ATTI ANNO 1975 IV (SPLENDORE DI FEDE)
Il Concilio Vaticano II insegna che l’uomo è un essere ragionevole composto di anima e corpo. E’ soggetto alla morte, non riguardo all’anima, perché spiritu ale e immort ale, ma riguardo al corpo. Dalla morte corporale l’uomo sarebbe stato e sentato se non avesse peccato. (Gaudium et spes, n.14, 18).
Queste verità della fede sono affermate nel Rituale delle esequie:
- l’uomo è mortale riguardo al corpo, cessa di vivere riguardo al corpo (n.73) il quale ritorna alla terra da cui fu tratto (n.155)
- Dio ha rivelato che per la disubbidienza alla sue leggi è entrata nel mondo la morte. (n.106; 185; prefazio dei defunti IV).
Per l’immortalità dell’uomo riguardo all’anima ecco alcune affermazioni del Rituale:
“Con la fede che ci viene da Cristo crediamo che questo bambino defunto che nel battesimo è divenuto figlio di Dio, vive fin d’ora nella gioia del paradiso” (n.141).
“O Dio, concedi che mentre il corpo viene sepolto, l’anima libera da ogni vincolo di peccato, in te si allieti di gioia perenne, insieme ai tuoi santi, in attesa della risurrezione nel giorno del giudizio universale” (n.87; 94).
Gesù al buon ladrone dice: “In verità ti dico oggi sarai con me in paradiso” (n.209).
“Beati fin d’ora i morti che muoiono nel Signore” (n.199).
+ NICOLA RIEZZO Arcivescovo
(da L’Eco Idruntina n.4 – aprile 1975)
Commenti recenti