Vergine della Consolazione e Madre della Speranza | |
|
|
1. Oggi per tutti noi Sipontini è il giorno della grande festa della Santa Madre e Regina di Siponto Maria SS. I richiami coreografici ed esterni sono tanti e in aumento. Ma siamo ben convinti che il popolo devoto non ha bisogno di questi richiami esterni anche se chiassosi e ben reclamizzati. C’è il fascino della Madre. E’ inscritto nel nostro DNA che amiamo la Madonna, la veneriamo, la riconosciamo, soprattutto in questi giorni di festa, come la Regina di Siponto. Per me è sempre fonte di gaudio spirituale ma anche di intensa e intima commozione vedere l’icona della Santa Madre di Dio attraversare le nostre strade perché incroci gli sguardi di tutti i figli per consolarli, rinnovare fiducia e speranza, rimotivare impegni e responsabilità che delusioni e assenze preferirebbero lasciare accantonati o ai margini della vita dei singoli e della vita dell’intera comunità. Amo vedere in questo singolare legame e in questo bisogno di protezione e di amore della Madre, la vostra presenza numerosa, attenta, spero consapevolmente partecipe, a questa Eucaristia, rendimento di grazie al Padre per mezzo di Cristo Salvatore perché in Maria ci dona un segno di consolazione e di sicura speranza. Sono queste due parole : consolazione e speranza che motiveranno il tema della mia omelia, di alcune riflessioni pensose e sofferte alle quali voglio associare voi che in questo momento siete l’assemblea santa . Vi accolgo con particolare e crescente spirito di amicizia, fratelli e sorelle . Alle autorità di ogni ordine e grado il mio rispettoso e riconoscente saluto. Al Sindaco e all’Amministrazione tutta che è al servizio di questa città che ha come regina e patrona la Vergine Maria, i sensi della mia amicizia rispettosa, ricca di stima, attenta a ricordare le superiori esigenze del bene della comunità che domanda segnali di speranza e novità di attenzioni. Un saluto cordiale grato al Comitato Festa Patronale. Avete molto e ben lavorato per rendere bella la nostra festa., anche se a volte mi riesce difficile coniugare la semplicità e l’umiltà della Vergine di Nazaret con il tanto splendore esterno e coreografico che contrasta con il nascondimento di Maria, donna del silenzio. 2. Ho guardato e contemplato a lungo in queste sere l’icona della Santa Madre di Dio dal mio particolare posto di osservazione. Ho tentato di entrare con i miei poveri occhi nell’occhio meraviglioso, grande, pensoso, intrigante e indagante, come l’ho definito in altra occasione, della Vergine Santa e devo confessarvi che ho notato una tristezza insolitamente accentuata nel suo sguardo. Forse la prima causa di questo sguardo velatamente triste è da ricercare in questa Chiesa che con il suo pastore, dopo aver portato la santa icona pellegrina in ogni angolo della diocesi, non si è decisa con prontezza ‘cum festinatione’, come dice l’evangelista Luca di Maria che corre in fretta a dare il suo aiuto alla anziana cugina Elisabetta, madre in attesa, ad accogliere il mandato missionario e di attento ascolto alla parola del Figlio che Maria ci ricorda: “Fate tutto quello che Egli vi dirà”. Siamo ancora troppo attardati sulle nostre parole che a volte fanno languire in torpidi attendismi la Parola vera e viva che come una spada tagliente deve penetrare fin nelle giunture delle nostre ossa per svegliarci a un deciso e innovante dinamismo di vivacità e operosità di impegni. 3. Ma è anche vero che la tristezza dello sguardo di Maria Regina è per questa nostra città. Mi guardo attorno e vedo apatia, indifferenza, rassegnazione. Tutto tace. Ho l’impressione che dei bravi anestesisti prolunghino a dismisura i tempi della narcosi. Quasi si ha paura del risveglio che ci mette davanti la complessità dei problemi per i quali siamo abilitati solo a tamponare e non a trovare soluzioni definitive. 4. A fronte di una situazione di incertezza e di debolezza che grava sulla nostra comunità, mi sembrano ricche di speranza e consolazione le parole e l’atteggiamento della Vergine Maria che con le sue parole profetiche canta la potenza e la misericordia di Dio per il suo popolo e denunzia l’arroganza dei potenti che vengono rimandati a mani vuote. 5. L’amore alla città degli uomini che è immagine e anticipo della città di Dio non può vedere i cristiani assenti o in perenne regime di delega. Le cambiali in bianco sono troppe e in protesta. In proprio e in prima persona dobbiamo operare e lottare. Con audacia e convinzione dobbiamo credere alla possibilità di un arco nuovo di storia che noi per primi e non altri devono concorrere a costruire. 6. Maria, Vergine Madre e Regina, oggi ti domandiamo di farti carico di questo popolo a te conSacrato. Viviamo una sorta di equilibrio instabile. Abituati a solcare il mare che sentiamo amico, preferiamo forse un po’ troppo il beccheggio che ci dondola e non ci disturba . Portaci al largo, insegnaci a guadagnare con la quotidiana fatica i fondali alti e il vento che sferzandoci ci obbliga ad attivare risorse e tentativi per venirne fuori e guadagnare la serenità del porto amico. E’ un progetto ambizioso. Con il tuo aiuto pensiamo di arrivare alla sua piena realizzazione. Sarà bello se l’anno prossimo nel tuo giorno potremo dirti: grazie, Madre, in parte ce l’abbiamo fatto. |
|
|
|
03/09/2007 | Omelia per la Festa della Madonna di Siponto – 30 agosto 2007 |
|
|
Documenti allegati: | Omelia Madonna di Siponto 2007.pdf |
Pubblicazione TESTI E DISCORSI DI MONS. DOMENICO D’AMBROSIO |