il sito ufficiale per la canonizzazione di mons. Nicola Riezzo

Atti del 1975, Eco Idruntina, Scritti di Mons. Riezzo, Turismo e Pastorale

Turismo e pastorale

 

Del turismo tratta il Concilio Vaticano II nella costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et spes) al n.61, quando parla della doverosa educazione dell’uomo a una formazione culturale integrale “in cui eccellono i valori dell’intelligenza, dalla volontà, della coscienza, della fraternità, che sono fondati tutti in Dio creatore e sono stati mirabilmente sanati ed elevati in Cristo”.

Per l’attuazione di questa educazione culturale integrale, dice il Concilio, “la diminuzione più o meno generalizzata del tempo del lavoro fa aumentare di giorno in giorno le facilitazioni per molti uomini.

 

Il tempo libero sia a ragione impiegato per distendere lo spirito, e per fortificare la salute dell’anima e del corpo:

-       mediante attività e studi di libera scelta,

-       mediante viaggi in altre regioni (turismo), con i quali si affina lo spirito dell’uomo, e gli uomini si arricchiscono con la reciproca conoscenza,

-       anche mediante esercizi e manifestazioni sportive, che giovano a mantenere l’equilibrio dello spirito anche nella comunità, e offrono un aiuto per stabilire fraterne relazioni fra gli uomini di tutte le contraddizioni, di nazioni e di stirpi diverse.

 

I cristiani collaborino dunque affinché le manifestazioni ed attività culturali collettive, proprie della nostra epoca, siano impregnate di spirito umano e cristiano”.

Da queste parole appare chiara la mente del Concilio: il turismo, importante dimensione del tempo libero, contribuisce alla distensione, alla cultura, all’affratellamento degli uomini.

Questa dottrina conciliare ha avuto un ampio commento ufficiale il 30-4-1969 dalla S.Congregazione per il Clero, con la pubblicazione del “Direttorio generale per la pastorale del turismo”.

Alla luce di questi due documenti della Chiesa studieremo il tema: turismo e pastorale.

 

 

Che significa turismo?

 

La parola turismo importa spostamento dalla residenza abituale, sia all’interno del proprio paese che all’estero, non a scopo esclusivo di lavoro (emigrazione), ma:

-       per distensione e istruzione insieme,

-       per villeggiatura al mare o in campagna, ecc.

-       per colonia elioterapica o marina,

-       per scopo sportivo (alpinisti, sciatori, cacciatori, ecc.),

-       per scopo di cultura (studio della archeologia, dell’arte, ecc.),

-       per cure termali,

-       per scopo religioso (pellegrinaggio ad un santuario, ad un’oasi di spiritualità, alla festa di un Santo, ecc.).

 

 

Come si presenta oggi il turismo?

 

E’ una importante componente del tempo libero (Concilio); ha dimensioni internazionali, “quasi planetarie” (Paolo VI); è un fenomeno di massa, in crescente espansione.

La stampa in questi giorni ha parlato della massiccia presenza dei turisti stranieri, dei circa 15 milioni di italiani che vanno in vacanza, abbandonando le grandi città, diretti al mare, ai laghi, ai monti, in campagna, ecc. (Avvenire, 28-6-1975).

Anche nel Salento in questi anni il turismo si è sviluppato notevolmente. Basta considerare l’incremento edilizio lungo la spiaggia dei mari Adriatico e Jonio, talvolta a carattere internazionale, come sul litorale otrantino con il Villaggio Valtur e il Club Mediterranèe.

 

 

Valori del turismo

 

Il Direttorio generale per la pastorale del turismo svolge con chiarezza i valori del turismo, accennati del Concilio. Li presenterò, talvolta con le medesime parole, nelle linee essenziali.

 

1)    Il turismo è fattore di pace, di affratellamento, di elevazione sociale.

Infatti il turismo, se è bene attuato,

-       concorre alla reciproca conoscenza degli uomini, anche di diverse religioni (ecumenismo), e sviluppa il senso dell’ospitalità;

-       riduce le distanze tra le classi sociali e tra le razze umane;

-       vince l’isolamento dei popoli, favorendo il superamento di funesti pregiudizi, mediante l’incontro di civiltà e di culture;

-       promuove il processo di unificazione, alla quale il Popolo di Dio è ordinato, perché “per la Chiesa cattolica nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano” (Paolo VI);

-       talvolta è occasione per riunire i membri della stessa famiglia, lontani tra loro per ragioni di lavoro;

-       è importante risorsa economica per non poche nazioni, e favorisce nuove fonti di lavoro, riducendo in qualche regione il triste fenomeno di emigrazione forzata.

