vincenzo de Paoli – Lorenzo, Benedetta, Alice e Priscilla – hanno presentato all’arcivescovo l’ampolla con l’olio e i profumi (la mirra, il nardo e l’ylanghi ylanghi, essenza tipica del Madagascar) per consacrare il crisma che verrà utilizzato per la dedicazione della nuova chiesa di San Vincenzo de Paoli il 12 settembre prossimo. L’essenza, proveniente dal Madagascar, simboleggia il forte legame che la parrocchia leccese, tramite il suo parroco don Fernando Doria, ha con la comunità africana da anni in un rapporto pastorale e missionario con la diocesi di Ambasa-Nosy Be.
Nell’omelia (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) l’arcivescovo ha richiamato i temi della Mistero Pasquale e della Messa del Crisma. “Il saluto augurale della pace – ha detto Seccia -, espressione significativa di ogni celebrazione eucaristica, assume oggi il “clima” e la “nostalgia” del cenacolo, considerando quanto stiamo per condividere nel rito liturgico della benedizione degli olii santi e nel rinnovare le promesse fatte il giorno dell’ordinazione sacerdotale. Verità e rito ci richiamano il ministero esercitato quotidianamente nella santa sessa e negli altri sacramenti affidati alla nostra pratica pastorale”.
“Il ritrovarci tutti insieme – aggiunto -, come Chiesa diocesana, mi offre l’occasione per riflettere ancora, con voi, sull’esperienza di Chiesa particolare, che sto vivendo con il mio ministero episcopale, prendendone coscienza in modo intenso e continuo con la Visita pastorale di tutta la nostra amata diocesi di Lecce”.
Naturale il riferimento alla Visita Pastorale che l’arcivescovo ha iniziato con la prima domenica di Quaresima: “Pur avendo vissuto solo una prima parte del denso ed articolato calendario, sono in grado di poter affermare che si tratta del modo più toccante del ministero episcopale. Colgo ora l’occasione per ringraziare di cuore i parroci che mi hanno già accolto nelle loro comunità, perché ho potuto non solo adempiere ad un compito regolato dalle norme canoniche, ma soprattutto, per la qualità degli incontri e la disponibilità dei sacerdoti, dei loro collaboratori e di tutti i fedeli. Sono grato, in particolar modo, a quanti sono stati ben lieti di fermarsi a dialogare con il pastore senza fretta, con familiarità o anche deciso di celebrare il ministero della riconciliazione, o conversare con semplicità dopo la celebrazione eucaristica. Nei mesi passati in giro per la diocesi ho goduto nel constatare lo zelo pastorale e la disponibilità delle comunità nel confronto sereno e concreto con il Vescovo e ringrazio i membri dei consigli pastorali parrocchiali e coloro impegnati per gli affari economici, i collaboratori delle Caritas parrocchiali, le catechiste e i catechisti (forse ancora pochi!)”.
Poi la sua parola per i sacerdoti intervenuti alla Messa Crismale: “Carissimi sacerdoti, domani sera, celebrando la santa messa in coena Domini con le comunità (parrocchiali) affidate alla nostra cura pastorale viviamo in modo intenso, personale e comunitario, il clima del cenacolo e sentiamo vibrare il nostro cuore, il nostro spirito all’unisono con Gesù che si consegna a noi nel gesto della lavanda dei piedi (umiliazione e servizio) e, nel dono di se stesso, continua a farci ripetere con insistenza Fate questo in memoria di me!”.
“Una memoria viva di presenza – ha concluso -, ogni giorno nella celebrazione eucaristica, nella relazione pastorale, nell’ascolto dei fedeli, e consentitemi di precisare, in modo tutto particolare, dedichiamo il tempo necessario per quanti si rivolgono a noi per il sacramento della riconciliazione (per il quale dobbiamo essere sempre disponibili) mettendo da parte occupazioni di natura diversa. Sono occasioni preziose per mantenere vivo il rapporto spirituale-pastorale con tutti. Il ministero della riconciliazione fa parte dell’intima gioia propria di un ministro che, pur sapendo e credendo di essere un semplice strumento umano, tocca con mano quanto sia importante non sentirsi, bensì essere personalmente strumento della grazia e della misericordia”.
Stasera Giovedì Santo anche in cattedrale, prenderà il via il Triduo Pasquale con la Messa in Coena Domini. Alle 19 l’arcivescovo presiederà la solenne liturgia per fare memoria dell’istituzione dell’Eucarestia e – con il gesto della lavanda dei piedi – dell’istituzione del sacramento dell’Ordine. Dopo la messa, l’eucarestia rimarrà per tutta la notte nell’altare della reposizione (comunemente chiamato “sepolcro”) per l’adorazione personale. Alle 23, l’arcivescovo presiederà l’adorazione comunitaria. Al termine, la cattedrale verrà chiusa per riaprire all’indomani alle 7.
Domani, Venerdì Santo, al mattino alle 9, mons. Seccia presiederà l’Ufficio delle Letture e le Lodi con la partecipazione dei canonici del Capitolo cattedrale. Nel pomeriggio, alle 18, l’Azione liturgica della Passione del Signore con i riti di comunione. Alle 19,30, dalla chiesa di Santa Teresa, partirà la processione penitenziale con i simulacri di Gesù morto e della Desolata sempre presieduta dall’arcivescovo.
Il Sabato Santo (8 aprile) alle 9, ancora l’Ufficio delle Letture e le Lodi. La sera, alle 22 l’arcivescovo presiederà la Solenne Veglia di Pasqua.
Infine, domenica 9 aprile, Pasqua in resurrectione Domini, alle 11, il Solenne Pontificale.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.