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Miles Christi, scritti del 1950, Scritti di Mons. Riezzo

La costituzione “Munificentissimus Deus”

MILES  CHRISTI  del 1 Novembre 1950

«Auctoritate Domini Nostri Iesu Cristi, Beatorum Apostolorum Petri et Pauli ac Nostra pronuntiamus, declaramus et definimus divinitus revelatum dog ma esse: Immaculatam Deiparam sempre Virgineo Mariam, expleto terrestris vitae cursu, fuisse corpore ed anima ad coelestem gloriam assumptam». Con 4seohunt.com/www/www.mons-nicolariezzo.org. queste parole Pio XII nella Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» del 1° novembre 1950, definiva come domma di fede la Assunzione della Madonna.

Esaminerò brevemente la formula della definizione pontificia, alla luce della teologia e di tutto il contenuto della Costituzione Apostolica.

 

«Auctoritate Domini Nostri Iesu Cristi… pronuntiamus, declaramus, definimus…».+

E’ la formula consueta con la quale il Papa parla ex cathedra. Infatti con la medesima formula Pio IX definì il domma dell’Immacolato Concepimento della Madonna (Denz 1641), e poi, nel Concilio Vaticano, il domma dell’infallibilità del Sommo Pontefice (Denz 1839). Inoltre la medesima formula è usata dal Papa nelle canonizzazioni, le quali a giudizio di tutti i Teologi sono vere sentenze ex cathedra.

Si noti poi che nella Costituzione «Munificentissimus Deus» la formula «pronuntiamus, declaramus, definimus» è riferita solo alla frase seguente «divinitus revelatum dogma esse: Immaculatam Deiparam sempre Virgineo Mariam, expleto terrestris vitae cursu, fuisse corporee t anima ad coelestem gloriam assumptam». Quindi solo questa frase è insegnata ex cathedra da Pio XII. Le altre verità insegnate dal Papa nella medesima Costituzione, in quanto tali non sono insegnate ex cathedra, sebbene meritino la nostra adesione interna e certa, essendo insegnamenti di quel magistero a cui Gesù disse: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Luc. 10,16).

 

«Definimus divinitus revelatum dogma esse…».

Queste parole indicano che l’Assunzione della Madonna è insegnata ex cathedra dal Papa non come un fatto che Dio non ha rivelato (per es. la gloria celeste di un santo canonizzato) e che noi crediamo con fede ecclesiastica cioè con adesione cortissima basata sull’infallibilità del magistero ecclesiastico; ma come un fatto insegnato da Dio con rivelazione pubblica. L’Assunzione di Maria quindi è una verità da credersi fide divina et catholica, cioè come verità insegnata con rivelazione pubblica da Dio e proposta come tale dal magistero infallibile della Chiesa alla nostra credenza (Conc. Vaticano). E Pio XII lo nota espressamente nella sua Costituzione con le parole: «Se alcuno osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica».

La nostra adesione ad una verità da credersi fide divina et catholica dev’essere interna, assoluta, cortissima, basata sull’autorità di Dio che ha rivelata tale verità e sull’infallibilità del magistero ecclesiastico che la propone alla nostra fede.

Colui che con piena avvertenza e deliberato consenso osasse negare una verità da creder si fide divina et catholica, ovvero osasse dubitare di essa si macchia di peccato mortale di eresia. (C.I.C. can.1325)

 

… Immaculatam, Deiparam sempre Virginem…

L’Immacolato Concepimento della Madonna, la sua Maternità Divina, la sua perpetua Verginità sono tre titoli evidentissimi per la sua Assunzione in corpo ed anima alla gloria celeste. E questo, come diremo in seguito, è bellamente messo in luce da Pio XII nella sua Costituzione Apostolica.

