Mons. Nicola Riezzo » Scritti su Mons. Riezzo http://www.mons-nicolariezzo.org il sito ufficiale per la canonizzazione di mons. Nicola Riezzo Wed, 01 Oct 2014 18:01:16 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 La Figura di Mons. Nicola Riezzo, incontro a Trepuzzi http://www.mons-nicolariezzo.org/la-figura-di-mons-nicola-riezzo-incontro-a-trepuzzi/ http://www.mons-nicolariezzo.org/la-figura-di-mons-nicola-riezzo-incontro-a-trepuzzi/#comments Tue, 10 Dec 2013 21:10:25 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=378 MonsRiezzoTrepuzzi

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Squinzano E Il Profumo Di Santità Di Mons. Riezzo http://www.mons-nicolariezzo.org/squinzano-e-il-profumo-di-santita-di-mons-riezzo/ http://www.mons-nicolariezzo.org/squinzano-e-il-profumo-di-santita-di-mons-riezzo/#comments Wed, 21 Nov 2012 17:37:49 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=350 Per la collana “Biografie” il libro di Silvia Quarta Serafino… 

Nella cornice dell’Auditorium “Giovanni Paolo II” di Squinzano, venerdì scorso è stato presentato il libro “Il Servo di Dio Mons. Nicola Riezzo Arcivescovo. Pastore secondo il cuore di Dio”, scritto da Silvia Quarta Serafino, edito dalla Elledici, per la collana Biografie.

Tutti i partecipanti (tanti e vi erano anche persone in piedi!) sembra che per l’occa­sione abbiano risposto ad una intima necessità di condividere un momento bello e carico di affetto per un prestigioso concittadino, mons. Nicola Ri­ezzo, appunto, del quale si è conclusa la fase diocesana del processo di canonizzazione. Oltre a mons. Nicola Macculi, parroco di “San Nicola” e “Mater Domini”, sono intervenu­ti mons. Luigi Manca, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Lecce, in qualità di postulatore, mons. Quintino Gianfreda, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Otranto e la dott.ssa Silvia Quarta Serafino, autrice del volume.

È stata inoltre molto gradita la partecipazione di mons. Antonio Caricato, che per tanti anni ha guidato la comuni­tà di Squinzano come arciprete della Chiesa Matrice “San Nicola”. Le virtù della fede, dell’obbedienza, della carità, unitamente alle doti dell’intelligenza, della riservatezza e dell’ascolto hanno reso mons. Riezzo, vescovo di Castellaneta e di Otranto, una figura capace di valicare il suo tempo ed essere presente anche oggi, grazie al ricordo affettuoso che ne portano i tantissimi fedeli che l’hanno conosciuto.

Come ha sottolineato l’Autrice, la figura di mons. Riezzo si “incastona” nell’Anno della Fede appena inaugurato e nel clima delle iniziative e delle celebrazioni chela Chiesa Cattolicaha intrapreso per il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.

La dott.ssa Serafino Quarta propone la figura di mons. Riezzo, infatti, come esempio di santità originata da una vita semplice e ordinaria, in piena attuazione dello spirito conciliare. In effetti, la qualità che per il cuore di moltissimi fedeli ha reso già santo questo vescovo, non è la straordinarietà della vita o delle opere che ha realizzato, ma l’impegno e la fedeltà di una vita intera vissuta nell’intima convinzione che la fede in Dio è quanto di più prezioso possa capitare ad una perso­na, ragione per cui tutto va ridimensionato, perché tutto, la vita stessa e le azioni, è nelle “mani” di Dio.

Riserva­tezza, garbo e comprensione per tutti non sono attributi retorici per mons. Riezzo, ma l’immagine speculare della sua anima devota e incline ad accogliere e guidare tutti, presbiteri e laici, versola Paroladi Dio. Il volume presentato è elegante, di lettura agile e scorrevole.

Anna Maria Fiammata

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Pastore secondo il cuore di Dio http://www.mons-nicolariezzo.org/pastore-secondo-il-cuore-di-dio/ http://www.mons-nicolariezzo.org/pastore-secondo-il-cuore-di-dio/#comments Wed, 07 Nov 2012 22:51:43 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=344 Presentazione del LIBRO su Mons. Nicola Riezzo il 9 Novembre 2012

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Evangelizzazione e promozione umana con riferimento alle ideologie sociali, nel magistero di Nicola Riezzo http://www.mons-nicolariezzo.org/evangelizzazione-e-promozione-umana-con-riferimento-alle-ideologie-sociali-nel-magistero-di-nicola-riezzo/ http://www.mons-nicolariezzo.org/evangelizzazione-e-promozione-umana-con-riferimento-alle-ideologie-sociali-nel-magistero-di-nicola-riezzo/#comments Sun, 12 Feb 2012 19:41:24 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=319 Mons. Nicola Riezzo, con il suo magistero,  insegna che l’ideologia sociale è la dottrina sulla natura, l’origine e il fine dell’uomo e della società civile che ha come obiettivo quello di ispirare e nutrire l’azione politica e la relativa programmazione concreta.

Non è compito né dello Stato né  dei partiti politici imporre un’ideologia perché si correrebbe il rischio di sfociare nella dittatura degli spiriti cioè in quella terribile dittatura che si attribuisce i divini poteri dell’infallibilità, dell’impeccabilità e del dominio assoluto sui sudditi.

Tale compito, di fatto, spetta ai raggruppamenti culturali e religiosi che sono chiamati a sviluppare nel campo sociale, in modo disinteressato e ciascuno per le proprie vie, le convinzioni ultime sulla natura, sull’origine e sul fine dell’uomo e della società.

Mons. Nicola Riezzo afferma: <<Il messaggio evangelico (Parola di Dio) è un ottimo criterio per la valutazione delle ideologie>> [1].

Egli fa presente che il cristiano che si impegna in un’azione politica come servizio, contraddice la sua fede se aderisce a sistemi ideologici che si oppongono alla  concezione dell’uomo prevista dalla fede cristiana.
Si pensi, ad esempio, all’ideologia liberale che esalta la libertà individuale a discapito della giustizia sociale e dell’amore fraterno. Si tratta di un’ideologia che ricerca esclusivamente l’interesse e il potere e considera la solidarietà sociale come una conseguenza automatica delle iniziative individuali che definisce libera concorrenza.

Nicola Riezzo è consapevole che l’iniziativa personale deve essere mantenuta e sviluppata in quanto l’uomo è stato creato libero da Dio ma sostiene che: <<certi cristiani che si impegnano in questa direzione tendono a idealizzare il liberalismo che diventa allora esaltazione della libertà sottratta ad ogni limite di giustizia sociale >> [2].

I sostenitori dell’ideologia liberale nel desiderare un modello economico più adatto alle condizioni attuali, dimenticano che il liberalismo filosofico è un’erronea affermazione dell’autonomia della persona, infatti, per sua natura l’uomo è socievole e proprio per questo è già predisposto alla realizzazione del bene comune.

Il vescovo Nicola, poi, si sofferma in modo particolare sull’ideologia marxista che contraddice la fede cristiana con il suo materialismo ateo; inneggia alla lotta di classe che dà luogo ad una dialettica di violenza contro il capitalismo ritenuto profondamente ingiusto; sacrifica la libertà individuale a vantaggio di quella collettiva. In tal caso si parla di collettivismo con il quale si intende l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e la loro nazionalizzazione; il marxismo, inoltre, nega ogni trascendenza all’uomo e alla sua storia, personale e collettiva.

