Mons. Nicola Riezzo » Atti del 1969 http://www.mons-nicolariezzo.org il sito ufficiale per la canonizzazione di mons. Nicola Riezzo Wed, 01 Oct 2014 18:01:16 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 Dal discorso di Mons. Riezzo alla diocesi di Otranto il 28 aprile 1969 http://www.mons-nicolariezzo.org/dal-discorso-di-mons-riezzo-allinizio-del-suo-servizio-pastorale-come-arcivescovo-nella-diocesi-di-otranto-il-28-aprile-1969/ http://www.mons-nicolariezzo.org/dal-discorso-di-mons-riezzo-allinizio-del-suo-servizio-pastorale-come-arcivescovo-nella-diocesi-di-otranto-il-28-aprile-1969/#comments Thu, 25 Sep 2008 15:33:29 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=18 «E ora mi presento a voi»

«Ed ora mi presento a voi; mi presento con le parole che il Papa ha detto a noi vescovi it 4seohunt.com/www/www.mons-nicolariezzo.org. al iani, e che avete ascoltato pocanzi dal nostro caro Can. D.Paolo Ricciardi; ve le ripeto, perché sono preziosissime. Il vescovo cosa deve fare? Deve annunziare prima di tutto la parola di Dio; primo dovere del vescovo: annunziare, portare la parola di Dio, con l’esempio e con la parola, in tutti gli angoli della diocesi, non risparmiando al tempo, non risparmiando al sacrificio; dunque deve portare la parola di Dio, non la propria. Il vescovo non parla in nome proprio ma parla in nome di Gesù Cristo.

E poi il vescovo deve essere «padre, pastore, fratello, amico», (siamo nell’ambiente del terzo fiore: la fratellanza, lo spirito di famiglia); deve essere «ammonitore»: anche questa è espressione di carità cristiana; «consolatore in mezzo al popolo di Dio»; «la sua presenza sia abituale e popolare, la sua autorità forte e soave» (forte e soave: quanto è difficile mettere insieme questi due aggettivi!); «la sua conversazione possibile e familiare»: ecco la figura del vescovo, come la vuole il Papa.

Ed io mi sforzerò di essere così, e chiedo il vostro aiuto, la vostra collaborazione, non soltanto attraverso l’affetto e attraverso la devozione, ma soprattutto attraverso la preghiera: chiedo a ciascuno di voi il dono della preghiera per il vescovo; ne ha bisogno, grande bisogno: il campo è vastissimo, le difficoltà sono immense; per convertire una sola anima c’è bisogno della grazia del Signore; una sola anima! Per migliorare una sola anima nel campo spirituale, c’è bisogno della Grazia, e la Grazia si ottiene con questa via ordinaria della preghiera. Aiutatemi Coinstar fees con la vostra preghiera, ogni giorno, un pensiero innanzi al trono di Dio salga dal vostro cuore in favore del vostro vescovo. Aiutatemi a portare la croce del Signore, e senza questo aiuto della vostra preghiera la mia missione è per metà fallita.

Chiedo preghiere a voi presenti, a voi sacerdoti, a voi religiosi, a voi fedeli, chiedo preghiere agli assenti, alle Clarisse di Soleto, chiedo preghiere ai fanciulli, chiedo preghiere in modo particolare ai malati: la offerta delle proprie sofferenze al Signore, di una preghiera efficacissima, perché la mia missione possa essere efficace in mezzo a voi, possa portare i frutti che dovrebbe portare, di santificare e salvare la nostra anima.

E da parte mia non mancherà la preghiera per voi, ogni giorno, nella S.Messa, una preghiera speciale al Signore, perché Egli nella sua infinita bontà e datore di ogni bene vi aiuti a fare passi, e notevoli passi, in avanti, sull’ unica via che conduce al Paradiso.

Teniamoci uniti come un grande esercito, animato dall’amore soprannaturale al Signore; teniamoci uniti in una grande famiglia, e camminiamo insieme compattamente nell’unica via che conduce al Paradiso; è lì che ci aspetta l’amico Gesù, è lì che ci aspetta la Mamma celeste, Maria Santissima: vi affido a Lei, vi affido a Lei, sempre!

]]>
http://www.mons-nicolariezzo.org/dal-discorso-di-mons-riezzo-allinizio-del-suo-servizio-pastorale-come-arcivescovo-nella-diocesi-di-otranto-il-28-aprile-1969/feed/ 0
II saluto del Can. Ricciardi, a nome del Clero e dei fedeli http://www.mons-nicolariezzo.org/ii-saluto-del-can-ricciardi-a-nome-del-clero-e-dei-fedeli/ http://www.mons-nicolariezzo.org/ii-saluto-del-can-ricciardi-a-nome-del-clero-e-dei-fedeli/#comments Thu, 25 Sep 2008 15:24:15 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=12 Eccellenza Reverendissima,

il clero e i fedeli dell’Archidiocesi di Otranto, riuniti in questa suggestiva Basilica Cattedrale, Le porgono, a mio mezzo, il filiale benvenuto e il devoto saluto con l’augurio di serenità, di pace e di ogni bene nel Signore.

