#DONDONATO50. Innamorato della Chiesa di Lecce, eletta madre del suo ministero sacerdotale

#DONDONATO50. Innamorato della Chiesa di Lecce, eletta madre del suo ministero sacerdotale

articolo ripreso da portalecce

In occasione del 50° anniversario di sacerdozio dell’arcivescovo di Otranto, mons. Donato Negro, Portalecce pubblica una serie di interventi non solo per festeggiarlo ma soprattutto per fare memoria ed invitare la comunità diocesana leccese, di cui egli è figlio, alla preghiera per lui e per le vocazioni al sacerdozio.

 

 

 

 

Il mio augurio a don Donato Negro, mi scuserà per il don, lo formulo servendomi di qualche semplice riflessione, espressione di amicizia antica e sempre nuova  e memoria della collaborazione pastorale createsi soprattutto nel tempo bello del servizio episcopale dell’amato e compianto arcivescovo Michele Mincuzzi nella nostra Chiesa di Lecce, profeta dall’occhio penetrante, sognatore di una Chiesa bella, armoniosa, attenta al viandante in cerca di ristoro e ai segni dei tempi il quale chiamò don Donato ed il sottoscritto come suoi primi collaboratori.

Don Donato: un innamorato della Chiesa di Lecce, un operaio in questa eletta madre che ha servito in diversi ambiti della pastorale e nella quale ha testimoniato competenza e dedizione. Pastore a tutto campo: dall’insegnamento alla pastorale pensata, proposta e vissuta con parresia, particolarmente quella familiare e della cultura. Non per nulla nel brevissimo periodo del suo servizio di parroco nella parrocchia “Maria Santissima Assunta” in San Pietro in Lama, ha lavorato particolarmente per le famiglie, con le famiglie e nelle famiglie dando vita a gruppi di spiritualità coniugale dei quali ha beneficiato lo scrivente il quale ha continuato da suo successore moltiplicando queste aggregazioni delle “chiese domestiche” nella stessa comunità parrocchiale.

Don Donato inoltre, e soprattutto, ha testimoniato di essere un presbitero amante del Popolo di Dio e io credo che sia questa la caratteristica prioritaria del servizio pastorale in coloro che sono chiamati a servire la Chiesa: siamo servi per amore sulla scia del Buon Pastore. Nel suo servizio alla nostra Chiesa diocesana ha dato impulso alla pastorale della cultura, tanto sognata e desiderata da mons. Mincuzzi.

La tenacia è stata la sua caratteristica, unita al servizio della Parola e all’amore del popolo di Dio. Pastore capace di entrare nel profondo mediante la Parola spezzata, l’esortazione, la preghiera, l’entusiasmo. Ha saputo creare ovunque reti di comunione e desiderio di essere Chiesa bella, unita, attenta ai bisogni materiali, spirituali, relazionali; capace di parresia evangelica, attento ai segni dei tempi e ai bisogni della persona, sull’esempio del Buon Pastore.

Fugaci pensieri radicati nella memoria e dettati da un vissuto nel quale la Chiesa del Signore, che è in Lecce, con la guida di pastori amati dalla gente, ha seminato i semi del Vangelo; la fede in Cristo Gesù, Signore della storia; la speranza che non delude; il coraggio e la gioia di testimoniare la bellezza dell’essere discepoli del Buon Pastore; la carità che apre orizzonti di infinito nel tempo così breve, ma tanto importante per radicare il Vangelo e altrettanto essenziali perché l’uomo di oggi e di domani abbia la luce che proietta oltre il tempo.

Eccellenza mi permetta di chiudere con una sua espressione: “Semplicemente… Grazie!”.

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