Adorazione vocazionale Febbraio 2020

Adorazione vocazionale Febbraio 2020

Ufficio per la Pastorale Vocazionale – Lecce  

Febbraio 2020

E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI

Nella preghiera per le vocazioni di questo mese, mettiamo davanti al Signore il nostro desiderio di imparare da Lui ad abitare questo tempo con lo stesso amore con cui Lui lo abita. Siamo tante volte tentati di pensare che la nostra sia un’epoca in cui, più del passato, vivere nell’amicizia con il Crocifisso Risorto sia difficile. Ci sembra addirittura che il contesto in cui siamo immersi si contrapponga alla possibilità di fare scelte secondo il Vangelo. Tuttavia, questa è una rassegnazione da cui dobbiamo liberarci: è l’oggi il momento in cui ci è data l’occasione di testimoniare la bellezza della vita in Cristo. È questo il tempo nel quale lasciarci plasmare dallo Spirito, in cui scoprirci figli di Dio. Perciò è importante per noi riscoprire la gioia di abitare questo tempo, questa vita. È possibile solo se ci accorgiamo che è Dio stesso che sceglie di abitare in mezzo a noi, anche oggi. Il meraviglioso mistero dell’Incarnazione, che continua nella storia per mezzo dell’azione dello Spirito, ci mostra la volontà di Dio di non rinunciare a fare di questo mondo la sua casa: il luogo in cui incontrarLo, stare con Lui e farci amare da Lui.

 

G. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen

G. La grazia, la misericordia e la pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostrosia con tutti voi!

T. E con il tuo spirito.

 

Canto: Cantiamo a te

Primo momento: Abitare la propria vita

 

DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 10,17-22)

Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Nonuccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla miagiovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

Per riflettere…

“Che cosa bisogna fare, che cosa devo fare? Mi sono sempre impegnato, ce l’ho messa tutta. Che mi manca ancora?”.

«Nella nostra azienda, noi stiamo cercando una persona giovane, dinamica, motivata… ma con esperienza. Il tuo profilo è sicuramente buono… ma non possiamo permetterci di rallentare per l’inserimento di una nuova risorsa. Però la proposta per te ce l’avremmo: siccome mi sembri una persona con un buon potenziale ti andrebbe di seguirmi all’estero per insegnarti quello che so e far partire qualcosa di nuovo. Che ne dici?». Udito questo, il giovane se ne andò triste, poiché la proposta gli interessava particolarmente, ma ciò implicava cambiare molto della propria vita. Lui fin da piccolo sognava di poter lavorare in una realtà come quella. Ma accettare significava portare con sè poche cose e lasciare tutto, lasciare casa, lasciare affetti e lasciare ciò che di più caro fin ora aveva. “Mi sento di fronte ad una scelta che mi sta interrogando molto. Se resto, qua sono accerchiato dai miei affetti, in un posto confortevole che fin ora ho sempre chiamato casa, dentro alla mia “comfort zone”! Invece se parto forse un sogno grande si avvera. Posso finalmente mettere in campo tutto quello che sento ardere dentro. Sento forse di aver trovato il mio posto. Signore, mi chiedi di fare una scelta. Una scelta che richiede anche un atto di coraggio. Di porre tutto nelle tue mani e partire. Ho paura, ma forse tu hai in serbo qualcosa di grande di cui io non conosco la forma. Ma voglio fidarmi! Voglio credere che tu saprai aiutarmi a capire la strada, e che mi darai ciò di cui sai posso aver bisogno senza lasciarmi mai solo”. Abitare una scelta: è mettere tutto nelle mani del maestro e lasciare che sia attraverso di Lui che ognuno di noi scriva la propria strada.

 

Signore, riconciliami con me stesso

Come potrei incontrare e amare gli altri se non mi incontro e non mi amo più?

Signore, tu che mi ami cosi come sono e non come mi sogno,

aiutami ad accettare la mia condizione di uomo, limitato ma chiamato a superarsi.

 

Insegnami a vivere con le mie ombre e le mie luci,

con le mie dolcezze e le mie collere, i miei sorrisi e le mie lacrime,

il mio, passato e il mio presente.

Fa’ che mi accolga come tu m’accogli, che mi ami come tu mi ami.

Liberami dalla perfezione che mi voglio dare, aprimi alla santità che vuoi accordarmi.

Risparmiami i rimorsi di chi rientra in se stesso per non uscirne più,

spaventato e disperato di fronte al peccato.

Accordami il pentimento che incontra il silenzio del tuo sguardo pieno di tenerezza e di pietà.

E se devo piangere, non sia su me stesso ma sull’amore offeso. La tua tenerezza

mi faccia esistere ai miei stessi occhi! Spalanca la porta della mia prigione che io stesso chiudo a chiave!

 

Dammi il coraggio di uscire da me stesso.

Dimmi che tutto è possibile per chi crede.

Dimmi che posso ancora guarire,

nella luce del tuo sguardo e della tua parola. Amen

 

Canto: Fammi conoscere

Silenzio e musica

Secondo momento: Abitare la relazione con l’altro

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,1-11)

«Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento danari per poi darli ai poveri?”. Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù alloradisse: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù».