Il marxismo designa l’esercizio collettivo del potere politico ed economico sotto la direzione del partito unico, che si ritiene la sola espressione e il solo garante del bene di tutti, negando agli individui e agli altri gruppi qualsiasi possibilità di iniziativa e di scelta. Il vescovo si rivolge ai molti cristiani che aderiscono all’ideologia marxista, con queste parole:

<<Ai cristiani per il marxismo riconosco che il fine è evangelico: lavorare per la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza tra gli uomini. Basta pensare ai milioni di affamati. Si sbagliano però nella scelta dei mezzi. Non si può accettare il marxismo perché la lotta di classe è contraria allo spirito cristiano e porta al totalitarismo che non assicura i valori di libertà di responsabilità e di apertura allo spirituale, i quali garantiscono lo sviluppo integrale dell’uomo>> [3].

Facendo eco alla Conferenza Episcopale Italiana, mons. Riezzo dichiara incompatibile la professione di fede cristiana con l’adesione a quei movimenti che si fondano sul marxismo. Questa ideologia disattende ai valori primari che riguardano la visione integrale dell’uomo, della sua storia e soprattutto del suo rapporto con Dio, perciò, è impossibile essere, nello stesso tempo, cristiani e marxisti.

Il vescovo è preoccupato perché anche nella sua Diocesi non manca chi, a causa del marxismo, si allontana dall’insegnamento della Chiesa. Questi  sono convinti che non è la Parola di Dio a dover regolare la prassi politica, bensì è la prassi politica del materialismo marxista che dà la giusta interpretazione della Parola di Dio.

In altre parole, non è più la Bibbia a filtrare la prassi marxista ma sono le Sacre Scritture ad essere interpretate, dice Riezzo, <<con gli occhiali neri del materialismo storico di Marx>>.

In quest’ottica non si vede in Gesù il Figlio di Dio che ci ha ri conciliati con il Padre, ma un semplice uomo che ha portato un messaggio di liberazione economico-politica.

Nel documento Evangelizzazione e promozione umana alla luce del magistero della Chiesa: ideologie sociali Nicola Riezzo riflette su come il Papa intenda il potere politico.

Paolo VI afferma che il potere politico rappresenta lo strumento per assicurare la coesione del corpo sociale, ha come unico scopo la realizzazione del bene comune e, per questo, deve agire nel rispetto della libertà degli individui, delle famiglie e di tutte le istituzioni sociali che si adoperano per il raggiungimento di tale obiettivo. Ma perché il bene di tutti sia completo il Papa sollecita il potere politico a tutelare e promuovere quel  fine spirituale a cui tutti gli uomini tendono in quanto esso ispira e sollecita la giustizia e la dedizione al bene comune, di cui ha la responsabilità ultima.

Per considerare attentamente la propria responsabilità nei riguardi del bene di tutti, il potere politico deve sapersi disimpegnare dagli interessi particolari, superando anche i limiti nazionali.

In sintesi mons. Riezzo sottolinea che nel pensiero del Papa, il potere politico deve saper affermare la giustizia contro l’ideologia liberale e capitalista; la libertà contro l’ideologia marxista; l’apertura a Dio contro l’ateismo marxista e contro l’indifferenza religiosa dell’ideologia liberale.

Per quanto riguarda, poi, i cristiani che si impegnano nella vita politica, il vescovo Riezzo invita costoro a dimostrare coerenza tra il loro impegno politico e il Vangelo.

Con l’enorme amore che prova per la Madre Chiesa, Nicola Riezzo stigmatizza che l’impegno politico dei cristiani non deve essere contrario alla fede o agli insegnamenti del magistero che ha il precipuo compito di presentare la Parola di Dio in modo autentico.

Riezzo, inoltre, sollecita un doveroso approfondimento dell’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa con particolare riferimento al primato della persona umana che è principio, soggetto e fine della vita civile associata, e con riferimento alla giustizia sociale che deve essere armonizzata con la libertà e vivificata dall’amore fraterno in Cristo Gesù.

Silvia Quarta Serafino

 

Silvia Quarta Serafino, nata a Lecce il 1 settembre 1959  ha conseguito  la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari   il 29. 11. 1985, e la Laurea magistrale in Scienze Religiose presso la Facoltà Teologica Pugliese-Istituto Superiore Scienze Religiose di Lecce il 22. 06. 2012 con la tesi “ Il Concilio Vaticano II nei primi vent’anni. La sua recezione in Italia e in una diocesi del Sud attraverso il magistero di monsignor Nicola Riezzo  a Otranto”.
Altre Pubblicazioni
Piccola Guida sul Concilio Vaticano II, per conto dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Lecce (coautrice)
Chiamati alla santità. Liberi di amare, in Una Chiesa tanto amata-Aspetti del magistero di Sua Eccellenza Monsignor Cosmo Francesco Ruppi Arcivescovo di Lecce a cura di L. Manca, Edizione Vivere In, Roma 2008
Collabora con l’Ora del Salento, settimanale di informazione religiosa della Diocesi di Lecce.

 


[1]    Ivi, p. 91.

[2]    Ivi, p. 95.

[3]    Ivi, pp. 93-94.

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Nicola Riezzo e l’Ecumenismo http://www.mons-nicolariezzo.org/nicola-riezzo-e-lecumenismo/ http://www.mons-nicolariezzo.org/nicola-riezzo-e-lecumenismo/#comments Thu, 09 Feb 2012 19:41:57 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=322 L’evangelizzazione è senza dubbio uno dei temi più cari a mons. Riezzo. Il suo desiderio è che la Buona Novella giunga fino agli estremi confini della terra e perciò soffre all’idea che l’unità dei cristiani sia compromessa. Per questo, sente vivo il bisogno di occuparsi di ecumenismo, alla luce del magistero della Chiesa. Il vescovo consegna alla Chiesa idruntina il documento dal titolo L’ecumenismo alla luce del magistero della Chiesa [1].

Il vescovo insegna che per ecumenismo si intende il movimento per la ricostruzione dell’unità tra tutti i cristiani. A tale movimento partecipano coloro che professano la fede in Gesù Cristo.

Grazie all’azione dello Spirito Santo, negli ultimi tempi tra i cristiani separati si sta diffondendo il desiderio di unione che la Chiesa intende assecondare con una partecipazione particolarmente attiva. Nel suo documento il vescovo di Otranto espone una breve storia delle separazioni avvenute all’interno della Chiesa sin dai primissimi tempi e che hanno determinato il venir meno della piena comunione della Chiesa cattolica.

Le prime scissioni avvengono in Oriente sia a causa della controversia sulle formule dogmatiche dei concili di Efeso e di Calcedonia, sia per la successiva rottura della comunione ecclesiastica tra i Patriarchi orientali e la Sede Romana. Altra scissione dalla Chiesa di Roma è quella causata dalla Riforma protestante.

Il concilio avverte che i fratelli separati non godono di quella unità che Gesù Cristo ha elargito a tutti quelli che ha vivificato e rigenerato perché fossero un solo corpo in vista di una vita nuova.

Tale unità è confermata dalle Sacre Scritture e dalla Tradizione della Chiesa e Riezzo, fedele ambasciatore del magistero, fa notare che solo attraverso la Chiesa cattolica si ottiene la pienezza dei mezzi necessari alla salute eterna.

