Don Donato a 35 anni dalla morte. Vivace testimone degli insegnamenti del Vaticano II
articolo ripreso da portalecce
Il 2 agosto 1986, in punta di piedi, come era nel suo stile, si allontanava prematuramente da noi mons. Donato Rizzo, dopo una lunga malattia che gli aveva procurato anche terribili sofferenze fisiche, ma, nel corso della quale, non aveva voluto mai sottrarsi, neanche un minuto, al suo ministero parrocchiale.
Ho avuto la fortuna di collaborare con don Donato, per tutti i 28 anni in cui egli è stato parroco di San Lazzaro. E ora, volendo scrivere queste righe per ricordarlo brevemente, mi viene spontaneo sottolineare l’esemplarità della sua luminosa testimonianza sacerdotale fondata su un amore incontenibile per Cristo e la Chiesa, che diventava annuncio, servizio, efficace e organica azione pastorale. Una testimonianza sacerdotale da far conoscere e apprezzare in questi tempi bui di carenza di vocazioni.
Don Donato il pomeriggio del 12 ottobre 1958, fece il suo ingresso nella parrocchia di San Lazzaro. Lo stesso giorno in cui, di mattina, don Salvatore De Giorgi era entrato in Santa Rosa, don Donato e don Salvatore erano stati compagni di studio ed erano grandi amici. Fu il primo arcivescovo di Lecce, mons. Francesco Minerva a volere nello stesso giorno l’ingresso nelle rispettive parrocchie di questi due straordinari sacerdoti.
I destinatari privilegiati del suo ministero furono tutti i parrocchiani, da lui tanto amati, per i quali profuse quotidianamente il meglio delle sue energie. Egli accolse con vivo entusiasmo ed attuò in parrocchia gli insegnamenti e le novità liturgiche del Concilio Vaticano II. Penso, per esempio alla realizzazione dell’altare mensa e alla nascita del consiglio pastorale parrocchiale, uno dei primi in diocesi. Don Donato teneva moltissimo alla crescita del laicato e si impegnò intensamente, stimolando incessantemente collaborazione e corresponsabilità. Aveva un occhio particolare per noi soci di Azione cattolica, spronandoci a vivere pienamente gli impegni battesimali e associativi. Credeva molto nelle gite e nei pellegrinaggi parrocchiali, anche come mezzo per sviluppare l’amicizia e la conoscenza tra i parrocchiani, la miglior premessa questa per poi impegnarsi insieme nell’apostolato. Nella foto in copertina siamo in piazza San Pietro con don Donato e tantissimi parrocchiani il 18 ottobre 1979, in attesa dell’Angelus di Giovanni Paolo II.
Don Donato possedeva, tra l’altro una spiccata sensibilità sociale, che si era incrementata, prima, con i suoi studi sociologici e poi, quando dal 1956 al 1961 aveva ricoperto la carica di assistente provinciale delle Acli.
Perenne fu il suo impegno per migliorare ogni giorno la casa di Dio e le opere parrocchiali. Era entusiasta del suo ministero di parroco ed aveva da sempre intuito che al centro dell’azione pastorale dovesse collocarsi la famiglia. Proprio in questo campo diede un eccezionale apporto, diventando nel 1982 vicario episcopale per la pastorale familiare.
Mons. Pierino Liquori, attuale parroco di San Lazzaro, ha scritto: “Qui, a tanti anni di distanza dalla sua prematura scomparsa, quasi tutto parla ancora di lui: persone ed anche opere da don Donato volute (ristrutturazione della chiesa nel presbiterio, nel soffitto e nel pavimento; costruzione della casa canonica e del teatro; risistemazione di buona parte del palazzo Prato)”.
Mons. Cosmo Francesco Ruppi ha scritto: “Don Donato, che andava innanzi a me di un anno, era stato per tre anni mio compagno di scuola in teologia speciale, insieme all’altra stella leccese, don Salvatore De Giorgi… è certo che don Donato Rizzo era rimasto nel mio cuore e l’avevo sempre ricordato come uno dei più intelligenti e operosi sacerdoti di Puglia”.
L’arcivescovo Mincuzzi lo dipinse così: “L’entusiasmo, la carica pastorale, gli si leggevano in volto, nel suo parlare concitato, nel suo sorriso di fanciullo, nei suoi occhi luminosi, nelle conversazioni, che pur traboccanti di problemi, rivelano la sua esperienza del divino, la sua vita nascosta con Cristo in Dio”.
Il cardinale Ursi lo descriveva come “un angelo col fuoco nell’intimo”.
Don Donato continua anche dal cielo ad esercitare il suo ministero, dando a noi tutti che lo abbiamo conosciuto, apprezzato, stimato ed amato, la forza per impegnarci a rendere testimonianza del suo fecondissimo insegnamento. Ancora, dopo 35 anni, grazie don Donato per quanto hai dato alla Chiesa di Lecce.