Mysterium magnum ……

Mysterium magnum, Mysterium tremendum, Mysterium ineffabile

Omelia per l’ordinazione presbiterale di FABIO CLEMENTE – Concattedrale di Vieste – 9 giugno 2005

Ancora una volta, e sono ormai tante negli anni
del mio ministero episcopale, il Signore Gesù, il
Pastore unico e sommo delle nostre anime, affida a me
questo soave e tremendo compito: quello di rendere
partecipe del suo Sacerdozio e dunque ‘dispensatore
dei santi, divini misteri’ , un nostro fratello e figlio.
Questa nostra Chiesa che è in Manfredonia-
Vieste-San Giovanni Rotondo, mi domanda di elevare al
Sacro ordine del Presbiterato il nostro diacono Fabio
Clemente. Dopo matura riflessione e intensa e diuturna
preghiera, dopo aver ascoltato i tanti che ne hanno
curato, con amore attento e responsabile e in modo
diverso la necessaria formazione, egli è qui davanti al
suo vescovo, ai suoi fratelli presbiteri, alla sua
comunità, alla sua famiglia, nell’attesa del dono dello
Spirito che scenderà su di lui, attraverso l’imposizione
delle mie mani e la preghiera della Chiesa, e lo
conSacrerà come vero Sacerdote del Nuovo
Testamento.
E’ questo il grande mistero che il Signore ha
preparato e svelerà per tutti noi in questa santa
liturgia. Mysterium magnum, mysterium tremendum,
mysterium ineffabile.
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Mysterium magnum
Il Signore Gesù ci svela e ci rende partecipi di
un grande mistero: quello della sua chiamata. Non ci è
dato e non possiamo conoscere le motivazioni della sua
scelta che data dal suo tempo, l’eternità. L’Apostolo
Paolo ce lo ricorda: “ ci ha scelti prima della creazione
del mondo” (Ef1,4). Il profeta Geremia, con un
linguaggio datato e significativo aggiunge: “ Prima di
formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che
tu uscissi alla luce, ti ho stabilito profeta delle
nazioni” ( Ger1,4,5).
Alla chiamata ad essere suoi figli, il Signore
quando sceglie gli amici a cui vuole rivelare i misteri
del Regno, aggiunge il tratto specifico che in qualche
modo ci fa uscire dalla moltitudine dei figli per un
ministero particolare, quello di essere suoi profeti.
Toglie dalla nostra bocca, purificandola con il fuoco
Sacro del suo amore, le nostre parole, i nostri progetti,
i nostri programmi, ci dà un cuore nuovo, mette dentro
di noi uno spirito eliminando da questo nostro cuore, un
po’ matto, molto spesso torturato, sviato e affollato
da egoismi e da scelte che limitano la sua inesauribile
sete di amore, talvolta intriso di sogni che sono il
rifugio onirico per una realtà difficile da affrontare e
gestire, e ci manda per una missione che non tollera
rimandi, interpretazioni riduttive, rifiuti: “ Va’ da
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coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti
ordinerò” (Ger1,7).
Questo è quanto accade nella vita dei chiamati,
degli eletti. Molto spesso la chiamata di Gesù è di una
forza sconvolgente, è come un uragano che spazza via
tutto ciò che non appartiene al suo progetto e
rendendoci consapevoli della miseria del nostro essere
che si scopre, davanti a lui, totalmente sguarnito e
nullatenente, si consegna con tutto l’amore del suo
cuore all’Amore unico e definitivo che sa riempire ogni
spazio di miseria e povertà.
Nell’eccomi di Fabio risuonato poc’anzi, in fondo
è accaduto tutto questo, è quello che egli ha vissuto
nel segreto del suo colloquio con il Signore Gesù.
colloquio intimo , segreto, inaccessibile ai tanti umani
indagatori che molto spesso chiedono , domandano il
perché di una scelta che sfugge alle nostre esteriori e
scientifiche interpretazioni.
Il mistero di Dio che entra nella vita dell’uomo