 

«Expleto terrestris vitae cursu»

Con queste parole il Papa indica il tempo in cui la Madonna fu assunta in corpo ed anima alla gloria celeste, cioè quando la Madre di Dio terminò il corso della vita terrena. Ma in che modo Maria terminò il corso della vita terrena? Con la morte, come di fatto avviene in noi? Ovvero senza morire, cioè come sarebbe avvenuto in noi se non ci fosse il peccato originale? Il Papa non ha voluto definire ex cathedra questa questione, però nella sua Costituzione Apostolica ha accennato alla morte della Madonna, dicendo che «i fedeli guidati e istruiti dai loro Pastori non trovarono difficoltà nell’ammettere che Maria sia morta, come già il suo Unigenito». Del resto i Teologi comunemente (le eccezioni sono rarissime) insegnano che la Madonna sia morta, senza però che il corpo si corrompesse durante il breve tempo che fu nel sepolcro.
 

«Corpore et anima ad caelestem gloriam assumptam»

L’elemento principale della gloria celeste consiste nella visione intuitiva di Dio seguita da un amore beatificante e da un gaudio ineffabile. E la Madonna ha avuto questo elemento principale della gloria celeste sin dal primo istante della sua morte, in quanto la sua anima appena si separò dal corpo fu ammessa a contemplare faccia a faccia la adorabile Trinità e subito fu ricolma di letizia beatificante. Infatti il Conc. Di Firenze (Denz. 693) insegna che le anime che non hanno nessuna macchia di peccato, subito dopo la separazione dal corpo, sono ammesse alla visione intuitiva di Dio. E la Madonna nel momento della sua morte era in questa condizione, perché il Conc. di Trento (Denz. 833) afferma che la Vergine Maria ha avuto lo speciale privilegio di evitare per tutta la vita tutti i peccati, anche i veniali.

Anzi possiamo aggiungere che la visione intuitiva della Madonna è più perfetta che in qualsiasi altra persona creata, essendo tale visione proporzionata alla grazia santificante, della quale la Madre di Dio è ricolma (Luc. 1,28).

L’elemento secondario della gloria celeste consiste principalmente nello avere il corpo dotato di impassibilità, sottigliezza, agilità, chiarezza e in forza dell’agilità ascendere in cielo vicino al trono di Gesù tra le schiere osannanti dei Beati. Il corpo di Gesù ha queste quattro doti sin dal momento della sua risurrezione; e anche i nostri corpi avranno le medesime doti alla fine del mondo nel momento in cui risorgeremo gloriosamente (1Cor. 15,42-44).

La Madonna ha avuto anche l’elemento secondario della gloria celeste in quanto poco dopo la sua morte risorse con il corpo dotato di impassibilità, sottigliezza, agilità, chiarezza e in forza dell’agilità in anima e corpo ascese in cielo presso il trono di Gesù, dove si sazia alla vista della umanità gloriosa della Sapienza incerata ed è acclamata regina da tutti i cori degli angeli e da tutte le schiere dei santi.

E la Costituzione «Munificentissimus Deus» sottolinea nella Madonna soprattutto l’elemento secondario della sua gloria celeste cioè la sua assunzione corporea, perché è un privilegio singolare della Madre di Dio. E la singolarità del privilegio sta qui: mentre gli altri Santi, al termine della loro vita terrena vengono glorificati solo riguardo all’anima, e debbono attendere perciò la fine del mondo per essere glorificati anche riguardo al corpo, Maria invece fu glorificata subito sia riguardo all’anima on la visione intuitiva di Dio, sia riguardo al corpo con l’assunzione corporea, cioè salì al Cielo in anima e corpo.

 

Assunta perché Concepita Immacolata

 

Il Papa nella Costituzione «Munificentissimus Deus» non solo ha definito come domma di fede che Maria fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo, ma anche presenta alla nostra mente preziosi argomenti e considerazioni a sostegno della nostra fede. Egli afferma che l’assunzione corporea della Madonna si può dimostrare dalla sua Immacolata Concezione essendo «due privilegi strettamente connessi tra loro». Infatti la Madonna essendo Concepita Immacolata non ha contratto il peccato originale. Ora chi non contrae il peccato originale certamente non è schiavo della morte, perché, come insegna S.Paolo (Rom. 5,12), la morte nell’attuale ordine della Provvidenza è pena e conseguenza del peccato originale che contraggono tutti gli uomini. La Madonna quindi non è rimasta schiava della morte e perciò o non è morta (secondo alcuni) o se è morta (secondo la sentenza comune) dopo poco tempo è risorta ed è stata ammessa alla gloria celeste in anima e corpo. Sapientemente quindi Pio IX scriveva ad Isabella, regina di Spagna, queste parole: «Dubium non est quin Assumptio eo modo quo a fidelium communitate creditur ex Concepitone Immaculata consequatur».

