“Ricevi il Vangelo di Cristo”

“Ricevi il Vangelo di Cristo”
 


1. Radunati attorno all’altare santo per offrire il Sacrificio della nuova alleanza, abbiamo domandato al Signore, all’inizio di questa santa celebrazione di purificare i nostri cuori perché noi commensali alla cena dell’Agnello possiamo pregustare la Pasqua eterna nella Gerusalemme del cielo.

Non possiamo radunarci in santa convocazione senza che il perdono del Signore abbia steso su di noi il manto della sua misericordia, purificante e rigenerante. Più che mai in questa celebrazione della solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo facciamo nostre le parole del centurione di Cafarnao “Signore, io non sono degno che tu entri nella mia casa”.
Ogni qualvolta il mistero della santità di Dio ci avvolge, avvertiamo con forte consapevolezza e sofferta verità la coscienza del nostro limite e della nostra miseria. Anche questa sera siamo ammessi alla presenza del Santo, entriamo a contemplare i suoi misteri, invitati a nutrirci del pane di vita che è il suo Corpo.
Dunque vera e profonda la nostra confessione e invocazione: Signore, pietà!
Da un cuore contrito e rinnovato parte più vera il gesto dell’adorazione e della gratitudine: “Noi ti ringraziamo o Padre per questo santissimo segno. Lo accogliamo come dono della tua misericordia che ci trasforma e ci da un cuore nuovo, come grazia di riconciliazione e come segno di comunione” (ECC,4).

2. Questa sera, come ci dice il prefazio, noi ci accostiamo al Sacro convito perché l’effusione dello Spirito ci trasformi a immagine della gloria del Padre.
La nostra Chiesa qui radunata con il pastore, i presbiteri e il popolo santo, domanda una abbondante effusione del Santo Spirito sul nostro fratello e figlio Gabriele chiamato all’ordine del diaconato. Sia questo Spirito del Cristo Risorto a fortificarlo con i sette doni della sua grazia per il pieno e fedele adempimento del ministero a cui è chiamato.

C’è la gioiosa gratitudine di tutti noi al Signore per il dono che fa a questa sua Chiesa, ma siamo anche in trepidante e sofferta invocazione perché a nessuno di noi, irrorato dalla grazia dello Spirito, venga a mancare la consapevolezza del mysterium tremendum che gli viene affidato. Risuoneranno con una particolare forza per te, caro Gabriele, che le ricevi per la prima volta le parole con le quali ti consegnerò il libro dei Vangeli:

Ricevi il Vangelo di Cristo
del quale sei divenuto l’annunziatore:
credi sempre ciò che proclami,
insegna ciò che hai appreso nella fede,
vivi ciò che insegni

Ma questa parole risuonano per me e per tutti i presbiteri, nella loro solenne gravita che ci richiama alla fedeltà coerente e sofferta a Cristo che è \’unicum e il totum della nostra vita.
Che ti accompagni in ogni momento dell’esercizio del tuo ministero l’amore a Cristo che ti ha mosso alla totale dedizione della tua vita nella libera adesione a lui con cuore indiviso. Che non si offuschi in te e in noi la verità di questa ora, nella quale chiami a testimoni del tuo impegno la Vergine Santa e i Santi tutti.
Con una invocazione intrisa di sofferenza e trepidazione fra poco diremo per te e per tutti noi al Signore: Benedici, santifica e conSacra questo tuo eletto.
Gli domanderemo con insistenza e forza: Custodisci e conferma nel tuo santo servizio noi conSacrati e tutto il tuo santo popolo.
3. Ti viene consegnato il libro dei Vangeli. Che in te non si offuschi o si spenga mai la speranza del Vangelo di cui sarai attento e disponibile ascoltatore. Ricorda però che di questo vangelo sei nominato cursore: dovrai correre per portarlo ai fratelli. Non fermarlo nei nostri corti circuiti, nelle nostre anguste e ridotte risonanze.
Non ti basti il possesso e il gusto della Parola, spezzala e dividila con gli altri: che nulla di quanto il Signore moltiplica per te, vada ammassato tra gli avanzi da buttare. Raccogli anche le briciole e condividile con i tuoi amici, con i passanti frettolosi, con i distratti e i disinteressati all’annunzio della gioia.
Non fermarti: continua a cercare i bisognosi della verità che salva.
Ricorda che ‘fondato e radicato nella fede’, dovrai custodire irreprensibile e senza macchia davanti a Dio e ai fratelli il dono che hai ricevuto.
Non sarai solo: cammineremo insieme nella condivisione dell’annuncio e nella testimonianza di un amore indiviso che non teme concorrenze riduttive e alienanti.

” II Signore onnipotente,
sorgente di ogni grazia,
dispensatore di ogni ordine e ministero
ti assista con il suo aiuto “

 


17/06/2006 Omelia per l’ordinazione diaconale di Gabriele Giordano – 17 giugno 2006

Pubblicazione TESTI E DISCORSI DI MONS. DOMENICO D’AMBROSIO