Come ricorda il concilio, il Signore ha affidato solo al Collegio apostolico, di cui Pietro è il capo, tutti i beni della Nuova Alleanza per edificare sulla terra un solo Corpo di Cristo. Ad esso devono essere pienamente incorporati tutti quelli che appartengono al Popolo di Dio cioè quelli che, avendo lo Spirito Santo di Cristo, accettano integralmente la sua organizzazione e tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti. Costoro sono uniti a Cristo attraverso il Sommo Pontefice e i vescovi. Tale legame si costituisce grazie alla professione di fede, ai sacramenti, al governo ecclesiastico e dalla comunione (cfr. LG 14).

Per movimento ecumenico, precisa ulteriormente Nicola Riezzo, si intende l’insieme delle attività e delle iniziative ordinate a favorire l’unità dei cristiani. Tra esse annovera in primis, ogni sforzo per eliminare giudizi, parole e opere che in base a criteri di verità, non rispecchiano le situazioni dei fratelli separati, rendendo più difficili i rapporti con loro.

Mons. Riezzo ritiene molto importante il dialogo affinché tutti giungano ad una conoscenza più autentica e ad una stima più giusta della dottrina e della vita delle singole comunioni. Altra iniziativa fondamentale consiste nel pregare insieme per l’unità dei cristiani.

E’ importante costatare che il vescovo di Otranto, nel suo magistero, allerta contro il falso irenismo [2] a causa del quale la dottrina cattolica soffre perché viene oscurato il suo senso genuino. Riezzo, infatti, scandisce a chiare lettere che il modo e il metodo di enunciare la fede cattolica non deve in alcun modo essere di ostacolo al dialogo con i fratelli separati. Per quanto detto, il movimento ecumenico richiede la preparazione dei fedeli circa la dottrina e la tradizione autentica della Chiesa Cattolica e anche delle Chiese o Comunità separate. Questa specifica formazione ha l’obiettivo di evitare la piaga dell’indifferentismo

Il presule nutre la speranza che quei cristiani che non sono ancora in piena comunione con l’unica Chiesa, un giorno si riuniscano in un solo gregge con un solo Pastore.

Gesù, infatti, ha voluto la Chiesa indefettibilmente una nella fede, una nel culto, una nel vincolo della comunione gerarchica con Pietro, unica in tutto il mondo.

Il nostro conclude il suo documento ricordando che l’anima di tutto il movimento ecumenico consiste nella conversione del cuore, nella santità di vita e nella preghiera privata e pubblica per l’unità dei cristiani. Egli sollecita molto le intenzioni di preghiera nella consapevolezza che il riconciliare tutti i cristiani nell’unità della Chiesa di Cristo è qualcosa che supera le forze e le capacità umane: ecco perché bisogna sollevare gli occhi al cielo ed invocare la divina provvidenza.

 

Silvia Quarta Serafino

 

Silvia Quarta Serafino, nata a Lecce il 1 settembre 1959  ha conseguito  la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari   il 29. 11. 1985, e la Laurea magistrale in Scienze Religiose presso la Facoltà Teologica Pugliese-Istituto Superiore Scienze Religiose di Lecce il 22. 06. 2012 con la tesi “ Il Concilio Vaticano II nei primi vent’anni. La sua recezione in Italia e in una diocesi del Sud attraverso il magistero di monsignor Nicola Riezzo  a Otranto”.
Altre Pubblicazioni
Piccola Guida sul Concilio Vaticano II, per conto dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Lecce (coautrice)
Chiamati alla santità. Liberi di amare, in Una Chiesa find western union tanto amata-Aspetti del magistero di Sua Eccellenza Monsignor Cosmo Francesco Ruppi Arcivescovo di Lecce a cura di L. Manca, Edizione Vivere In, Roma 2008
Collabora con l’Ora del Salento, settimanale di informazione religiosa della Diocesi di Lecce.



[1]    L’ecumenismo alla luce del magistero della Chiesa, in “L’Eco Idruntina”,  anno LVII, dicembre 1976, n. 12, pp. 359-365.

[2]    Cfr. Ivi, p. 363.

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Il Magistero di Nicola Riezzo alla luce el Concilio Vaticano II http://www.mons-nicolariezzo.org/il-magistero-di-nicola-riezzo-alla-luce-el-concilio-vaticano-ii/ http://www.mons-nicolariezzo.org/il-magistero-di-nicola-riezzo-alla-luce-el-concilio-vaticano-ii/#comments Tue, 07 Feb 2012 19:42:43 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=324 Nicola  Riezzo con il suo magistero ha contribuito alla recezione del  concilio Vaticano II, nel primo ventennio, nella diocesi di Otranto, è opportuno, perciò,  tratteggiare  brevemente alcune linee fondamentali del Concilio, per cercare di cogliere lo spirito di quel grande evento, che sta per compiere 50 anni e che, senza dubbio, ha occupato un posto speciale nel cuore del Vescovo Riezzo.

Come inizia la storia del concilio Vaticano II ? Spostiamo le lancette dell’orologio a quasi mezzo secolo fa, e vediamo che  il periodo che trascorre tra l’elezione di papa Roncalli (novembre 1958) e l’annuncio della convoc azione di un concilio ecumenico (gennaio 1959) è brevissimo. Questo evento è imprevisto quanto inatteso, soprattutto perché,Giovanni XXIII è considerato un papa  di transizione.

Nel giro di pochi mesi, in modo imprevedibile, comincia a muoversi un intero sistema relativo ad una Chiesa la cui nota caratteristica è la stabilità e l’immobilità da secoli.

Sulle prime, molti  pensano ad un concilio di riunione, cioè, ad un’assemblea chiamata a favorire, la formula del ritorno a Roma delle chiese eretiche e scismatiche. Si pensa di dover realizzare un fronte comune nei confronti del minaccioso schieramento mondiale delle forze anticristiane, in altre parole, si punta ad un’operazione apologetica tesa, ancora una volta, a difendere la fede e a condannare il mondo infedele.

La storia ha comunque dimostrato che su questa interpretazione prevale quella di un’immagine assai diversa, tanto diversa da far apparire il Vaticano II come un evento rivoluzionario .

A differenza degli altri concili, il Vaticano II non è apologetico, né polemico, né repressivo ma, intenzionalmente, solo assertivo. Infatti, non definisce nessun dogma, non stabilisce nessuna sanzione e non prescrive nessuna eresia, ma è semplicemente un concilio irenico poiché afferma e annunzia la verità.

In realtà, il Vaticano II propone una Chiesa che sappia dialogare con gli stati d’animo, i problemi e la mentalità dell’uomo moderno. E’ perciò un concilio pastorale che preferisce annunciare la verità, piuttosto che denunciare l’errore.

La pastoralità del concilio altro non è che la presa di coscienza da parte della Chiesa della sua missione che è quella di realizzare la presenza del Vangelo nel mondo, aprendosi ai lontani e concentrandosi su ciò che unisce e non su ciò che divide.

Dal dicembre del 1963 al dicembre del 1965, procedono i lavori conciliari che si concretizzano nella stesura di 4 costituzioni, 9 decreti e tre dichiarazioni.

Le grandi idee del concilio Vaticano II sono la Chiesa, il primato dello Spirito Santo, la Parola di Dio, la Liturgia, l’Unità, i  Laici.

Un concilio è sempre espressione dell’autocoscienza della Chiesa la quale   percepisce i problemi del suo tempo e ricerca la risposta della fede.