 

Il singolare consenso dell’episcopato

 

Inoltre il Papa nella Costituzione «Munificentissimus Deus» afferma che il 1° maggio 1946 chiese direttamente e in forma ufficiale a tutti i Vescovi se si potesse proporre e definire come domma di fede l’Assunzione corporea della Madonna, e che ne ebbe una risposta quasi unanimemente affermativa. Ora questo singolare consenso dell’Episcopato da se stesso manifesta in modo certo e infallibile che l’assunzione corporea della Madonna è verità rivelata da Dio. Gesù infatti ha conferito agli Apostoli e ai loro successori il carisma dell’infallibilità dicendo loro: «Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saecuti» (Matt. 28,20) «Ego rogabo Patrem et alium Paraclitum dabit vobis ut maneat vobiscum in aeternum, Spiritum veritatis» (Io. 14,16).

Si noti però che al magistero della Chiesa è stato promesso lo Spirito Santo non affinché per Sua rivelazione manifestasse una nuova dottrina, ma affinché, mediante la Sua assistenza, custodisse inviolabilmente ed esponesse con fedeltà la rivelazione pubblica, la quale, come insegna il Conc. di Trento (Denz. 783), è contenuta nella S.Scrittura e nella Tradizione che trae origine dall’insegnamento degli Apostoli in quanto ambasciatori di Dio. Se quindi l’attuale magistero della Chiesa insegna infallibilmente essere domma rivelato da Dio che Maria è stata assunta alla gloria celeste in anima e corpo è necessario trovare tale domma nella S.Scrittura o nella Tradizione che rimonta agli Apostoli in quanto ambasciatori di Dio. E il Papa nella sua Costituzione Apostolica ci spiana la via a contemplare il singolare privilegio della Madonna sia nell’antica Tradizione sia nella S.Scrittura.

 

La voce dell’antica Tradizione

 

L’assunzione corporea della Madonna è attestata dalla solenne festa liturgica celebrata in Oriente ed Occidente; dagli antichi libri liturgici (per es. il sacramentario gregoriano e gallicano); dai Sommi Pontefici che resero sempre più solenne la festa liturgica dell’Assunzione (per es. S.Sergio I e S.Leone IV); dai Padri della Chiesa (per es. S.Giovanni Damasceno, S.Germano di Constantinopoli); dai Teologi Scolastici (per es. S.Alberto Magno, S.Tommaso d’Aquino, S.Bonaventura, S.Bernardino da Siena, S.Roberto Bellarmino, S.Francesco di Sales, S.Alfonso, S.Pietro Canisio, Suarez); dagli innumerevoli templi dedicati a Dio in onore di Maria Vergine Assunta in Cielo e dalle sacre immagini ivi esposte alla venerazione dei fedeli le quali pongono dinanzi agli occhi di tutti questo singolare trionfo della B.Vergine. Nel Rosario mariano poi viene proposto alla pia meditazione un mistero che, come tutti sanno, tratta della Assunzione della B.Vergine.

Infine la liturgia Bizantina, come i Padri e i Teologi, collega ripetutamente l’Assunzione corporea di Maria non solo con la sua dignità di Madre di Dio, ma anche con altri suoi privilegi, specialmente con la sua maternità verginale: «A Te, Iddio, Re dell’universo, concesse cose che sono al di sopra della natura; poiché nel parto ti conservò vergine, così nel sepolcro conservò incorrotto il tuo corpo e con la divina traslazione lo conglorificò». La Provvidenza Divina col grandioso miracolo della maternità verginale mostrava chiaramente la Sua volontà di preservare dalla corruzione e di glorificare il corpo che fu il primo tempio del Verbo Incarnato.

