Conclusi gli esercizi spirituali predicati dall’arcivescovo coadiutore ai diaconi permanenti
articolo ripreso da portalecce
Dal 25 al 27 novembre scorsi, presso il Centro di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II” in Lecce, si sono tenuti gli esercizi spirituali dei diaconi permanenti, guidati dall’arcivescovo coadiutore, Angelo Raffaele Panzetta.
I tre pomeriggi sono stati cadenzati dalla celebrazione dei vespri, la meditazione dettata da mons. Panzetta, la riflessione personale, la condivisione fraterna e la messa finale.
Mons. Panzetta, soffermandosi su alcuni brani della 2Cor (primo giorno: 1,1-11; secondo giorno: 4; terzo giorno 5,11-6,10), ha proposto una meditazione sulla figura di Paolo e sul suo rapporto con la Chiesa di Corinto, che ha fondato e che ben conosce, per mettere in evidenza le fragilità e le sofferenze dell’apostolo in relazione al tesoro di grazia che è l’annuncio del Vangelo.
Nelle loro risonanze personali i diaconi si sono intrattenuti, in particolare, su due punti- Eccoli in sintesi.
– “Sia Benedetto Dio…. il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (1,4): Dio non va pregato per allontanare la sofferenza, ma per imparare a vivere la sofferenza, comprendendo il motivo per il quale Dio l’ha permessa. Per Paolo, l’unico suo vanto è nell’azione gratuita di Dio: la consapevolezza della propria debolezza ci consente di scoprire la grandezza di Dio;
– “un tesoro in vasi di creta” (4,7): Ci sentiamo vasi di creta? Tutti noi siamo vulnerabili, fragili, deboli, e abbiamo bisogno di essere guariti. E l’apostolo Paolo, che lo aveva sperimentato nella sua carne, lo dice con forza: siamo tribolati, siamo sconvolti, siamo perseguitati, colpiti come manifestazione della nostra debolezza. La vulnerabilità è uno degli “inciampi” più scomodi da riconoscere nella propria vita. Siamo, insomma, come vasi di creta, ma forti del tesoro che è Cristo.
Gli esercizi sono terminati con la santa messa presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia e concelebrata dall’arcivescovo coadiutore e dal delegato diocesano per il diaconato permanente, mons. Vincenzo Marinaci.