 

NOI L’ACCOGLIAMO CON SENTIMENTI DI GIOIA

Mai come in questi ultimi tempi Otranto ha pregato con fiducia ed insieme con trepidazione per la nomina del nuovo Arcivescovo; mai come in questi giorni Otranto ha atteso il momento dell’ingresso ufficiale e solenne dell’Eccellenza Vostra dopo la nomina del S. Padre nel Concistoro del 28 aprile.

Oggi l’Archidiocesi dei Martiri è lieta di accogliere con profonda commozione e con viva soddisfazione il suo Arcivescovo Primate.

E’, questo, uno dei momenti più importanti e memorabili della nostra storia e, quindi, esultiamo.

Al sentimento della gioia uniamo il pensiero di ringraziamento; eleviamo la nostra preghiera di ringraziamento1 al Signore, che ci ha trattati sempre con infinita misericordia; alla nostra Madonna delle Grazie, ai nostri Ottocento Martiri, che ci hanno dato un segno della loro particolare assistenza in questi momenti difficili; rivolgiamo uno speciale pensiero al Sommo Pontefice per il dono di un nuovo Pastore, che viene ad arricchire la nostra storia ed a continuare il lavoro apostolico di tanti Suoi illustri predecessori alla luce delle nuove prospettive aperte dalla Chiesa del Concilio.

 

ECCELLENZA, NOI L’ACCOGLIAMO CON SENTIMENTI DI FEDE

Sappiamo che il Vescovo, come autentico Maestro e vero Ministro di Dio, è il continuatore dell’opera di Cristo e degli Apostoli; in Lui la pienezza dei poteri di ordine, di magistero e di governo.
Siamo convinti che il Compito del Vescovo è difficile, arduo, specie ai nostri tempi.

Nell’udienza pontificia del 19 aprile il Papa, parlando ai Cardinali, Arcivescovi e Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, ha voluto mettere in rilievo la figura e la missione del Vescovo, secondo le esigenze dell’attuale momento storico:

«II Vescovo di ieri – ha detto il Papa – poteva essere riservato e difeso dalla sua stessa autorità…, poteva tutelare l’esercizio della sua missione con una certa distanza dal suo clero e dal suo popolo; oggi non più. Il Vescovo ritorna padre, pastore, fratello, amico, ammonitore e consolatore in mezzo al popolo di Dio.

La sua presenza si fa abituale e popolare. La sua conversazione possibile e familiare. La sua fatica è moltiplicata. La sua pazienza è messa a dura prova. Ma l’efficacia del suo ministero accresciuta».

 

IL NUOVO ARCIVESCOVO DI OTRANTO, S.E. MONS. NICOLA RIEZZO

Con piena adesione ai desideri dei suoi legittimi superiori, 1′ E.V. viene in questa sede primaziale di Otranto per insegnare, santificare e governare la grande famiglia di una Chiesa particolare con l’esempio della sua santità, con la ricchezza della sua dottrina e con la sua edificante generosità.

Viene dalla operosa e nobile città di Squinzano, dove poco fa abbiamo assistito ad una manifestazione intima, commossa, entusiastica.

Viene dopo 27 anni di insegnamento sulle cattedre di teologia di Assisi e di Molfetta. Gran parte dei Sacerdoti di Otranto sono stati suoi alunni; alcuni suoi condiscepoli al periodo della formazione al sacerdozio.

Viene dopo 10 anni di Episcopato nella illustre Diocesi di Castellaneta, dove ha lasciato un ricordo incancellabile del suo zelo apostolico e delle sue molteplici opere.

Viene ad Otranto, piccolo centro della Penisola Salentina, ma che nella tormentata storia della Chiesa e dell’Italia ha dovuto pagare col proprio eroismo e col proprio sangue: nel suo sacrificio il motivo della sua grandezza e della sua immortalità.

Viene ad Otranto, distrutta in un momento di improvvisa e violenta bufera, ma risorta per continuare la sua nobile missione, che è testimonianza di fede e di civiltà cristiana alle intere popolazioni salentine. Otranto vive la realtà dei beni e dei valori perenni nel suo abituale raccoglimento, attingendo dal suo passato i significati più validi e più provvidi ad ogni esistenza umana.

II suo silenzio non è morte, ma serietà di meditazione e fecondità di riflessione. Il nome di Otranto non è un simbolo di una pagina di gloria del passato, ma è un richiamo ad un centro vitale di una Archidiocesi che gode prestigio e stima.

Viene, Eccellenza, in questa Terra visitata dall’Apostolo Pietro; egli, secondo la tradizione, qui toccò per la prima volta il suolo italico, predicando il Vangelo «ai servi schiavi» di Otranto.

Viene nella Terra bagnata dal sangue degli Eroi e consacrata da quello dei Martiri del 1480; fra pochi anni Otranto celebrerà il quinto centenario dell’avvenimento glorioso.

