ATTI ANNO 1975 IV (SPLENDORE DI FEDE)
Eccone le ragioni:
IL RITUALE DELLE ESEQUIE ESPRIME LA FEDE CHE IL PARADISO E LA RISURREZIONE GLORIOSA DEI MORTI SONO DONI MERITATICI DA CRISTO CON IL SUO MISTERO PASQUALE.
Dio ci ha salvati con la morte e la risurrezione del suo Figlio (n.49).
Gesù morendo sulla croce ha aperto ai fedeli le porte della vita, della luce, della gioia, della pace (n.51).
Dio con la morte di croce del suo Figlio ha vinto la nostra morte (n.89).
Dio con la gloriosa risurrezione del suo Figlio ci ha ridata la vita immortale (n.89).
Dio ha unito gli uomini alla vittoria pasquale di Cristo (n.87).
La morte è vinta e sconfitta dal suo avversario Gesù Cristo (n.191).
IL RITUALE DELLE ESEUIE ESPRIME LA FEDE CHE GESU’ RISORTO E’ MODELLO DELLA NOSTRA RISURREZIONE GLORIOSA, cioè, i defunti, come Gesù, passeranno dalla morte alla vita riguardo al corpo.
Cristo, primogenito di coloro che risorgono, trasformerà il nostro corpo mortale a immagine del suo corpo glorioso (n.88).
Risorgeremo in Cristo a nuova vita (n.136).
Nei fedeli defunti si compie il mistero di Cristo morto e risorto (n.30).
Nel rituale vi è la narrazione della morte e risurrezione di Gesù (n. 206).
Il cero pasquale, che si mette a capo del feretro (n.51), essendo simbolo di Cristo risorto, esprime che il defunto risorgerà come Cristo è risorto.
IL RITUALE DELLE ESEQUIE ESPRIME LA FEDE CHE IL DEFUNTO RISORGERA’ COME CISTO, SE E’ VISSUTO NELLA GRAZIA SANTIFICANTE, che il Redentore morto e risorto ci ha meritata, e che ci fa simili al suo mistero pasquale, perché con essa si muore al peccato e si risuscita a vita santa, rappresentando spiritualmente la morte e la risurrezione di Gesù (Col. 2, 12).
Il fedele che muore in grazia santificante passa dall’attuazione spirituale del mistero pasquale di Cristo, all’attuazione fisica del medesimo mistero nel giorno del giudizio universale.
O Dio, concedi al nostro fratello che si è addormentato in Cristo di risvegliarsi con lui nella gioia della risurrezione (n.94).
Se siamo morti (al peccato) con Cristo crediamo che vivremo con lui (Rom. 6,8. – n.186).
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno (n.214).
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno (n.214).
+ NICOLA RIEZZO Arcivescovo
(da L’Eco Idruntina n.4 – aprile 1975)
Commenti recenti