Possiamo quindi concludere che la Chiesa universale, nella quale vive lo Spirito di Verità, nel corso dei secoli ha manifestata in molti modi la sua fede nell’Assunzione corporea della Madonna.

Né si può dire che questa fede non rimonti agli Apostoli perché nessun documento del II e III secolo infatti nella sua Costituzione nota che i SS.Padri e i grandi Dottori nelle omelie e discorsi al popolo parlano dell’Assunzione non come di dottrina nuova, ma come di cosa nota e ammessa dai fedeli. Del resto i Padri del II e III secolo parlano esplicitamente della Maternità divina della Madonna, della sua Verginità miracolosa, della sua associazione al trionfo di Gesù, nelle quali verità è contenuta implicitamente l’Assunzione corporea di Maria.

 

La voce della S.Scrittura

 

La S.Scrittura ci presenta Gesù come vero figlio di Maria. Perciò il nostro Redentore, essendo perfettissimo osservante della legge divina, non poteva non onorare oltre l’Eterno Padre, anche la Madre diletta, ammettendola alla gloria celeste non solo con l’anima ma anche col corpo. Sapientemente S.Francesco di Sales si pone questa domanda: «Chi è quel figlio che, se potesse, non richiamerebbe alla vita la propria madre e non la porterebbe dopo morta con sé in paradiso?».

Inoltre la S.Scrittura ci parla della lotta del novello Adamo, Gesù Cristo, contro il nemico infernale, la quale si è conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, per cui la gloriosa risurrezione di Gesù è parte essenziale di tale trionfo (Rom. 5-1. Cor. 15,21-26; 54-57). Ora fin dal II secolo Maria è presentata dai SS.Padri S.Giustino, S.Ireneo come la nuova Eva strettamente unita al nuovo Adamo (sebbene a Lui soggetta) nella lotta contro il Demonio e nella vittoria sul peccato e sulla morte. Perciò anche per la Madonna la vittoria sul peccato e sulla morte doveva concludersi con la sua gloriosa risurrezione e assunzione al Cielo.

 

Ferma fiducia del Papa

 

Pio XII conclude la sua Costituzione Apostolica esprimendo la sua ferma fiducia che la solenne proclamazione dell’Assunzione sarà di grande vantaggio all’umanità interna.

Vi è da sperare che le anime inquiete ed angosciate che non credono più alla bontà della vita e solo ne accettano quasi costrette l’istante, alla luce del domma dell’Assunzione abbiano a persuadersi del valore della vita umana, se è dedita totalmente alla esecuzione della volontà del Padre Celeste e al bene degli altri. La gloria sublime della Madre di Dio richiamerà alla loro mente che abbiamo un’anima immortale destinata a stare in Paradiso con Maria per tutta l’eternità, e che alla fine del mondo il nostro corpo parteciperà alla felicità della nostra anima e contemplerà da vicino la Regina del cielo e della terra.

Inoltre vi è da sperare che i poveri, i malati, i profughi, i prigionieri, i disoccupati, i senza tetto innalzino lo sguardo a Colei che percorse le vie della povertà, del disprezzo, dell’esilio, del dolore, la cui anima stessa fu trafitta da una spada ai piedi della Croce. La gloria ineffabile della Madre di Dio sarà allora conforto e balsamo al loro cuore, siccome pegno di una vita beata in cielo per coloro che quaggiù soffrono e sanno soffrire con rassegnazione.

Infine vi è da sperare che agli uomini nei quali è quasi spento il senso dell’amore e della fraternità in Cristo, il domma dell’Assunzione ricordi che in cielo abbiamo una Madre soavissima che tutti invita ad intendersi, ad affratellarsi a sostenersi a vicenda nel cammino verso la patria celeste del Paradiso.

 

Nicola 

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