viaggia su percorsi a noi sconosciuti che non hanno
umani riscontri. E’ un mistero grande perché non
tollera il metro umano, incapace e insufficiente a
coartare l’immensità del dono e dell’amore di Dio, e’
comunque un mistero che sceglie il limite dell’uomo per
sopravanzarlo e inserirlo in quel progetto che da
sempre Dio ha pensato per l’uomo: ci ha predestinati a
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essere suoi figli adottivi, santi e immacolati al suo
cospetto nella carità. (cf.Ef1,4-5).
Per questo progetto vuole avere bisogno di noi,
perciò lui chiama: va da coloro a cui ti manderò, lui
sceglie: non voi avete scelto me ma io ho scelto voi,
manda: vi ho mandati perché andiate e portate frutti
Mysterium tremendum
La ricchezza e la bontà del Signore che ci fa
partecipi del suo progetto di amore, ci avvicina
all’immensità del Dio grande e tre volte santo.
La fatica della risposta non scaturisce soltanto
dalle nostre presunzioni e dalla difesa ad oltranza dei
nostri progetti, ma anche dalla consapevolezza dei
nostri militi e dalle ripetute debolezze che mettono a
nudo il nostro peccato. Di sicuro tante volte c’è
l’orgoglio e la presunzione di bastare a noi stessi. Non
è assente talvolta il desiderio di essere e di diventare
come Dio. La realtà del primo peccato, la tentazione di
essere come Dio o la scalata per arrivare ad essere
superuomini non è il frutto del pensatore filosofo che
all’inizio del secolo scorso l’ha accarezzata e
codificata. In fondo prende tanti di noi, non sempre ci
è estranea.
Spesso, di fronte al mistero grande e tremendo
che celebriamo e che i nostri occhi contemplano, noi
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chiamati, è esperienza che abbiamo vissuto e viviamo
continuamente, ci siamo sentiti nella condizione di
Isaia: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle
labbra impure io sono” (Is6,5).
Ricorda, carissimo fratello, che se davvero
enorme è il peso della responsabilità che si riversa
sulle tue povere spalle, è anche certamente smisurata
la potenza divina su cui d’ora in avanti potrai contare
nell’adempimento del ministero che ti viene affidato.
Noi Sacerdoti abbiamo accesso al mistero, i
nostri occhi vedono il Re e il Santo. Siamo i familiari di
Dio. Le nostre miserie ci sovrastano, le nostre cadute
ci prostrano. L’uomo peccatore, distrutto dalla
misericordia di Dio, insorge e risorge per farci pagare
il pizzo e il prezzo della sua iniquità. Ma il mistero
santo rimane nelle nostre mani per essere dispensato e
distribuito.
Parte da queste consapevolezza l’impegno forte
a una santità che crocifigge la nostra miseria e ci apre
alla vita nuova dei risorti che conSacrati da Cristo e
con Cristo annunziano la novità liberante del Regno che
viene.
E’ questa spina, fratelli presbiteri a me
carissimi, che deve pungere in modo costante la nostra
vita di persone conSacrate e urgere al desiderio e
all’impegno per una vita santa. E’ questo il senso e il
richiamo delle parole gravi e solenni che ripeterò fra
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poco a Fabio consegnandogli il pane e il vino per la
celebrazione dell’Eucaristia: “Renditi conto di ciò che
farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al
mistero della croce di Cristo Signore”.
Carissimo Fabio, ricorda che da oggi fino alla
fine del tuo ministero porterai il mistero della morte
di Cristo Gesù nelle tue membra e con lui dovrai
camminare in novità e santità di vita.
L’Apostolo Paolo con la radicalità che gli
appartiene, ricorda a te e a tutti noi, il deciso
avanzamento sulla strada della fedeltà che domanda
coraggio, forza e autenticità, ma soprattutto fiducia