Viene su una Cattedra costruita dal sacrificio, dalla fede e dalla carità di una lunga serie di illustri suoi predecessori, noti nella storia della Chiesa e vanto dell’Archidiocesi di Otranto.

E’ dolce e caro per noi in questo momento rievocare almeno le venerate figure di alcuni Arcivescovi, figli, come l’E.V., di questa Terra d’Otranto; ricordiamo il grande Stefano Pendinelli, che versò il suo sangue in questa Cattedrale al momento dell’invasione turca; il Venerabile Vincenzo Maria Morelli, che si addormentò, pieno di virtù, nel Signore; l’Arcivescovo Vincenzo Andrea Grande, indimenticabile per la sua carità e povertà.

Su quella Cattedra sono succeduti, di recente, Arcivescovi dalla semplicità e povertà francescana, come Mons. Cuccarollo, dalla dottrina solida e dalle opere grandiose, come Mons. Calabria, dalla bontà e dall’eroismo dell’Arcivescovo Missionario Mons. Pollio.

In questa Cattedrale è presente il Capitolo Metropolitano, al completo, composto di Canonici e Mansionari sensibili ed attenti ai segni dei tempi, sempre disponibili alle esigenze del Centro diocesano e della Diocesi; i membri del Capitolo di Otranto non solo si adoperano a rendere sempre più solenne il culto a Dio, ma aiutano il Vescovo con il loro consiglio e la loro opera negli Uffici di Curia e nel Seminario; aiutano anche, con esemplare dedizione e sacrificio, i Parroci nel ministero pastorale.
Sono presenti Parroci e Sacerdoti dell’Archidiocesi, qui convenuti dai 56 centri diocesani; essi svolgono esemplarmente il loro ministero, con serietà ed umiltà. E’ vero che il lavoro sta diventando sempre più duro e difficile, soprattutto per le crescenti esigenze e per i problemi nuovi della nostra società, ma è anche vero che vi sono energie sempre fresche, menti e cuori aperti ad un rinnovato lavoro e senza pericolose avventure. Per questo è indispensabile ed urgente la guida e l’incoraggiamento del Vescovo per una sempre migliore efficacia del ministero sacerdotale.

Sono qui presenti Onorevoli Parlamentari, Autorità politiche civili e militari: la loro gentilezza, bontà e sensibilità per le esigenze non solo della società, ma anche della Chiesa è stata più volte impegnata, ed è promessa per l’avvenire.

Sono qui presenti i Suoi cari seminaristi. La stima che ha sempre goduto e gode tuttora il nostro Seminario per gli studi e la formazione dei seminaristi sarà certamente accresciuta, perché conosciamo l’affetto e la considerazione dell’Eccellenza Vostra verso il pio Istituto.

Sono qui le Religiose di ogni congregazione, che nella preghiera e nel quotidiano lavoro di istruzione, educazione ed assistenza contribuiscono concretamente all’edificazione del popolo di Dio.

Sono qui presenti le Organizzazioni Cattoliche e di Azione Cattolica: questi membri della Chiesa di Cristo sentono oggi il dovere ed il diritto di partecipare all’apostolato in unione alla Gerarchia ecclesiastica con uno spirito di idealità soprannaturali e di servizio per i fratelli.

E’ qui presente, infine, il popolo di Dio; questa nostra gente modesta, laboriosa e religiosa; ai motivi di grandezza, sempre validi, che le vengono dalla sua antica civiltà, vuole aggiungere il merito della sua rinnovata testimonianza di vita cristiana.

 

ECCELLENZA,

eccoci tutti; in questo periodo di evoluzione, di attesa e di speranza per tutta la società, siamo pronti ad accompagnarla nel suo lavoro.

Eccoci con la nostra docilità, col nostro entusiasmo, con i nostri migliori propositi: ci faccia lavorare sul serio per la verità, nella carità.

L’Archidiocesi Le rinnova gli auguri più fervidi di lungo e fecondo apostolato; che l’E.V. possa raccogliere frutti abbondanti del suo lavoro; che possa trovare tante gioie e soddisfazioni nei vari campi della vita pastorale.

La grazia del Signore, che aiuta e assiste, che conforta e sostiene;

la protezione della Vergine Santa, che da Otranto e dai cinque Santuari dell’Arcidiocesi brilla come segno di speranza e di consolazione;

il patrocinio degli ottocento Martiri e di S.Francesco di Paola, sono auspicio di fecondità spirituale nel largo, ma splendido cammino di questo nostro tempo, aperto, più che mai, al perenne messaggio di Cristo.