Questa autocoscienza, tuttavia, non si sostanzia nella pura redazione di documenti ma ha bisogno di essere inserita nei processi vitali che compongono l’esistenza ecclesiale nella storia.

Per questo, fondamentale è la receptio, cioè quell’insieme di movimenti con i quali la Chiesa reagisce all’avvenimento di un concilio.

La recezione del Vaticano II nei primi vent’anni è interessantissima perché sono gli anni del  fervore e del grande entusiasmo per l’aria di cambiamento che si respira, ma sono anche gli anni delle battaglie combattute per rendere possibile, all’interno della Chiesa,  il diffondersi di una nuova mentalità di fede.

In particolare, la recezione del concilio Vaticano II, cioè, la sua assimilazione e concreta attuazione nella vita e nella missione delle diocesi salentine, è un’opera spesso travagliata per la sua complessità.

Il vescovo Nicola Riezzo con non poca sofferenza e con grande fedeltà, si impegna affinché  il rinnovamento conciliare incida in maniera profonda sul volto e sulla realtà della diocesi di Otranto.

Mons. Nicola Riezzo è un Padre conciliare a pieno titolo, infatti,  tra il 1962 e il 1965 partecipa a tutte le sessioni del Vaticano II. Non risultano suoi contributi agli atti del concilio, ciononostante, il magistero del Vescovo risente pienamente delle indicazioni conciliari. Questo fatto non è di poco conto se si considera che siamo di fronte ad un illustre esponente del clero, la cui forma mentis, è spiccatamente preconciliare.

Eppure, mons. Riezzo  non ha difficoltà ad adattarsi al forte vento del cambiamento a cui la Chiesa è esposta in quegli anni.

L’aprirsi con facilità ai tempi nuovi, è una grande dote che Riezzo possiede sia perché ha una particolare sensibilità che ben lo predispone allo spirito del rinnovamento e sia perché si considera un umile servo della sposa di Cristo, per questo, sempre pronto ad obbedire ai suoi insegnamenti.

Infatti la preziosità del magistero di Nicola Riezzo, si caratterizza per la puntuale riflessione e fedeltà ai documenti conciliari.

Riezzo studia tutti i documenti conciliari che tratta accuratamente nei suoi scritti.

Per esempio si interessa della tematica relativa all’evangelizzazione attraverso i Sacramenti che hanno una grande efficacia nella storia della salvezza.

Mons. Riezzo senza mai darlo a vedere con gesti eclatanti ma con la cura di un padre premuroso,  osserva il comportamento dei suoi fedeli in ordine alla pratica dei sacramenti e nota che nel corso degli anni, si sono introdotti nei riti dei sacramenti e dei sacramentali alcuni elementi che creano confusione perché rendono meno chiara la loro natura e il loro fine. Diventa urgente, allora, compiere in essi alcuni adattamenti secondo le esigenze del tempo ma conservando sempre un atteggiamento di fedeltà alle indicazioni della Chiesa.

Considerata la ricchezza delle fonti del magistero di mons. Nicola Riezzo, non è impresa facile scegliere quali sacramenti trattare  e così, per esigenze di sintesi,  accenno a qualche aspetto del sacramento del Battesimo e di quello del matrimonio.

A proposito del Battesimo, mons. Riezzo dà delle precise direttive pastorali, interessantissime per la loro attualità e, quindi, a parere mio,  oggetto di possibile confronto con i programmi pastorali dei tempi attuali.

Il vescovo sa bene che la celebrazione dei sacramenti è un’ottima occasione per evangelizzare e per questo considera dovere fondamentale del parroco quello di curare, con più incontri, organizzati per tempo e con programmi adeguati, la preparazione dei genitori e dei padrini.

Per questo importantissimo compito, sollecita l’aiuto dei catechisti e di altri laici idonei.

A questo punto non si può non considerare l’importanza che il vescovo riconosce alla missione evangelizzatrice dei catechisti, poiché, crede fermamente nell’autorevolezza del loro apostolato.

In tutto il suo episcopato è costante la preoccupazione per la formazione dei laici, in parte curata personalmente da lui stesso. Infatti, realizza una scuola di Teologia base per una loro adeguata formazione.

Oggi, questa iniziativa, per noi non costituisce una novità ma, per quei tempi, lo era sicuramente.

Un altro tema pastorale riletto da mons. Nicola Riezzo, alla luce della recezione del Vaticano II, è quello del sacramento del matrimonio.

Il Vescovo visita le comunità della sua diocesi e presta attenzione ai mutamenti di costume che influenzano anche i comportamenti religiosi dei suoi fedeli.

Scopre, così, che anche in quel sud d’Italia che tanto ama, le persone si conoscono, si innamorano e scelgono di sposarsi con matrimonio religioso, spesso partendo da una religiosità superficiale o per una tradizione scontata. Così più che celebrare un sacramento, sembra che i nubendi desiderino una generica benedizione.

Proprio per via di questa presa di coscienza, il vescovo di Otranto, con il suo magistero, approfondisce anche la fase preparatoria al matrimonio, cioè, quella del fidanzamento.

Riezzo insiste sulla necessità che nella parrocchia, come luogo ordinario, si curi l’evangelizzazione dei fidanzati con i contributi  del Parroco, delle famiglie dei nubendi, di coppie di sposi ben formati, di un medico cattolico.

Inoltre il vescovo trova ragionevole che i fidanzati chiedano consiglio ai genitori, agli amici fidati perché  è compito dei genitori e dei tutori guidare i più giovani nella formazione di una nuova famiglia.

Mons. Riezzo, inoltre, raccomanda che il  suggerimento sia prudente e sia presentato in modo che i fidanzati lo ascoltino volentieri. Chi orienta con il proprio consiglio, ammonisce il vescovo Nicola, deve farlo evitando di obbligare, con forme di pressione diretta o indiretta.

Al fine di responsabilizzare i fidanzati verso una scelta matrimoniale che sia “per sempre”, il Vescovo consiglia loro di prendere reciproche informazioni sotto l’aspetto della salute, domandando al medico di aprire una cartella medica comune; suggerisce possibili indagini nel campo psichico indagando sul carattere, su eventuali malattie mentali, sui reciproci gusti; un’ indagine prudente è consigliata anche nel campo morale con una possibile conoscenza delle virtù o eventuali vizi reciproci; nel campo religioso è vivamente consigliato di verificare situazioni di ateismo o di non  conformità alla religione cattolica;  una preventiva verifica, infine, è consigliabile anche in campo economico  perché come spiritosamente ricorda Nicola Riezzo <<un cuore e una capanna non bastano>>.

A proposito del sacramento del matrimonio mi piace citare le parole del venerabile Nicola Riezzo: << La celebrazione del sacramento del matrimonio è un rito religioso, espressione di fede cristiana che richiede la partecipazione attiva e devota degli sposi e di tutti i presenti. Perciò la celebrazione nuziale non può essere scambiata in cerimonia folkloristica o trasformata, più o meno gravemente, in spettacolo profano.

Inoltre, la rinuncia ad un lusso che contraddice alla povertà di tanti fratelli, deve fare del momento delle nozze un’occasione di carità diffusa per i fratelli poveri e più abbandonati>>.

E ancora: L’amore coniugale non è semplicemente sensibile ed istintivo (come bestie), ma anche spirituale e libero, perché dipende dalla volontà degli sposi, la quale è facoltà spirituale e libera: è un amore che fonde in armoniosa sintesi i valori dello spirito, dell’affettività e della corporeità…. >> .