 

2)    Il turismo favorisce la conoscenza dei monumenti di storia, di arte e sopra tutto l’incontro con le bellezze e le risorse della natura.

“Redento da Cristo e diventato nuova creatura nello Spirito, l’uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve, e le guarda e le onora come se al presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse loda e ringrazia Dio munifico benefattore”. (Gaudium et spes, n.37).

 

3)    Il turismo non è semplice riposo e distensione per interrompere la monotonia spesso snervante della vita di lavoro, ma anche fenomeno culturale.

L’uomo infatti con il turismo instaura relazioni interpersonali in un contesto di particolare serenità e di più piena disponibilità al dialogo; ed ha la possibilità di dedicarsi ad altre attività (letterarie, scientifiche, artistiche, religiose, ecc.) che sviluppino quelle energie che non ha modo di coltivare nel lavoro quotidiano.

Va da sé che i suddetti valori del turismo suppongono nell’uomo che lo pratica una sana formazione morale ed una adeguata maturazione spirituale.

Si pensi al turismo di Pier Giorgio Frassati.

Quando invece l’uomo difetta di questa formazione morale e spirituale, praticando il turismo, può divenire un viaggiatore frettoloso e superficiale, incapace di dialogo umano, disattento alle bellezze della natura e alla ricchezza delle opere dell’ingegno umano, ricercatore affannoso di piaceri ed esperienze deteriori, fino ad abusare dell’ospitalità che gli viene offerta, permettendosi ciò che non farebbe nei luoghi della sua residenza abituale.

In altre parole, di fronte al tempo libero ciascuno ne fa uso in base ai criteri che lo orientano nella vita, sicchè il turismo (importante componente del tempo libero) è specchio di lineamenti buoni o cattivi della persona che lo pratica.

 

 

La Chiesa e il turismo

 

La Chiesa, continuatrice della missione di Cristo maestro, guida e santificatore, intende servire l’uomo quale oggi si presenta “nei nuovi stili di vita” (Gaudium et spes, n.54), quasi rincorrendo la società nella sua rapida e continua evoluzione.

In particolare la Chiesa vuole contribuire affinchè il turismo sia “un valido fattore nella formazione culturale moderna, un veicolo di simpatia tra i popoli e di pace internazionale, una espressione capace di condurre lo spirito alle più alte ascensioni, degne dello sguardo benedicente di Dio” (Paolo VI).

Inoltre la Chiesa ritiene che il turismo di sua natura non compromette i suddetti valori umani e cristiani, ma ritiene che tali valori sono compromessi dalla non adeguata maturazione morale e spirituale dei turisti.

Perciò la Chiesa deve cercare e attuare forme di azione pastorale per la loro maturazione morale e spirituale, affinché il tempo di turismo diventi tempo di valorizzazione delle risorse culturali, affettive, spirituali, religiose, e il tempo di turismo diventi tempo di perfezionamento, di santificazione e di salvezza eterna.

Dall’azione pastorale della Chiesa dipende se il turismo si incammina per una più alta disponibilità di riflessione e di perfezionamento della persona umana, ovvero per una sua più radicale degradazione e disumanizzazione.

Sapientemente il Concilio afferma: “Si abbia un particolare interessamento per quei fedeli che, a motivo della loro condizione di vita, non possono godere a sufficienza della comune ordinaria cura pastorale dei parroci o ne sono privi del tutto, come sono moltissimi emigrati, gli esuli, i profughi, i marittimi, gli addetti ai trasporti aerei, i nomadi. Si promuovano metodi pastorali adatti per sostenere la vita spirituale dei turisti” (Chirstus Dominus, n.18).

Ed eccoci alle direttive pastorali per il turismo.

 

 

Direttive pastorali per il turismo

 

1)    Per la pastorale del turismo è molto utile un delegato diocesano. Per questa missione nella nostra archidiocesi ho eletto Mons.Grazio Gianfreda, parroco della Cattedrale, la quale è meta di moltissimi turisti italiani e stranieri. Il suo compito è di studiare e coordinare (con l’aiuto di un gruppo di sacerdoti e di laici esperti) l’assistenza morale e religiosa per i turisti dell’archidiocesi, tenendosi in contatto con le Commissioni per il turismo della C.E.I. e della C.E.P., e con gli analoghi enti civili regionali, provinciali e locali.

 

2)    L’assistenza morale e religiosa dei turisti si ha essenzialmente mediante l’evangelizzazione, i sacramenti, la S. Messa, la preghiera (anima di ogni apostolato).