 

Otranto, Basilica Cattedrale 1-6-1969

 

Sac. PAOLO RICCIARDI

Sindaco Capitolare

]]>
http://www.mons-nicolariezzo.org/ii-saluto-del-can-ricciardi-a-nome-del-clero-e-dei-fedeli/feed/ 0
Saluto del Sindaco di Otranto http://www.mons-nicolariezzo.org/saluto-del-sindaco-di-otranto/ http://www.mons-nicolariezzo.org/saluto-del-sindaco-di-otranto/#comments Thu, 25 Sep 2008 15:23:12 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=10 4seohunt.com/www/www.mons-nicolariezzo.org. da L’ECO IDRUNTINA Bollettino Ufficiale per gli Atti dell’Arcivescovo e della Curia Anno PUBBLICAZIONE MENSILE  L Giugno-Luglio 1969 Nn. 6-7

NEL NOME DEL SIGNORE

 1° giugno u.s., secondo il programma stabilito, S.E. Mons. Nicola Riezzo ha fatto il suo ingresso solenne nella nostra arcidiocesi. E’ stata una giornata indimenticabile. La comunità diocesana era ampiamente rappresentata, non solo dagli invitati «ufficiali» (associazioni, enti, clero, religiose, personalità politiche, civili, militari, ecc.), ma anche dal popolo, che è convenuto numeroso ad accogliere il suo novello Pastore, con l’entusiasmo e la fede che gli sono caratteristici.

Mons. Arcivescovo è rimasto visibilmente commosso. Ha ascoltato con grande attenzione il discorso del sindaco della città di Otranto, Martire Schito, dinanzi al monumento degli Eroi e Martiri del 1480, cui facevano da cornice l’ampia distesa dell’Adriatico e le torri maestose alle spalle della «Porta Alfonsina». Era uno scenario incantevole.

L’Arcivescovo è passato, poi, benedicente, tra due ali fitte di popolo che lo applaudiva lungo il tratto che dal Lungomare porta nella cattedrale .Nel maestoso tempio, il più grande del Salento, il canonico don Paolo Ricciardi, sindaco del Capitolo Metropolitano, gli ha rivolto l’indirizzo di saluto, a nome del Clero e fedeli dell’arcidiocesi. Quindi, è iniziata la concelebrazione. Al Vangelo, Mons. Riezzo, da maestro, ha tenuto l’omelia sulla festa della SS. Trinità. Alla fine, umilmente, ha fatto una breve «presentazione» di sé.

 

 

Il saluto del Sindaco di Otranto Martire Schito

 

Eccellenza Reverendissima,

nel rivolgere a V.E. il primo saluto, devoto ed affettuoso, della Città, che è sede antichissima della gloriosa Arcidiocesi di Otranto, il mio pensiero corre spontaneamente alla figura di un altro Vostro grande predecessore sulla cattedra ottantina, il Ven. Vincenzo Maria Morelli che da Lecce venne, circa due secoli or sono, in mezzo al nostro popolo, portando il profumo della sua santità e delle sue virtù, di cui resta oggi ancora vivo e commosso ricordo.

Già la persona stessa dell’E.V. si accosta molto da vicino alla figura di Mons. Morelli, del quale la storia sottolinea una profonda dottrina unita ad una grande pietà. E sono sicuro che oggi lo spirito del Ven. Morelli esulta nel sacrario della nostra Cattedrale, dove tra poco V.E. farà il suo ingresso e celebrerà il suo primo Sacrificio Eucaristico.

La Città di Otranto esulta in questo momento di grande importanza storica, anche perché un degnissimo figlio della Terra Salentina siede su questa cattedra Arcivescovile a cento anni dalla scomparsa dell’altro Metropolita, Vincenzo Andrea Grande, di Lecce, che i nostri Padri otrantini chiamavano: «Grande di nome e di fatto». Questi accostamenti storici non sono una retorica trovata unicamente per un saluto ufficiale. A nome della cittadinanza, che qui ho l’onore di rappresentare, Vi debbo dire, Eccellenza, che noi già Vi vogliamo bene e attendevamo questa giornata quale premio delle ansie e delle speranze nutrite in questi mesi, da quando cioè il S.Padre destinava alla sede Primaziale di Salerno l’indimenticabile Vostro predecessore Mons. Gaetano Pollio.

Già conosciamo, Eccellenza, molti aspetti fondamentali della vostra personalità. Conosciamo le multiformi opere di attività pastorale che avete realizzato nella vetusta diocesi di Castellaneta, dove l’antico docente di Teologia dommatica, che ha  educato intere generazioni di Sacerdoti del Clero Pugliese e moltissimi del nostro clero diocesano, ha dimostrato come la profondità della dottrina teologica si è accoppiata ad una intensità di opere per il bene della comunità diocesana.

Conosciamo già, Eccellenza, la vostra profonda pietà, l’intenso amore per le anime, la corrispondenza cioè tra parole e fatti che emerge dal Vostro programma episcopale improntato all ‘invito dell’Apostolo Paolo: «Caritas Christi urget nos».

Sono questi i pastori di anime che oggi il popolo esige: vicini alle ansie, alle sofferenze, alla vita quotidiana, fatta di lavoro e sacrifici, che il nostro popolo vive, sentendo nella Fede la più valida ancora di salvezza nelle vicende della quotidiana esistenza.