A proposito del sacramento del Matrimonio, Nicola Riezzo si sofferma a riflettere sulla famiglia nella consapevolezza che, a vent’anni dal Vaticano II, essa più di altre istituzioni, ha risentito delle profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura.

Taluni insegnamenti in tema di famiglia ed educazione, fanno di mons. Nicola Riezzo un timido precursore della  sfida educativa intorno alla quale i nostri vescovi invitano a riflettere per i prossimi dieci anni.

Il vescovo, infatti, dimostra di aver recepito con chiarezza le indicazioni conciliari riguardanti i principi dell’educazione in famiglia.

Il presule coglie nei documenti conciliari, poi, l’importanza riconosciuta al clima familiare, che deve essere un fermento di spirito religioso, serenità, semplicità, affetto sincero oltre ad essere aperto a quei valori diffusi nella Chiesa e nella società civile.

<<Un padre e una madre si comportano saggiamente quando non dimenticano mai che l’amore verso i figli non deve essere solo sentimento ed emozione perché sarebbe un amore cieco; né deve essere per i genitori una sorta di realizzazione di se stessi perché sarebbe un amore egoistico; l’amore dei genitori verso i figli non deve essere neanche possessivo, ansioso e iperprotettivo perché sarebbe un amore patologico>>.

 

Silvia Quarta Serafino

 

Silvia Quarta Serafino, nata a Lecce il 1 settembre 1959  ha conseguito  la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari   il 29. 11. 1985, e la Laurea magistrale in Scienze Religiose presso la Facoltà Teologica Pugliese-Istituto Superiore Scienze Religiose di Lecce il 22. 06. 2012 con la tesi “ Il Concilio Vaticano II nei primi vent’anni. La sua recezione in Italia e in una diocesi del Sud attraverso il magistero di monsignor Nicola Riezzo  a Otranto”.
Altre Pubblicazioni
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Chiamati alla santità. Liberi di amare, in Una Chiesa tanto amata-Aspetti del magistero di Sua Eccellenza Monsignor Cosmo Francesco Ruppi Arcivescovo di Lecce a cura di L. Manca, Edizione Vivere In, Roma 2008
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L’evangelizzazione e la promozione umana nel magistero di Nicola Riezzo http://www.mons-nicolariezzo.org/levangelizzazione-e-la-promozione-umana-nel-magistero-di-nicola-riezzo/ http://www.mons-nicolariezzo.org/levangelizzazione-e-la-promozione-umana-nel-magistero-di-nicola-riezzo/#comments Mon, 30 Jan 2012 06:18:14 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=315

di Silvia Quarta Serafino

Durante il suo governo nella diocesi di Otranto (1969-1981), mons. Nicola Riezzo compie due visite pastorali entrambe al fine di conoscere da vicino le singole comunità e verificarne la vitalità.

La prima delle due visite indetta il 26 novembre 1972 nella solennità di Cristo Re, è avviata nel gennaio successivo mentre la seconda, indetta l’8 dicembre 1977 nella solennità dell’Immacolata, inizia nella Quaresima del 1978.

Questa seconda visita pastorale considera la parrocchia in ordine all’Evangelizzazione e alla Promozione umana. E’ questo un tema ecclesiale di rilievo con riferimento ai documenti postconciliari che in quegli anni vengono pubblicati.

Infatti, in prosecuzione del convegno su Evangelizzazione e sacramenti, dal 30 ottobre al 4 novembre del 1976 si svolge a Roma il convegno della Chiesa in Italia sul tema Evangelizzazione e promozione umana, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Mons. Riezzo in pieno spirito conciliare, aderisce totalmente alle proposte dei vescovi italiani. chi, infatti, scorre le annate dell’Eco Idruntina,  Bollettino diocesano a cura dell’arcivescovo, trova sulla missione della Chiesa e sui singoli sacramenti, vere e proprie lezioni di teologia dommatica e pastorale, con costanti riferimenti al magistero della Chiesa [1] .

Per mons. Riezzo, l’evangelizzazione è l’annuncio del messaggio evangelico che Gesù affida alla Chiesa. Esso che si attualizza nei sacramenti e nella testimonianza personale e comunitaria. La promozione umana, invece, consiste nello sviluppo dell’uomo nel campo economico, in quello socio-politico ma, soprattutto, nel campo religioso.

Il vescovo Riezzo affronta questi temi nel documento Evangelizzazione e promozione umana alla luce del magistero della Chiesa: sintesi teologica [2].   che consegna alla diocesi nel 1976.

Nella sua dissertazione teologica, Nicola Riezzo parte da Gesù che è il primo evangelizzatore. Egli ha il compito di annunziare e attuare la Buona Novella il cui nucleo è il Regno di Dio e la salvezza dell’uomo. Questa salvezza è acquistata da Gesù con la sua vita, morte e risurrezione e ciascun uomo deve meritarla con la santità di vita, con la rinunzia, con lo spirito delle beatitudini e, quindi, in una parola, con la conversione.

La Chiesa, per volontà di Gesù, continua l’azione evangelizzatrice così come ci ricorda l’evangelista: <<Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura>> (Mc. 16, 15).

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dal sito della Famiglia Paolina http://www.mons-nicolariezzo.org/dal-sito-della-famiglia-paolina/ http://www.mons-nicolariezzo.org/dal-sito-della-famiglia-paolina/#comments Tue, 06 Sep 2011 07:39:54 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=306 4seohunt.com/www/www.mons-nicolariezzo.org. Citiamo dal sito della Famiglia Panolina 

 TESTIMONI PAOLINI - ESEMPI DA IMITARE

di JOSÉ ANTONIO PÉREZ, ssp
I testimoni della santità paolina

 

“[...] nella Famiglia Paolina ci sono tre Servi di Dio, membri dell’Istituto Gesù Sacerdote:  [...] e Mons. Nicola Riezzo, arcivescovo di Otranto, “un santo vescovo paolino”, in parole di don Stefano Lamera.

Situazione attuale delle cause

Nella Famiglia Paolina sono sette, attualmente, le Cause in corso (oltre quella della Beata Clementina Anuarite Nengapeta, martire congolese, promossa dal paolino don Rosario Esposito (1921- 2007). Don Timoteo Giaccardo venne proclamato beato il 22 ottobre 1989 da Giovanni Paolo II, e la sua memoria liturgica è ricordata appunto il 22 ottobre. Don Giacomo Alberione fu dichiarato beato il 27 aprile 2003 da Giovanni Paolo II, e la sua festa liturgica si celebra il 26 novembre, data della morte. Per entrambi si attende un segno di Dio a prova della loro santità, e cioè un miracolo attribuito alla loro intercessione, riconosciuto e approvato dalla Chiesa, affinché si possa procedere alla canonizzazione. Giovanni Paolo II dichiarò pure Venerabili il Canonico Francesco Chiesa (11 dicembre 1987), Maggiorino Vigolungo (28 marzo 1988), Fratel Andrea Borello (3 maggio 1990) e Suor Tecla Merlo (22 gennaio 1991). In tutti questi casi si aspetta anche un miracolo riconosciuto dalla Chiesa e attribuito alla intercessione di ognuno dei Venerabili per poter arrivare alla beatificazione. La Causa della Serva di Dio M. Scolastica Rivata è stata aperta il 13 marzo 1993; dopo la consegna della Positio alla Congregazione delle Cause dei Santi (11 dicembre 2009), il processo continua il suo percorso normale. La Causa di Mons. Bernardo Antonini, è stata introdotta a Verona l’11 febbraio 2009; quella di Mons. Francesco Fasola, il 26 maggio 2005 presso la Arcidiocesi di Messina; e quella di Mons. Nicola Riezzo, il 27 giugno 2005, nella diocesi di Lecce.”