L’evangelizzazione dice annunzio del Vangelo ai turisti da parte di tutto il Popolo di Dio, (Clero e Laicato),

-       con la parola (omelia, conferenza, conversazioni, dialogo, celebrazione della parole, ecc.);

-       con la stampa (ad es. il Vangelo in ogni stanza degli alberghi, ecc.);

-       con la preghiera (ad es. delle Claustrali, per l’efficacia dell’evangelizzazione);

-       con la testimonianza delle vita cristiana da parte del Clero, degli albergatori, del personale alberghiero, del popolo cristiano che ospita i turisti o da cui partono i turisti. Il popolo di Dio, in tutte le sue componenti,è tenuto a vivere con coerenza la propria fede; e questo è annunzio di salvezza di grande efficacia per tutti.

 

3)    Perciò all’assistenza morale e spirituale dei turisti è tenuto tutto il Popolo di Dio, e in particolare (sebbene in modi diversi) il Clero, gli albergatori, il personale alberghiero e le comunità in cui arrivano o da cui partono i turisti.

E questo evidenzia  un altro grave  dovere:  la formazione  morale  e religiosa di tutte queste categorie di persone, in forza del principio che nessuno dà ciò che non ha, e che per dare  una cosa è necessario prima possederla.

 

4)    Il parroco non consideri estranei alla sua comunità i turisti non cattolici, perché tutti gli uomini sono chiamati a formare il Popolo di Dio. Similmente si deve dire dei turisti cattolici non praticanti.

 

5)    E’ lecito celebrare la S. Messa nei campeggi, se la chiesa, capace di contenere i fedeli interessati, sia notevolmente distante.

 

6)    Nella nostra archidiocesi ogni parroco può concedere per tre giorni la facoltà di celebrare il sacramento della Penitenza nei confini della propria parrocchia al sacerdote che dimostri di aver ricevuto tale facoltà nella propria diocesi.

 

7)    Si curi di valorizzare il turismo religioso con pellegrinaggi ai santuari: luoghi privilegiati per la celebrazione dei sacramenti della Riconciliazione e della Eucaristia. Inoltre si provveda che nella festa di un Santo, meta di tanti pellegrini, sia messo in luce il culto di imitazione del Santo (cfr. “L’Eco Idruntina” 1975, pp.172-179).

I sacerdoti poi non manchino di avere maggiore zelo affinché l’Oasi BB.Martiri Idruntini in S.Cesarea Terme, frutto dello zelo di Mons. Osvaldo Licci, sia utilizzata come centro di spiritualità delle associazioni cattoliche, anche nei mesi invernali.

 

8)    Incoraggiare i Seminaristi a imparare le lingue moderne, tanto utili per il loro futuro ministero verso i turisti stranieri.

 

9)    E’ molto utile la segnaletica religiosa (anche in più lingue), con cui si indica l’orario delle Messe festive nelle località turistiche, delle celebrazioni del sacramento della Riconciliazione, dell’apertura e chiusura delle chiese principali, ecc.

 

10) Educare i fedeli affinché le spese da essi sostenute per il turismo non siano oltraggio ai poveri.

 

11) Incoraggiare le colonie marini per i fanciulli poveri gestite dal Parr. Don Antonio Ligori in Castro, dalle Figlie della Carità in Otranto e in S.Cesarea Terme, e dal C.I.F. ai laghi Alimini.
 

 

Araldi itineranti di Cristo

Nella pastorale del turismo rimane molto da fare.

E’ necessario progredire verso la meta indicata dal Concilio (Apostolicam actuositatem, n.14): i turisti siano dovunque araldi di Cristo con la testimonianza della loro vita.

Meta ardua, ma non impossibile, con l’aiuto di Dio e con lo zelo della famiglia diocesana.

 

+ NICOLA RIEZZO Arcivescovo

 

(Da “L’eco Idruntina n.7-8, luglio-agosto 1975)

I commenti sono stati disabilitati.

Ultimi articoli

Sito per argomenti

Subscribe2

Commenti recenti

Risorse su Mons. Riezzo

- Articolo su Il PAESE NUOVO che informa dell'avanzamento del processo di Canonizzazione -DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 17 aprile 2008, n. 311  pubblicato sul Bollettino Regionale  Anno XXXIX BARI, 30 APRILE 2008 N. 69 per  l'Autorizzazione alla  tumulazione privilegiata di Mons. Nicola Riezzo.
Diocesi in cui ha operato il Servo di Dio