Dal 5 al 19 ottobre il Sinodo straordinario sulla famiglia
Presentato l’Instrumentum laboris
La prima parte del documento innanzitutto ribadisce il “dato biblico” della famiglia, basata sul matrimonio tra uomo e donna, creati ad immagine e somiglianza di Dio e collaboratori del Signore nell’accogliere e trasmettere la vita. Tra i fedeli, però, l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia viene accettato parzialmente: in generale, si dice sì alla difesa della dignità della vita umana, mentre si fa resistenza alla dottrina sul controllo delle nascite, sul divorzio o sulle relazioni prematrimoniali. Di qui l’esigenza di trovare nuovi linguaggi per trasmettere questi insegnamenti, formando in modo adeguato gli operatori pastorali. Di fronte alla grande sfida della privatizzazione della famiglia, non più intesa come elemento attivo della società e cellula fondamentale di essa, emerge la necessità di coltivare un legame costante con la parrocchia, “famiglia di famiglie”, e di curare la formazione soprattutto per i nuclei familiari in crisi.
La seconda parte entra nel vivo delle sfide pastorali contemporanee: dalla debolezza della figura paterna alle violenze e abusi su donne e bambini, dalla pesante incidenza del lavoro sulla vita familiare ai danni arrecati dalla “contro-testimonianza nella Chiesa”, dalla percezione dell’amore solo come “un fatto privato” alla sua riduzione alla mera sfera emozionale. Il documento dedica un’ampia parte alle “situazioni di irregolarità canonica”, in particolare al disagio dei divorziati risposati che non possono accostarsi ai Sacramenti, evidenziando come per le situazioni difficili la Chiesa non debba assumere un atteggiamento di giudice che condanna, ma quello di una madre che sempre accoglie i suoi figli. Circa le unioni tra persone dello stesso sesso, inoltre, si mette in luce che tutte le Conferenze episcopali dicono no all’introduzione di una legislazione che ridefinisca il matrimonio anche in tal senso; sono anche contrarie all’adozione di bambini da parte di persone in unione omosessuale. Tuttavia, se tali persone chiedono il battesimo per il bambino, esso deve essere accolto con “la stessa cura, tenerezza e sollecitudine” che si ha nei confronti degli altri.
La terza parte del testo, infine, constata come la dottrina della Chiesa sull’apertura alla vita da parte degli sposi sia poco conosciuta nella sua dimensione positiva e quindi considerata un’ingerenza nella coppia e una limitazione all’autonomia della coscienza. Viene poi esaminata la timidezza con la quale oggi i genitori spingono i figli alla pratica religiosa, l’importanza di sostenere le scuole cattoliche, la necessità di un’accoglienza senza pregiudizio, la riscoperta del ruolo del padrino e della madrina nel cammino di fede di bambini e ragazzi.
È importante ricordare che quello del prossimo ottobre sarà un Sinodo “straordinario”, legato all’urgenza della questione da trattare. Suo compito primario sarà quello di valutare ed approfondire i dati presentati dalle Chiese particolari, mentre le linee pastorali da attuare saranno al centro del Sinodo generale ordinario che si terrà nell’ottobre 2015, sul tema: “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”.