 

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Omelia di Mons. Ruppi ai funerali di Mons. Nicola Riezzo (22 agosto 1998) http://www.mons-nicolariezzo.org/omelia-di-mons-ruppi-ai-funerali-di-mons-nicola-riezzo-22-agosto-1998/ http://www.mons-nicolariezzo.org/omelia-di-mons-ruppi-ai-funerali-di-mons-nicola-riezzo-22-agosto-1998/#comments Sat, 04 Oct 2008 11:06:08 +0000 webmaster http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=87 La parola dell’Apostolo ci ha ricordato che “quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli” (2 Cor 5,1 sq).

“Siamo pieni di fiducia, Fratelli e Sorelle, - ci ha detto San Paolo – e preferiamo andare in esilio dal corpo, per abitare presso il Signore”.

Quando mi sono inginocchiato, un’ora dopo il decesso, dinanzi alla salma del nostro venerato e caro mons. Riezzo, non ho avvertito nel cuore alcuna sofferenza, ma ho sentito, invece, un immenso trasporto, la gioia, cioè, di pensarlo già nel regno dei cieli, la certezza di vedere, in lui, un nostro nuovo protettore presso il trono di Dio.

L’arcivescovo Riezzo ci ha lasciato, come era suo costume e suo ardente desiderio, in punta di piedi. Se n’è andato quasi in silenzio, sommessamente, pago di aver solo fatto la volontà del Signore, di aver servito la Chiesa con umiltà e fiducia, di aver obbedito al Vicario di Cristo, al quale si è sempre sentito profondamente unito e collegato.

Il Signore lo ha chiamato il giorno prima del 71° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, per associarlo alla messa eterna del cielo.

Lo ha chiamato dopo una lunga preparazione, trascorsa in silenziosa preghiera e serena sofferenza, sempre sorretto dall’affetto dei devoti nipoti e dalla fraterna assistenza del parroco di questa chiesa matrice.

Lo hanno amato tutti; lo abbiamo amato tutti, questo santo Vescovo!

Lo hanno amato i suoi concittadini, gli innumerevoli alunni di Teologia del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta, le suore salesiane dei SS. Cuori che lo ebbero, per decenni, confessore e direttore spirituale.

Lo hanno amato, soprattutto, i fedeli di Castellaneta, di Otranto, di Ugento-S.Maria di Leuca, di Lecce, che, 17 anni fa, lo riabbracciò, quando, lasciato il servizio episcopale attivo, per raggiunti limiti di età, si ritirò a Squinzano, suo paese natio, per svolgere l’umile ufficio di vice parroco, confessore, animatore di opere di culto e di carità, collaboratore dimesso, ma generoso del Vescovo, che lo ha sempre riguardato non solo come una reliquia vivente del Concilio Vaticano II, ma come la perla più splendida del clero leccese.

Mons. Riezzo non ha mai fatto cose eclatanti in vita sua, ma ha fatto in modo mirabile tutto quello che il Signore gli chiedeva di fare.

E quando gli accadde di ricevere, ad Otranto, 18 anni fa Giovanni Paolo II, in occasione del V Centenario dei BB. Martiri, lo fece con tale umiltà e tale devozione, che più volte il Santo Padre lo ha ricordato personalmente, anche in occasione della sua Visita a Lecce del 18 settembre di quattro anni addietro.
Novantaquattro anni di età, 71 di sacerdozio, una trentina di insegnamento teologico e 40 di episcopato: sono una somma di meriti assai rari, anche in tempi di prolungata longevità, come quelli presenti.

Ma c’è un tratto particolare che ha segnato la sua longeva esistenza: il Vescovo Nicola non si è mai sentito un padre della Chiesa, ma si è sempre sentito suddito e figlio della Chiesa.

Amava la Chiesa con la semplicità dei figli e la generosità dei padri. Dopo aver lungamente insegnato la teologia della Chiesa, il 29 giugno 1958 venne inserito nel Collegio apostolico, per servire l’amatissima Chiesa di Castellaneta, alla quale donò undici anni di fervido e appassionato lavoro, curandone tutte le articolazioni ecclesiali: amò i sacerdoti e i religiosi, moltiplicò le parrocchie, visitò le campagne, sostenne lo sviluppo sociale e civile di quella parte del territorio tarantino, allora più carica di affanni e di problemi di quanto non sia oggi.

Promosso alla antica e rinomata Sede idruntina, il 28 aprile 1969, continuò il suo servizio episcopale senza sosta, girando da un paese all’altro, incoraggiando, stimolando e spesso anche pregando sacerdoti e fedeli, con fare dimesso e suadente, dando a tutti un esempio di bontà e di umiltà, di slancio apostolico e di zelo per il bene e lo sviluppo del Salento.

Riprese il processo dei BB. Martiri, sollecitò la costruzione di nuove chiese, predilesse il Seminario e l’Azione cattolica, visitò senza sosta i molti paesi della diocesi, alla quale rimarrà, per sempre, legato il suo nome e la eredità del suo servizio episcopale.

Le stesse qualità e lo stesso zelo pastorale, poi, pose a servizio della diocesi di Ugento-S.Maria di Leuca, della quale fu per diversi anni solerte ed insonne Amministratore apostolico. Lo ricordano ancora tutti, con la borsa in mano, accompagnato dal suo fedele autista, girare da una parte all’altra, senza dormire, mangiando spesso un panino, ma con innumerevoli rosari, recitati per strada o nelle pause delle sue innumerevoli funzioni religiose.

Del suo lungo insegnamento teologico gli rimase attaccato addosso lo spirito di chiarezza, la precisione del linguaggio, la fedeltà al Magistero, l’ansia di donare ai piccoli e ai grandi, ai vicini e ai lontani la parola della salvezza. Quando, rientrato nella diocesi natia, poteva aiutarmi per le cresime o poteva anche amministrarle in questa chiesa, sentiva forte il bisogno della catechesi e non mancava di supplire personalmente alla impreparazione dei cresimandi, giovani o adulti, con lunghe esortazioni e paterni discorsi.

Del Vaticano II, di cui è stato a pieno titolo padre conciliare, per tutto il tempo del suo svolgimento, parlava volentieri come dell’esperienza ecclesiale più grande, ma i suoi pensieri erano sempre rivolti alla Scrittura, ai Padri, all’insegnamento del Papa. Viva, però, era in lui la collegialità episcopale; costante il desiderio di vivere in sintonia con i Vescovi della regione e della nazione.

Godeva, infatti, immensamente quando, dopo le assemblee generali, gli portavo gli atti e i documenti discussi o approvati: era per lui, quasi un rivivere la gioia di tante riunioni, alle quali partecipava con molta attenzione e prolungato silenzio, intervenendo solo quando era necessario e quando c’era qualcosa di serio, da dire o da proporre.

