GETTATE LE RETI/Intervista al Prof. Leo Spadaro
Intervista/“Si guarda con attenzione ai social network e alla rete in generale”
UN MODO NUOVO DI ESSERE VICINI ALLE PERSONE
Leo Spadaro, Consulente del Sistema Informatico della Conferenza Episcopale Italiana (Sicei).
“Al Sicei viene chiesto non solo di disporre di uno strumento tecnologico, ma soprattutto “buone pratiche” e suggerimenti per la pastorale”.
Il secondo appuntamento di “Gettate le Reti – L’impresa digitale per le Comunità Ecclesiali” ha portato un cospicuo numero di partecipanti (circa 30) e ad un interessante intervento sulle scelte, le intenzioni e le motivazioni sulla realizzazione degli strumenti informatici per la Chiesa Cattolica. In particolare, si è visto quanti e quali sono oggi gli strumenti principali offerti a servizio di diocesi, parrocchie e uffici ecclesiastici. Sono stati inoltre presi in considerazione i principali servizi proposti dal Sicei (Sistema Informatico della Conferenza Episcopale Italiana), con dimostrazione video, a partire dal 1996 (in primis: www.chieSacattolica. it).
Il prof. Spadaro, consulente dello stesso Sicei, C.O.O. di Seed – Edizioni Informatiche (che sviluppa per il Sicei la maggior parte delle piattaforme informatiche) e docente a contratto presso la Pontificia Università Gregoriana, ha illustrato il percorso compiuto in quasi vent’anni di informatizzazione di contenuti e strumenti a servizio della Chiesa Cattolica, gettando altresì un’interessante luce sulle più recenti scelte operate dalla Conferenza Episcopale Italiana e sugli orientamenti adottati per il prossimo futuro (per es: APP). Dopo l’intervento del prof. Luigi Vitali, fondatore e docente della Scuola di Economia Civile, sarà la volta di don Marco Sanavio il prossimo 13 novembre.
Prof. Spadaro, come si è evoluta negli anni l’offerta dei servizi informatici per la Chiesa Cattolica?
Fin dal 1990 la Cei ha promosso la diffusione di programmi informatici presso le diocesi e le parrocchie, favorendo la razionalizzazione e ammodernamento delle procedure gestionali: l’Amministrazione, i flussi documentali, le anagrafiche, i dati sulla celebrazione dei Sacramenti, la comunicazione ufficiale tra la Curia e le parrocchie. Parallelamente si avviò e favori l’adozione dei primi sistemi di comunicazione digitale, in particolare da parte dei media cattolici. Si pensi all’uso delle bbs: con dei modem “rudimentali” si distribuivano in tempo reale file di documenti e notizie a beneficio di settimanali cattolici, diocesi, associazioni, parrocchie. Significativo fu anche l’impegno nel settore dell’editoria digitale, favorendo la pubblicazione delle prime versioni de La Bibbia su floppy disk o di raccolte dei documenti del Magistero; contenuti che ancora oggi, in modalità diverse, sono ricercati ed apprezzati da molti, come dimostrano il succcesso del sito www.bibbiaedu.it e l’app ufficiale della Bibbia pubblicata nei mesi scorsi. Con l’avvento di Internet intorno al 1995, si è subito colta la potenzialità di tale mezzo, a supporto della comunicazione in ambito ecclesiale e, in modo più evidente, della stessa attività pastorale. Per le numerose realtà ecclesiali, dotate di scarsi mezzi economici, Internet appariva un mezzo adatto a dar voce anche a piccolissime realtà, come parrocchie, associazioni, piccoli gruppi associativi o di volontariato. Nel prossimo anno, l’Agenzia Sir, prima realtà vicina alla Cei a sbarcare sulla rete, compirà 20 anni di presenza su internet. Piu’ di recente, si e’ dato luogo ad iniziative a carattere nazionale, ad esempio nell’ambito della valorizzazione dei Beni culturali, come testimoniato dalla Banca dati www.chieSacattolica.it/beweb, punto di accesso privilegiato al vastissimo patrimonio artistico delle diocesi e parrocchie, che sarà presto evoluto in un portale autenticamente cross domain.
Quali sono gli strumenti attualmente (più) utilizzati da diocesi e parrocchie?
Certamente i servizi internet: sistemi per la gestione agevole di siti web diocesani (webdiocesi) o parrocchiali (primawww.parrocchiemap oggi anche la piattaforma per la creazione di siti parrocchiali www.pweb), ma anche servizi di accompagnamento e formazione all’uso dei social network. Al Sicei Servizio Informatico Cei viene chiesto non solo di disporre di uno strumento tecnologico, ma soprattutto “buone pratiche” e suggerimenti sul suo utilizzo efficace per la pastorale.
Dove state guardando per il prossimo futuro? Cosa si pensa di fare?
Il Sicei intende affiancare la proposta di strumenti con servizi di formazione, di approfondimento e consulenza. Per l’uso efficace dei media digitali, occorre apprendere i linguaggi, perfezionare il modo di elaborare contenuti! Non basta apprendere l’uso operativo dello strumento tecnologico. Solo così si coglierà l’impatto di queste iniziative sulla pastorale, in modo integrato e non separato dalla pastorale ordinaria. Esiste già oggi una proposta formativa a vari livelli; è importante farla crescere e renderla sempre più accessibile e adatta a tutti gli operatori pastorali, in un rapporto di collaborazione quotidiana con le diocesi, le associazioni, gli istituti religiosi. Guardare con attenzione ai social network e alla Rete in generale: è anche questa una forma bella di porre attenzione a tutte le persone, e non solo a coloro che frequentano i luoghi fisici delle nostre realtà pastorali: i giovani, le famiglie, gli insegnanti e formatori in genere…
Emanuele Perlangeli