 

Per riflettere…

Marta mi ha invitata ad una cena, con i suoi fratelli e con un loro Amico. Festeggiamo il ritorno di Lazzaro alla vita! Mi piace semplicemente “stare” con gli amici, avere il tempo di godere dei loro sorrisi, del loro chiacchiericcio, dei loro scherzi, come anche dei loro silenzi, dei loro pianti… Marta è molto indaffarata, quasi brusca nel muoversi fra i commensali, è il suo modo di dirci quanto tiene a noi. Ognuno è unico nello stare con gli altri. A questo pensiero che affiora, ecco Maria, che con entusiasmo apre un preziosissimo vaso di olio di nardo… si avvicina a Gesù e senza dire parola, comincia a prendersi cura dei suoi piedi e dei suoi capelli. Prendersi cura… quanto ci imbarazza, a volte, che qualcuno lo faccia per noi? Quanto ci disturba, facendoci scoprire bisognosi e vulnerabili? Quanto ci preoccupa il costo che ha per l’altro questo dedicarsi a noi? Anche stasera a cena qualcuno ha fatto notare che usare quell’olio, dedicare quel tempo, poteva essere uno spreco. Gesù ha lasciato, invece, che Maria agisse. Dovremmo, allora, semplicemente stare: scoprirci vulnerabili, scoprirci bisognosi e lasciare, come Gesù ha fatto, che gli altri ci dedichino delle attenzioni speciali, oltre che saperle dedicare noi stessi, senza timore di essere fraintesi. La cena volge al termine, cosa porto in dono con me questa notte? Che è necessario amare e lasciarsi amare, per poter godere di questa vita fino in fondo. Rivolgo al cielo una preghiera: fa’ che tutti gli uomini e le donne sulla Terra conoscano questa saggezza.

         Silenzio e musica

Canone

Terzo momento: Abitare la relazione con Dio

 

Canto: Te al centro del mio cuore

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 15,1-5; 9-11)

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

 

Per riflettere

Immagino di essere uno dei tanti invitati alla tua cena, che alla fine non sembra tanto una festa, più che altro un addio. Ho l’impressione che non rimanga molto da fare, così sono pronto a congedarmi, quando all’improvviso una parola risuona nella stanza: “Rimani”. Ci implori a uno a uno e insistentemente ripeti: “rimanete in me, rimanete nella mia Parola, rimanete nel mio amore”. Io proprio non ti capisco, cosa significa? Rimanere, restare, abitare, deve esserci qualcosa di più in quelle parole. Non vuoi che prenda le distanze da te. Come i tralci dalla vite, così la mia vita è legata a Te, altrimenti il rischio è quello di diventare rami secchi. Eppure, qualche volta mi sono sentito un ramo secco, ferito, solo… cosa allora ci ha separati? Cosa mi ha allontanato da te? Quella sera sembrava la fine invece si è trasformata nell’inizio di qualcosa di nuovo. “Rimani in me”. Mi chiedi difarmi sempre più vicino da riuscire a sentire il tuo cuore, lo scorrere della tua linfa, il tepore del tuo calore rassicurante, il tuo Amore. Ci dici di non temere, che come la linfa dalla vite scorre tra i tralci, così la vita di Dio e il suo amore scorrono in noi. E Dio come un abile giardiniere, si prende cura di noi.

Ora è arrivato il momento di salutarci, avrei ancora molte domande, ma ritorno a casa con il cuore abitato dalla gioia e nella mente le parole di una canzone, che sembrano le tue: “tu sei il giardino e io sono il giardiniere. Penso che dovrò annaffiare i frutti dentro di te. Penso che dovrò coltivarti un po’ di più. Se tu distruggi io costruisco. Se tu dimentichi io ricordo. Se tu piangi io consolo. Perché questo è il ruolo che ho scelto per me”.

 

Silenzio e musica

Preghiera biblica

  • Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido» (Sal 91).
  • Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore!” (Sal 122).
  • Dice il Signore: “Abiterò in mezzo agli Israeliti e sarò il loro Dio. Sapranno che io sono il Signore, loro Dio, che li ho fatti uscire dalla terra d’Egitto, per abitare in mezzo a loro, io il Signore, loro Dio” (Es 29,45-46).

Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra, è piena la terra.

  • Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni (Sal 23).
  • La tua bontà è davanti ai miei occhi, nella tua verità ho camminato. Signore, amo la casa dove tu dimori e il luogo dove abita la tua gloria (Sal 26).
  • Quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste. (2Cor 5,1-2).

Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra, è piena la terra.

  • Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. (Sal 27).
  • Nella sua dimora il Signore mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza (Sal 27).
  • Gesù si voltò e, osservando [i due discepoli] che lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì […] dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui (Gv 1, 38-39).

Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra, è piena la terra.

Padre Nostro

Preghiamo: ti preghiamo, o Signore, che nella nostra casa, quando si parla, sempre ci si guardi negliocchi e si cerchi di crescere insieme; non si sia mai soli o nell’indifferenza o nella noia; i problemi degli altri non siano sconosciuti o ignorati; chi abbia bisogno possa entrare e sia il benvenuto; il domani non faccia paura, perché Dio è sempre vicino; ogni gesto sia ricco di significato; si renda grazie a Dio per tutto ciò che la vita offre e che il Suo amore ci ha dato. Amen.

Canto finale: Resta accanto a me

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