Dell’ultima tappa della sua vita terrena, quella trascorsa qui, a Squinzano, non c’è molto da dire, se non che è vissuto in grande povertà e grande umiltà, quasi senza farsene accorgere. Fino a quando ha potuto, ha sempre partecipato al ritiro mensile del Clero, alle celebrazioni solenni, ai vari incontri diocesani e foraniali, sempre silenzioso dimesso, seduto all’angolo, desideroso di essere ignorato. E quando lo si invitava a porsi al centro, a prendere il posto che gli spettava, era sempre riluttante, memore delle massima, divenuta la sua ultima regola di vita: ama nesciri et pro nihilo reputari.

Molti anni fa, un giorno, si spogliò di tutte le insegne episcopali e me le portò a Lecce, perché le vendessi per il nuovo seminario. Al mio sorriso e alla comprensibile resistenza ad accogliere quello che, più che dono, era, invece, una vera spoliazione, mi rispose secco: “Fate quello che volete! Importante è che queste cose non ce le abbia più io!”.

E non dico della carità fatta a seminaristi e fedeli poveri e della sua insistenza, perché si ponesse mano alla costruzione della nuova chiesa nella zona di espansione di Squinzano e della gioia, quando potemmo insieme benedire il suolo e la prima pietra della piccola costruzione, intitolata alla Madonna di Fatima.

Per anni ed anni, pur essendo tanto stimato dal clero e dal popolo, egli se n’è stato in questo tempio come l’ultimo dei fedeli. Lo hanno visto tutti seduto alla sedia, al confessionile, all’altare, in sagrestia e tutti fino a pochi anni fa lo hanno visto girare lentamente per il paese, visitare gli ammalati, recare l’Eucaristia, donare a molti i segni nascosti della sua carità.

Vescovo munifico e amabile, come san Nicola; pastore, come tutti i sacri pastori, mons. Riezzo è stato soprattutto un cristiano esemplare: fedele coi fedeli, cristiano coi cristiani!

L’altro giorno, come Gesù nel vangelo che ci è stato ricordato, il vescovo Nicola Riezzo ha reclinato il capo e si è addormentato per sempre, celebrando la sua pasqua eterna.

Come Gesù, anch’egli è vissuto sulla Croce del ministero, ma ha sempre sentito la gioia e la serenità del servizio episcopale.

La Croce non lo ha mai schiacciato, né mai si è lasciato sopraffare dalle angosce e dalle angustie pastorali.

Mons. Riezzo viveva con gli occhi fissi in Dio.

Guardava i problemi del mondo sub specie aeternitatis; considerava le cose della terra come veicolo, per raggiungere il Signore. Da tutto quello che è accaduto negli ultimi cinquant’anni di storia, ha tratto una sola conclusione: che è il Signore a tenere i fili della storia; è lui il padrone della messe; è lui che guida la Chiesa nella buona e nella cattiva sorte.

E’ vissuto come un profeta.

E’ morto come un patriarca!

Come Paolo, anche lui può dire oggi, a mezza voce: fidem servavi, cursum consummavi.

E noi, prima di dare alla sua salma la benedizione liturgica, benediciamo il Signore di avercelo dato come padre e maestro, come fulgido esempio di zelo pastorale e di cristiana pietà.

Nell’ultimo incontro che ebbi con lui, qualche settimana addietro, mentre era rannicchiato in poltrona, quasi fosse già in attesa di partire, gli chiesi di pregare per il nostro Sinodo diocesano, per il Seminario, per il Papa. Mi rispose con un filo di voce: “prego, prego sempre per tutti! pregherò per sempre!”.

Questo è il Vescovo della Chiesa, che ha già raggiunto il Vescovo delle anime nostre, Cristo Signore, al quale ha consacrato la sua lunga esistenza e dal quale, ne siamo certi, ha già ricevuto il premio della gloria che non ha fine.

Noi preghiamo per lui e per le diocesi che egli ha servito e amato. Preghiamo per il Papa e i Vescovi, a Lui uniti nel Collegio episcopale, e, ricordando la sua figura, umile e amabile, seguiamo il suo esempio di pietà, di amore alla Chiesa e ai poveri, di donazione totale alle anime.

“Vita mutatur, non tollitur” diremo tra poco nel prefazio “la vita non è tolta, ma è solo cambiata”.

Il Vescovo Nicola non è morto, ma vive più di prima. Vive in Dio, vive con la Beata Vergine di cui era devotissimo, con San Nicola, i BB. Martiri Idruntini, ma vive anche nel cuore delle Chiese che ha servito e nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto, venerato e amato.

Prega per noi, carissimo mons. Riezzo, prega per la Chiesa e per il mondo. Ottienici dal Signore la fortezza della fede, la pietà, lo slancio apostolico, che ha sempre segnato la tua lunga giornata terrena.

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II saluto del Can. Ricciardi, a nome del Clero e dei fedeli http://www.mons-nicolariezzo.org/ii-saluto-del-can-ricciardi-a-nome-del-clero-e-dei-fedeli/ http://www.mons-nicolariezzo.org/ii-saluto-del-can-ricciardi-a-nome-del-clero-e-dei-fedeli/#comments Thu, 25 Sep 2008 15:24:15 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=12 Eccellenza Reverendissima,

il clero e i fedeli dell’Archidiocesi di Otranto, riuniti in questa suggestiva Basilica Cattedrale, Le porgono, a mio mezzo, il filiale benvenuto e il devoto saluto con l’augurio di serenità, di pace e di ogni bene nel Signore.

 

NOI L’ACCOGLIAMO CON SENTIMENTI DI GIOIA

Mai come in questi ultimi tempi Otranto ha pregato con fiducia ed insieme con trepidazione per la nomina del nuovo Arcivescovo; mai come in questi giorni Otranto ha atteso il momento dell’ingresso ufficiale e solenne dell’Eccellenza Vostra dopo la nomina del S. Padre nel Concistoro del 28 aprile.

Oggi l’Archidiocesi dei Martiri è lieta di accogliere con profonda commozione e con viva soddisfazione il suo Arcivescovo Primate.

E’, questo, uno dei momenti più importanti e memorabili della nostra storia e, quindi, esultiamo.

Al sentimento della gioia uniamo il pensiero di ringraziamento; eleviamo la nostra preghiera di ringraziamento1 al Signore, che ci ha trattati sempre con infinita misericordia; alla nostra Madonna delle Grazie, ai nostri Ottocento Martiri, che ci hanno dato un segno della loro particolare assistenza in questi momenti difficili; rivolgiamo uno speciale pensiero al Sommo Pontefice per il dono di un nuovo Pastore, che viene ad arricchire la nostra storia ed a continuare il lavoro apostolico di tanti Suoi illustri predecessori alla luce delle nuove prospettive aperte dalla Chiesa del Concilio.

 

ECCELLENZA, NOI L’ACCOGLIAMO CON SENTIMENTI DI FEDE

Sappiamo che il Vescovo, come autentico Maestro e vero Ministro di Dio, è il continuatore dell’opera di Cristo e degli Apostoli; in Lui la pienezza dei poteri di ordine, di magistero e di governo.
Siamo convinti che il Compito del Vescovo è difficile, arduo, specie ai nostri tempi.

Nell’udienza pontificia del 19 aprile il Papa, parlando ai Cardinali, Arcivescovi e Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, ha voluto mettere in rilievo la figura e la missione del Vescovo, secondo le esigenze dell’attuale momento storico:

«II Vescovo di ieri – ha detto il Papa – poteva essere riservato e difeso dalla sua stessa autorità…, poteva tutelare l’esercizio della sua missione con una certa distanza dal suo clero e dal suo popolo; oggi non più. Il Vescovo ritorna padre, pastore, fratello, amico, ammonitore e consolatore in mezzo al popolo di Dio.