Sappiamo già, Eccellenza, che amate vivere in mezzo al popolo, che amate conversare con gli umili, che entrate nelle loro officine, che avete piacere di andare a trovarli perfino nei loro centri rurali.

Il nostro popolo, Ecc., vuole essere vicino al suo Vescovo, perché, oltre tutto, vede in Lui il Padre, il pastore, la guida e in molte circostanze anche il consolatore, quando gli interventi degli uomini riescono vani e menzogneri.

Sappiamo che amate i giovani, che seguite le loro vicende, che Vi interessate dei loro problemi, la cui soluzione non si può cercare in tante moderne deviazioni dello spirito, ma alla luce della Fede, negli ideali più nobili di ogni civile e cristiana convivenza.

La Vostra preoccupazione per le opere di attività sociale, di cui abbiamo avuto concreta notizia, non è motivata da fini puramente contingenti, ma è radicata in quell’amore di Cristo che guarda a tutte le anime indistintamente come a membri di un’unica famiglia.

La Città di Otranto, e, mi sia concesso di interpretare i sentimenti degli altri, anche le popolazioni dei numerosissimi Comuni della nostra Archidiocesi, si soffermano con molto interesse e con viva speranza a quest’ampia visione dell’Ecc. Vostra per le esigenze più urgenti della società contemporanea, che anche nel nostro Salento guarda ancora alla Chiesa come alla guida spirituale e sociale, visto che la spinta al benessere economico, giustamente reclamato dalla nostra gente, deve andare di pari passo con la vita cristiana.

E noi di Otranto non vogliamo smentire questi nostri sentimenti cristiani e civili che ci sono stati trasmessi come la più preziosa eredità dai nostri Padri e dai Nostri Martiri ed Eroi.

Otranto, come Vostra Ecc.za sa, è piccola agli occhi degli uomini ma è grande agli occhi della storia e principalmente a quelli di Dio, che si servì di 800 nostri fratelli perché il Salento, in un’epoca tormentata della vita della Chiesa, dimostrasse quanto siano validi in tutti i tempi i valori morali e spirituali dell’uomo.

A questa esultanza per la Vostra venuta, permettete, Ecc.za, che pure io, oltre che come Sindaco di questa Città, come semplice figlio di questa Archidiocesi, rivolga in questo momento il mio devoto pensiero al Santo Padre, che anche in questa scelta così preziosa dell’Ecc. Vostra ha mostrato una particolare predilezione per Otranto e per l’intera Arcidiocesi dei Martiri.

La data del 1° giugno 1969 entra, così, nella storia, satura di vicende plurimillenarie di questa città, che saluta in Voi il 71° Arcivescovo di Otranto e il continuatore di quella grande tradizione di Fede che ha sempre caratterizzato questa città, nota nella Chiesa e nel Mondo per l’esempio fulgido dei nostri Padri.

Noi continueremo, Eccellenza, su questa scia e siamo sicuri che da oggi un’era nuova si aprirà per la città di Otranto e per tutta l’Arcidiocesi, a cui Vi preghiamo di impartire la Vostra prima benedizione pastorale.

 

Otranto, 1 giugno 1969

 

MARTIRE SCHITO

]]>
http://www.mons-nicolariezzo.org/saluto-del-sindaco-di-otranto/feed/ 0
Atti anno 1969: Ingresso di Mons. Nicola Riezzo nell’arcidiocesi di Otranto http://www.mons-nicolariezzo.org/atti-anno-1969-ingresso-di-mons-nicola-riezzo-nellarcidiocesi-di-otranto/ http://www.mons-nicolariezzo.org/atti-anno-1969-ingresso-di-mons-nicola-riezzo-nellarcidiocesi-di-otranto/#comments Thu, 25 Sep 2008 15:21:39 +0000 admin http://www.mons-nicolariezzo.org/?p=8 web search engine optimization
da L’ECO IDRUNTINA Bollettino Ufficiale per gli Atti dell’Arcivescovo e della Curia Anno PUBBLICAZIONE MENSILE  L Maggio 1969 N. 5

Saluto di Mons, Gaetano Pollio, Amministratore Apostolico

 

DIMENSIONI DELLA CARITÀ

 

Otranto ha il suo nuovo Pastore nella persona di S.E. Mons. Nicola Riezzo. All’esultanza per la notizia, che si diffuse in un baleno in tutta l’archidiocesi la sera del 28 aprile u.s., allorché le campane di tutte le chiese, secondo le disposizioni emanate da S.E. Mons. Pollio, squillarono all’unisono quale segno dei sentimenti comuni e «voce della preghiera», è subentrato il periodo di immediata preparazione per l’ingresso ufficiale che l’Ecc.mo Arcivescovo Riezzo farà, come è ormai noto, nella sede metropolitana il 1° giugno, festa della Ss. Trinità.