nella potenza della grazia che oggi ti viene data e che
accompagnerà il tuo servizio Sacerdotale: “Investiti di
questo ministero per la misericordia che ci è stata
usata, non ci perdiamo d’animo; al contrario,
rifiutandole dissimulazioni vergognose…né falsificando
la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità,
ci presentiamo davanti ad ogni coscienza, al cospetto
di Dio” (2Cor,4,1-2).
Al cospetto di Dio, con gli occhi fissi su Cristo,
sperimenterai la gratuità del segno di predilezione che
oggi ti viene donato e apprenderai la quotidiana novità
di cui avrai bisogno per annunziare Cristo Gesù Signore
ai fratelli di cui sarai servitore.
Questa parola, l’essere vostro servitore non è,
fratelli e sorelle che partecipate a questa
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celebrazione, una scontata, ripetuta e dovuta
affermazione che rientra nella scansione di riti, gesti
e parole che accompagnano questo Sacro rito.
Noi siamo costituiti Sacerdoti per voi. In nome
di Cristo Gesù esercitiamo l’ufficio Sacerdotale a
vostro favore, al servizio del popolo Sacerdotale. La
parola che a voi annunziamo e che è il nutrimento del
popolo di Dio deve vederci insieme per costruire con
tutte le pietre vive e sante che siete voi la casa di Dio,
l’edificio spirituale che è la Chiesa.
Non siamo separati, lontani, rifugiati nei Sacri
recinti. Barriere e protezioni non solo non hanno più
senso ma non ci appartengono. Veniamo da voi, vi siamo
accanto per crescere insieme attraverso la
condivisione delle gioie e delle fatiche, delle attese e
delle sconfitte fino al raggiungimento della piena
maturità in Cristo Gesù per dare ragione al mondo
della speranza che è in noi.
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Mysterium ineffabile
Il mistero che la bontà del Signore Gesù questa
sera ci fa celebrare e in parte ci svela, supera le
nostre possibilità ed è al di là di ogni nostra attesa. E’
dono e grazia immensi.
Quale deve essere il nostro atteggiamento?
Lo mutuo dalla Enciclica Ecclesia de Eucharistia
del Servo di Dio Giovanni Paolo II : stupore grato. E’
dunque un grazie grande, sorpreso e stupito. Senza
alcun tuo merito ma solo per amore il Signore Gesù ti
sceglie e ti rende partecipe del suo Sacerdozio. Egli ti
conSacra nella verità. Il brano del Vangelo di Giovanni
ti fa entrare nelle profondità del mistero di Cristo. Il
Signore ti sta sussurrando alle orecchie del cuore,
questa sera generosamente pronto e disponibile: “per
loro, per te, io conSacro me stesso, perché siano
anch’essi conSacrati nella verità” ( Gv17,19 ).
Possiamo provare a dire con parole umane la
ricchezza e bellezza del dono che ci viene fatto. E’
però un dono ineffabile, perciò indicibile. Supera
l’umano anche se entra nell’umano. E’, per grazia, in noi,
ma è altro, supera immensamente il nostro limite.
Di fronte all’ineffabilità del mistero cosa fare?
Tre gesti che dovranno accompagnare il tuo stare con
Dio: adorare, contemplare, ringraziare.

 

Si, fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore
per il dono che fa a tutti noi, in particolare alla
famiglia della fede, la nostra santa Chiesa e alla
famiglia della carne e del sangue di Fabio, di questo
nuovo Sacerdote.
Invochiamo l’intercessione di Maria , Madre del
Redentore, la nostra Madonna di Merino, guida sicura
del nostro cammino verso Dio e i fratelli.
Madre Santa,
tu che hai conservato la Parola
nell’intimo del cuore,
sostieni con la tua materna intercessione
questo nostro fratello Fabio,
chiamato al Sacro ordine del presbiterato,
le nostre famiglie e la nostra Chiesa,
affinché aiutino gli adolescenti e i giovani
a rispondere con generosità
alla chiamata del tuo Figlio Gesù