La sua presenza si fa abituale e popolare. La sua conversazione possibile e familiare. La sua fatica è moltiplicata. La sua pazienza è messa a dura prova. Ma l’efficacia del suo ministero accresciuta».

 

IL NUOVO ARCIVESCOVO DI OTRANTO, S.E. MONS. NICOLA RIEZZO

Con piena adesione ai desideri dei suoi legittimi superiori, 1′ E.V. viene in questa sede primaziale di Otranto per insegnare, santificare e governare la grande famiglia di una Chiesa particolare con l’esempio della sua santità, con la ricchezza della sua dottrina e con la sua edificante generosità.

Viene dalla operosa e nobile città di Squinzano, dove poco fa abbiamo assistito ad una manifestazione intima, commossa, entusiastica.

Viene dopo 27 anni di insegnamento sulle cattedre di teologia di Assisi e di Molfetta. Gran parte dei Sacerdoti di Otranto sono stati suoi alunni; alcuni suoi condiscepoli al periodo della formazione al sacerdozio.

Viene dopo 10 anni di Episcopato nella illustre Diocesi di Castellaneta, dove ha lasciato un ricordo incancellabile del suo zelo apostolico e delle sue molteplici opere.

Viene ad Otranto, piccolo centro della Penisola Salentina, ma che nella tormentata storia della Chiesa e dell’Italia ha dovuto pagare col proprio eroismo e col proprio sangue: nel suo sacrificio il motivo della sua grandezza e della sua immortalità.

Viene ad Otranto, distrutta in un momento di improvvisa e violenta bufera, ma risorta per continuare la sua nobile missione, che è testimonianza di fede e di civiltà cristiana alle intere popolazioni salentine. Otranto vive la realtà dei beni e dei valori perenni nel suo abituale raccoglimento, attingendo dal suo passato i significati più validi e più provvidi ad ogni esistenza umana.

II suo silenzio non è morte, ma serietà di meditazione e fecondità di riflessione. Il nome di Otranto non è un simbolo di una pagina di gloria del passato, ma è un richiamo ad un centro vitale di una Archidiocesi che gode prestigio e stima.

Viene, Eccellenza, in questa Terra visitata dall’Apostolo Pietro; egli, secondo la tradizione, qui toccò per la prima volta il suolo italico, predicando il Vangelo «ai servi schiavi» di Otranto.

Viene nella Terra bagnata dal sangue degli Eroi e consacrata da quello dei Martiri del 1480; fra pochi anni Otranto celebrerà il quinto centenario dell’avvenimento glorioso.

Viene su una Cattedra costruita dal sacrificio, dalla fede e dalla carità di una lunga serie di illustri suoi predecessori, noti nella storia della Chiesa e vanto dell’Archidiocesi di Otranto.

E’ dolce e caro per noi in questo momento rievocare almeno le venerate figure di alcuni Arcivescovi, figli, come l’E.V., di questa Terra d’Otranto; ricordiamo il grande Stefano Pendinelli, che versò il suo sangue in questa Cattedrale al momento dell’invasione turca; il Venerabile Vincenzo Maria Morelli, che si addormentò, pieno di virtù, nel Signore; l’Arcivescovo Vincenzo Andrea Grande, indimenticabile per la sua carità e povertà.

Su quella Cattedra sono succeduti, di recente, Arcivescovi dalla semplicità e povertà francescana, come Mons. Cuccarollo, dalla dottrina solida e dalle opere grandiose, come Mons. Calabria, dalla bontà e dall’eroismo dell’Arcivescovo Missionario Mons. Pollio.

In questa Cattedrale è presente il Capitolo Metropolitano, al completo, composto di Canonici e Mansionari sensibili ed attenti ai segni dei tempi, sempre disponibili alle esigenze del Centro diocesano e della Diocesi; i membri del Capitolo di Otranto non solo si adoperano a rendere sempre più solenne il culto a Dio, ma aiutano il Vescovo con il loro consiglio e la loro opera negli Uffici di Curia e nel Seminario; aiutano anche, con esemplare dedizione e sacrificio, i Parroci nel ministero pastorale.
Sono presenti Parroci e Sacerdoti dell’Archidiocesi, qui convenuti dai 56 centri diocesani; essi svolgono esemplarmente il loro ministero, con serietà ed umiltà. E’ vero che il lavoro sta diventando sempre più duro e difficile, soprattutto per le crescenti esigenze e per i problemi nuovi della nostra società, ma è anche vero che vi sono energie sempre fresche, menti e cuori aperti ad un rinnovato lavoro e senza pericolose avventure. Per questo è indispensabile ed urgente la guida e l’incoraggiamento del Vescovo per una sempre migliore efficacia del ministero sacerdotale.

Sono qui presenti Onorevoli Parlamentari, Autorità politiche civili e militari: la loro gentilezza, bontà e sensibilità per le esigenze non solo della società, ma anche della Chiesa è stata più volte impegnata, ed è promessa per l’avvenire.

Sono qui presenti i Suoi cari seminaristi. La stima che ha sempre goduto e gode tuttora il nostro Seminario per gli studi e la formazione dei seminaristi sarà certamente accresciuta, perché conosciamo l’affetto e la considerazione dell’Eccellenza Vostra verso il pio Istituto.

Sono qui le Religiose di ogni congregazione, che nella preghiera e nel quotidiano lavoro di istruzione, educazione ed assistenza contribuiscono concretamente all’edificazione del popolo di Dio.

Sono qui presenti le Organizzazioni Cattoliche e di Azione Cattolica: questi membri della Chiesa di Cristo sentono oggi il dovere ed il diritto di partecipare all’apostolato in unione alla Gerarchia ecclesiastica con uno spirito di idealità soprannaturali e di servizio per i fratelli.

E’ qui presente, infine, il popolo di Dio; questa nostra gente modesta, laboriosa e religiosa; ai motivi di grandezza, sempre validi, che le vengono dalla sua antica civiltà, vuole aggiungere il merito della sua rinnovata testimonianza di vita cristiana.

 

ECCELLENZA,

eccoci tutti; in questo periodo di evoluzione, di attesa e di speranza per tutta la società, siamo pronti ad accompagnarla nel suo lavoro.

Eccoci con la nostra docilità, col nostro entusiasmo, con i nostri migliori propositi: ci faccia lavorare sul serio per la verità, nella carità.

L’Archidiocesi Le rinnova gli auguri più fervidi di lungo e fecondo apostolato; che l’E.V. possa raccogliere frutti abbondanti del suo lavoro; che possa trovare tante gioie e soddisfazioni nei vari campi della vita pastorale.

La grazia del Signore, che aiuta e assiste, che conforta e sostiene;

la protezione della Vergine Santa, che da Otranto e dai cinque Santuari dell’Arcidiocesi brilla come segno di speranza e di consolazione;

il patrocinio degli ottocento Martiri e di S.Francesco di Paola, sono auspicio di fecondità spirituale nel largo, ma splendido cammino di questo nostro tempo, aperto, più che mai, al perenne messaggio di Cristo.

 

Otranto, Basilica Cattedrale 1-6-1969

 

Sac. PAOLO RICCIARDI

Sindaco Capitolare

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