Ma al di là della cronaca, ci piace delineare brevemente la figura del settantunesimo arcivescovo di Otranto nelle dimensioni di un dialogo della «carità» che l’archidiocesi continua,

- per fermarci agli anni a noi più vicini – da circa un ventennio. Se si vuol dare, come si deve, un contenuto di pensiero ai «motti» programmatici che caratterizzano l’attività di un Vescovo, bisogna dire che il programma pastorale di Mons. Pollio (1960-69), sintetizzato nell’espressione «Nos iungat charitas»: la carità ci unisca, ha ereditato un impegno di «amore» per le anime dall’altro, fattivo e intensamente operante, di Mons. Raffaele Calabria: «Opere et ventate», che nel decennio 1950-1960 espletò il suo «munus» episcopale nell’archidiocesi otrantina con quella concreta attuazione di opere senza le quali la fede resta vuota di significato Il tema della «carità» si ripercuote, oggi, nel programma episcopale del novello nostro Pastore: «Charitas Christi urget nos»: l’amore di Cristo ci spinge!…

In questo periodo della liturgia pentecostale, l’archidiocesi ha modo di ricevere questo messaggio della carità come l’auspicio migliore e più impegnativo per la nuova tappa di vita cristiana che intraprenderà sotto la guida di Mons. Riezzo.

La vita cristiana s’incentra infatti in questa continua, diremmo quotidiana, presa di coscienza del volto reale del Popolo di Dio: che nella charis, cioè nella consapevolezza dell’amore di Dio per gli uomini, in cui si attua il mistero della salvezza, trova la sua essenza. Lo Spirito del Cristo (la «charitas Christi»), che unisce il Padre al Figlio, e Questi alla Chiesa – prolungamento dell’Incarnazione e della Redenzione -, fa del Popolo di Dio, anche di quello della comunità diocesana (cfr. Lumen gentium, n. 26), un solo corpo, perché a questo scopo ciascuno è stato battezzato.

Il Vescovo è al centro, quale «pontifex» o, meglio, «economo della grazia del supremo sacerdozio» (cfr. Lumen gentium, ibid.), in questa circolazione della «caritas», per cui lo Spirito che ci unisce al Cristo, abitando nei nostri cuori, è presente nei sacramenti (liturgia), si dona mediante l’«unzione» (la Cresima), suscita il sensus fidei, distribuisce i carismi, rende capaci di essere «testimoni», sostiene la struttura organica e gerarchica della Chiesa, è radice della santità antica e morale, motiva il grido con cui noi chiamiamo Dio: «Abba, Padre!».

In tutta questa operazione «pneumatica», attuata cioè dallo Spirito del Cristo in ciascun membro e in tutto il corpo della famiglia diocesana, il Vescovo costituisce l’elemento centrale e insostituibile. Ecco perché il Vescovo «sposa» la chiesa diocesana, in una vocazione «coniugale» che gli fa dire realmente, con l’Apostolo: «Figliuoli miei, che genero di nuovo». Il Vescovo «dà alla luce» il Cristo nel cuore dei suoi figli, perché essi possano a loro volta generarLo nel cuore dei fratelli, prolungando quella fecondità verginale e materna esplicata da Maria (e questo mese di maggio ce lo suggerisce più da vicino) nella storia della salvezza (cfr. Lumen gentium, nn. 52-53, 56, 63).

In queste dimensioni, misteriose ma reali, dell’azione dello Spirito che è Amore, vediamo il nesso che intercorre tra il Signore e il Vescovo nei riguardi della comunità diocesana. Dalla dimensione pneumatica, cioè, scaturisce quella sacramentale della «charitas Christi», nella quale coesistono, senza possibilità di autonomia, Sacramenti e Chiesa: l’Eucaristia fa la Chiesa, e viceversa. E il Vescovo «presiede» nella diocesi ad «ogni legittima celebrazione dell’Eucaristia» (cfr. Lumen gentium, 26), di cui la Chiesa continuamente si nutre, per la quale vive e cresce nell’unità e nella carità.

Questo fondamento sacramentale della carità, che costituisce il nuovo Popolo di Dio in corpo di Cristo, in «tempio dello Spirito» e in «sacerdozio santo» (cfr. I Petr., 2,5), trova la sua base nella preminenza e funzione unitaria del Vescovo nella chiesa diocesana, dove egli è presente più che con funzioni giuridiche, quale amalgama di una contessitura viva e feconda del «corpo» ecclesiale, che non si verifica in nessun altra società detta terra.

La «charitas Christi» che anima il nostro novello Pastore è sulla scia luminosa di questa autentica fisionomia della Chiesa, quale edificazione quotidiana della carità. E questa caratteristica ci fa immenso piacere. Nel decennio di «servizio» pastorale nella vetusta diocesi di Castellaneta, l’antico e venerato Docente di Teologia Dommatica ha dimostrato come la intensità della indagine teologica si traduce in opere vivificanti di carità, dietro l’esempio delle più grandi figure dell’episcopato cattolico.

Per un profilo il meno inadeguato possibile di S.E. Mons. Riezzo ci viene in soccorso l’editoriale apparso nel numero di questo mese del Bollettino Diocesano di Castellaneta (pp. 33-34): «…Ci sia consentito porre in evidenza, è stato scritto con. molto garbo e discrezione in quel consuntivo d’un decennio pastorale, quanto decoro e prestigio Egli ha dato alla nostra diocesi con la mite fragranza delle sue squisite virtù, con la paterna saggezza del suo governo, con la suadente luce della sua dottrina, con il grande fervore del suo zelo, con la meravigliosa molteplicità delle sue opere, con la sua spiccata sensibilità pastorale di fronte alle esigenze spirituali, morali e sociali dell’attuale momento storico».

A Castellaneta Mons. Riezzo ha creato numerose nuove parrocchie, ha costruito bellissime chiese parrocchiali con relative case canoniche ed opere di ministero pastorale, cappelle rurali specialmente per l’assistenza ai lavoratori della terra (molti dei quali provenivano dalla nostra archidiocesi); ha costruito case di riposo per i vecchi abbandonati, ha restaurato la cattedrale, il Seminario, gli uffici di Curia; ha incrementato la Biblioteca diocesana, divenuta cenacolo di coltura e d’incontro per molti giovani universitari; ha espletato ogni anno le Visite pastorali alla diocesi; si è premurato di incrementare i corsi di aggiornamento per il Clero, in giornate distinte da quelle stabilite per il ritiro mensile; ha seguito l’andamento dette «missioni» periodiche e predicazioni quaresimali in ogni parrocchia; ha visitato sistematicamente e spesso organizzato personalmente le scuole parrocchiali di catechismo, intrattenendosi per lunghi periodi nelle diverse parrocchie e zone detta diocesi; ha presieduto sempre tutti i convegni di Azione Cattolica, specialmente quelli dei giovani; ha istituito numerose associazioni a carattere sociale; ha dettato spesso gli Esercizi spirituali al suo Clero, ai seminaristi, alle organizzazioni femminili di A.C.; ha guardato con speciale predilezione ai chierichetti e ai fanciulli cattolici della diocesi. E, in tutto questo fervore di opere, ha trovato sempre il tempo per studiare, scrivere, approfondire problemi dottrinali di alto livello speculativo, ma sempre attinenti alla vita pastorale.

Queste sono le premesse con le quali Mons. Riezzo si prepara a venire in mezzo a noi. E noi, che nella vita diocesana di Otranto già siamo stati «allenati» (ci si permetta il termine) da lunga tradizione a questa visione ampia e chiara del servizio sacerdotale e laicale per il bene della comunità, non possiamo che ringraziare il Signore per il dono d’un tanto Pastore.

Nel ringraziare il Santo Padre che, ancora una volta, ha guardato con speciale attenzione alla nostra archidiocesi, e nel protestarGli il nostro filiale e mai smentito attaccamento, ci premuriamo fin d’ora di esprimere al nostro Pastore i sentimenti del nostro entusiasmo e della nostra completa disponibilità: perché la «charitas Christi», che preme nel nostro cuore come polla insofferente, sia, in questa nuova tappa che la comunità diocesana di Otranto è per intraprendere, la linfa vivificante del Popolo di Dio.

 

MONS. ANTONIO ANTONACI

 

 

Atti dell’Amministratore Apostolico

 

Al Rev.mo Capitolo Metropolitano

Al Rev.do Clero Diocesano e Regolare

Ai Fedeli di tutta l’Archidiocesi

 

Rendiamo grazie a Dio!

La gloriosa Archidiocesi di Otranto ha il suo settantunesimo Pastore nella persona di

S.E. Rev.ma Mons. NICOLA RIEZZO

che il Santo Padre si è benignato trasferire dalla Sede Vescovile di Castellaneta alla Chiesa Metropolitana di Otranto.

S’innalzi in quest’ora di gioia il nostro inno di ringraziamento al Datore di ogni bene, che tutto regge e governa nell’universo per la sua gloria, e manifesta agli uomini il mistero del suo amore nella Chiesa, sacramento universale di salvezza. Egli, che dimora nella Chiesa, la istruisce e la dirige alla vita eterna attraverso la sacra Gerarchia, la quale in nome e con la potestà di Cristo insegna e pasce il popolo santo.

Voli al Santo Padre, Vicario di Cristo e Pastore della Chiesa universale, la profonda riconoscenza di tutta l’Archidiocesi degli Ottocento Martiri, che si è sempre distinta per una pronta ubbidienza, per un filiale affetto e per un’indefettibile devozione verso il Successore di Pietro, che il Signore pose «come pietra e clavigero della Chiesa».

Vada al novello Pastore il vostro e mio caldo saluto. Egli viene in mezzo a noi per santificare e governare questa grande famiglia di Dio, che il Signore gli ha affidato; gli vogliamo perciò promettere in questo momento storico la piena collaborazione alle sue sollecitudini pastorali.

Il Concilio insegna che «i Vescovi per divina istituzione sono succeduti al posto degli Apostoli, quali pastori della Chiesa», e che «nella persona dei Vescovi è presente in mezzo ai credenti il Signore Gesù Cristo» (Lumen Gentium nn. 20-21).

S.E. Mons. NICOLA RIEZZO è nato Squinzano (Lecce) l’11 dicembre 1904; ordinato Sacerdote il 21 agosto 1927, fu sempre a servizio della Santa Sede come Professore di Teologia Dommatica e di Filosofia Scolastica nei Seminari Regionali di Assisi e di Molfetta. Il 25 marzo 1958 fu eletto Vescovo di Castellaneta (Taranto), dove per oltre dieci anni generosamente profuse i tesori della sua profonda cultura teologica e della sua sentita bontà.

L’illustre Presule, figlio della gloriosa Terra d’Otranto, viene in mezzo a voi coi poteri divini, ricevuti nella pienezza del Sacramento dell’Ordine, di santificare, insegnare e governare; uffici che egli esercita in questa Chiesa particolare di Otranto in comunione gerarchica col Sommo Pontefice.

Egli sarà sempre «il visibile principio e fondamento di unità» per la porzione del Popolo di Dio, che forma questa Archidiocesi a lui affidata dalla bontà del Santo Padre, difendendo l’unità della Fede, insegnando l’amore a Dio e al Corpo Mistico di Cristo, promuovendo la disciplina, procurando la crescita di tutti nella verità, che viene da Dio e risplende nella Sua Parola.

Dopo otto anni e mezzo di governo di questa illustre Archidiocesi vi lascio per andare a reggere la non meno illustre Archidiocesi di Salerno per volere del Santo Padre, che si è benignato di guardare a quest’umile servitore di Cristo. La nostra vita è, e deve essere, un servizio quotidiano alla Chiesa, non importa in quale luogo, in quale nazione o continente.

Non posso nascondere e tacere che parto con nostalgia da voi e da tante cose belle del Salento. Ma la vita deve essere per tutti un continuo atto di obbedienza a Dio, un continuo atto di dedizione al servizio dei fratelli, là dove la nostra opera può essere utile, o là dove la suprema Autorità ci invia.

Ho constatato – e ve l’ho detto più volte – che siete tra le più religiose popolazioni d’Italia, e vi ho sempre esortato a conservare questo primato di fede e di bontà. Alla folla che gremiva la nostra vetusta Cattedrale, in quel pomeriggio del 20 novembre 1960, giorno del mio ingresso in diocesi, conclusi il discorso con queste parole: «Nessuna persona, nessuna cosa, nessun avvenimento dovrà farvi perdere i grandi tesori che possedete: l’amore a Cristo, alla Chiesa e al Papa».

Nell’allontanarmi da voi voglio ripetervi, e con maggior affetto, le stesse esortazioni.

Nella metropoli Salernitana conserverò della metropoli ecclesiastica del Salento il più caro e grato ricordo nella preghiera e nell’affetto. Sarò memore:

di Voi Rev.mi Canonici del Capitolo Metropolitano, che tanta collaborazione mi avete dato coi consigli nel governo dell’Archidiocesi;

di Voi cari Sacerdoti, che siete stati sempre i miei validi collaboratori e strumenti nell’azione di salvezza delle anime;

di Voi Religiosi e Religiose, che siete stati sempre una testimonianza nella Chiesa Otrantina;

di Voi Autorità Politiche Civili e Militari nelle quali ho trovato tanta comprensione e aiuto;

di Voi Seminaristi, che vi preparate «a seguire Cristo Redentore con animo generoso e cuore puro», e che con la vostra presenza avete dato tanto conforto al mio animo;

di Voi Soci dell’Azione Cattolica che tanto entusiasmo avete dimostrato nel seminare il bene e tanta fortezza nella fedeltà alla Chiesa;

di tutti i Fedeli, che tanti esempi di generosità, di devozione, di attaccamento all’autorità avete dato;

di ogni Parrocchia, dove ho travato tante gioie spirituali vivendo coi diletti figli ore di mistica bellezza in entusiastiche manifestazioni di fede.

Fratelli dilettissimi,

Aderite al vostro Vescovo come la Chiesa a Cristo. Servite assieme a lui al bene della Chiesa. Riconoscete in lui il vostro Padre e Pastore. Obbeditegli con rispettoso amore. Siate a lui uniti con animo fiducioso e grande. Date il vostro contributo all’edificazione del Corpo di Cristo. L’Archidiocesi di Otranto, sotto la saggia guida del nuovo Pastore, diventi sempre più una «Comunità di fede, di speranza e di carità».

 

Otranto, 28 aprile 1969

 

+ GAETANO POLLIO

Amministratore Apostolico

]]>
http://www.mons-nicolariezzo.org/atti-anno-1969-ingresso-di-mons-nicola-riezzo-nellarcidiocesi-di-otranto/feed/ 0